Il Consiglio di Acri ha approvato il venticinquesimo Rapporto Annuale, che presenta i dati aggregati dai bilanci 2019 delle Fondazioni di origine bancaria. La pubblicazione, che solitamente veniva licenziata prima dell’estate, quest’anno è stata posticipata in seguito alla proroga del termine di approvazione dei bilanci a fine giugno.
Il documento è scaricabile dal sito dell’Associazione: www.acri.it/rapporto_annuale.
Questi i dati principali contenuti nel Rapporto, riferiti al complesso dei bilanci 2019 delle 86 Fondazioni di origine bancaria italiane:
patrimonio contabile pari a 40,3 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 39,6 miliardi dell’esercizio precedente (+1,6%);
significativo aumento dei proventi complessivi, che si attestano a 2.601 milioni di euro, contro i 1.082 del 2018 (+140,4%);
conseguente più che proporzionale aumento dell’Avanzo di esercizio, che passa da 575 milioni di euro del 2018 a 909 milioni di euro del 2019 (+232%), considerata la quasi stabilità degli oneri complessivi, pari a 261 milioni di euro (+4,6%);
significativo incremento degli oneri fiscali che, considerando anche le ritenute sui proventi finanziari, non rilevati in bilancio, passano dai 323 milioni di euro del 2018 ai 510 milioni di euro del 2019;
nonostante il forte incremento dell’Avanzo d’esercizio 2019, si registra una diminuzione delle erogazioni, essendo queste oramai in prevalenza effettuate sulla base dell’Avanzo dell’esercizio precedente. Le erogazioni passano, infatti, dai 1.025 milioni di euro del 2018 a 911 milioni di euro del 2019 (-11,1%); attestandosi su un dato sostanzialmente in linea con la media degli ultimi anni.
«Sul piano dei risultati gestionali delle Fondazioni di origine bancaria – ha affermato Francesco Profumo, presidente di Acri – il 2019 ha registrato risultati estremamente positivi. Il recupero dei mercati finanziari, rispetto a un 2018 particolarmente difficile, ha fatto registrare un significativo incremento dei proventi complessivi, che si è riflesso nell’Avanzo di gestione, più che triplicato rispetto all’esercizio precedente. Sul fronte delle erogazioni, considerate le modalità di determinazione delle risorse da destinare all’Attività istituzionale basate prevalentemente sugli Avanzi di gestione generati nell’esercizio precedente, si registra invece una lieve flessione, mentre aumenta l’ammontare di risorse accantonate ai Fondi di stabilizzazione per le erogazioni future. Le Fondazioni confermano, quindi, il loro impegno al fianco delle comunità e del Terzo settore, nel campo del welfare e non solo, con l’obiettivo di contrastare le disuguaglianze, a partire dalla povertà educativa minorile. Questo loro impegno è stato ulteriormente confermato nel primo semestre del 2020, quando le Fondazioni hanno messo in campo uno sforzo straordinario per rispondere alla pandemia e supportare il rilancio del Paese».
Patrimonio e gestione economica
Dal Venticinquesimo Rapporto annuale emerge che a fine 2019 il patrimonio contabile delle Fondazioni di origine bancaria era pari a 40,3 miliardi di euro (+1,6% rispetto all’esercizio precedente) e rappresentava l’86% del passivo di bilancio. La composizione dell’attivo, che alla medesima data ammontava a 47 miliardi di euro (+1,3 miliardi di euro rispetto all’esercizio precedente) è costituita per il 95,1% da attività finanziare e solo per il 4,8% da beni mobili e immobili. Nell’ambito delle attività finanziarie, invece, il peso degli investimenti immobilizzati rispetto all’esercizio precedente è leggermente diminuito, passando dal 65,3% al 64,4% dell’attivo, così come la quota degli strumenti non immobilizzati, che passano dal 25,3% al 24,3%.
Sotto il profilo economico, l’esercizio 2019 ha registrato un forte incremento dei proventi rispetto a quello precedente, raggiungendo l’importo complessivo di 2,6 miliardi di euro con un incremento del 140,4% rispetto all’importo di 1,1 miliardi di euro rilevato nell’esercizio precedente, conseguente al buon andamento dei mercati finanziari. Con intensità diverse, tutte le voci di provento finanziario aumentano. Tra queste, in particolare, la gestione degli strumenti finanziari (+325%), le gestioni patrimoniali (+106%) e i dividendi (+32%). Questi ultimi, che ammontano a 1.544 milioni di euro, rappresentano la quota più significativa dei proventi e pesano per oltre il 59% sul totale; l’incremento è esclusivamente dovuto ai dividendi diversi da quelli della conferitaria, che, sostanzialmente stabili rispetto all’esercizio precedente, ammontano a 647 milioni di euro e rappresentano poco meno del 25% del totale dei proventi.
Complessivamente, nel 2019 le Fondazioni hanno fatto registrare una redditività lorda del patrimonio del 6,5%, in sensibile aumento rispetto al 2,7% dell’anno precedente. L’incremento dei proventi si è riflesso in maniera più che proporzionale sull’Avanzo di esercizio (rimanendo gli oneri complessivi sostanzialmente stabili, pari a 261 milioni di euro), per un importo di 1,9 miliardi di euro contro 0,6 miliardi dell’esercizio precedente (+232%), e un peso sul totale dei proventi del 73,4% (era il 53,1% nel 2018).
Il sensibile aumento dell’Avanzo di gestione ha conseguentemente fatto lievitare il carico fiscale che, includendo le ritenute sui proventi finanziari che non vengono riportate in bilancio, ha raggiunto il nuovo record di 510 milioni di euro, rispetto ai 323 milioni del 2018 e ai 487 milioni del 2017. Le imposte e tasse seguitano pertanto a costituire il “primo settore” di intervento delle Fondazioni, assorbendo un ammontare di risorse ben maggiore di quelle, pari a 240,6 milioni di euro, destinate all’Arte, Attività e Beni culturali.
In relazione alla destinazione dell’Avanzo di esercizio, dai bilanci delle Fondazioni che hanno rilevato un Avanzo positivo, emerge che le stesse hanno accantonato 607 milioni di euro alle riserve patrimoniali (inclusa la copertura di disavanzi pregressi), in forte aumento rispetto ai 215 milioni del 2018, e hanno destinato 1.310 milioni di euro (erano 596,7 milioni nel 2018) ai fondi per l’attività erogativa, con un incremento del 120% rispetto al 2018.
Attività istituzionale
L’attività erogativa, intesa come delibere assunte, è stata pari, nel 2019, a 910,6 milioni di euro (inclusi gli accantonamenti ai fondi speciali per il volontariato ex art. 62 del d.lgs. n. 117 del 2017), in diminuzione dell’11,1% rispetto ai 1.024,6 milioni del 2018, cui corrisponde un tasso di erogazione del 2,3% sul patrimonio medio dell’insieme delle Fondazioni. Analoga tendenza, anche se di minore intensità, si è avuta anche nel numero delle iniziative finanziate, risultate pari a 19.378 interventi, inferiori del 3,5%. L’aggregato delle erogazioni deliberate non segue lo stesso andamento dell’Avanzo di esercizio, che è risultato in aumento e pari a 1.909,7 milioni di euro, in quanto l’attività erogativa si realizza principalmente sulla base delle destinazioni dell’Avanzo dell’esercizio precedente che, come evidenziato, era stato particolarmente contenuto, integrato dalle risorse derivanti dalle disponibilità dei fondi di stabilizzazione delle erogazioni.
Per quanto riguarda la distribuzione delle erogazioni per settore di intervento, nel 2019 è sempre il settore Arte, Attività e Beni culturali che assorbe la maggior parte delle risorse, seppur in diminuzione rispetto al 2018, con 240,6 milioni di euro (pari al 26,4% delle somme erogate) e 7.143 interventi (corrispondenti al 36,9% del numero totale). Seguono, seppur a una certa distanza, il settore Volontariato, Filantropia e Beneficenza, cui sono state destinate risorse pari a 131,7 milioni di euro, finanziando 2.194 iniziative (pari, rispettivamente, al 14,5% degli importi e all’11,3% del numero di interventi totali), il settore Ricerca e Sviluppo, che fa registrare erogazioni per 130,4 milioni di euro e 1.169 interventi (il 14,3% degli importi e il 6% del numero delle iniziative). Il settore Assistenza sociale, con 91,6 milioni di euro e 1.915 interventi (il 10,1% degli importi totali e il 9,9% del numero di interventi), costituisce il quarto settore di intervento. Completano i settori a maggiore vocazione di intervento l’Educazione, Istruzione e Formazione, al quinto posto della graduatoria, con 89,1 milioni di euro erogati (9,8% del totale deliberato) e 3.117 interventi (16,1%), lo Sviluppo locale, in crescita rispetto all’anno precedente, con 88,5 milioni di euro e 1.868 interventi (il 9,7% degli importi e il 9,6% dei progetti) e, infine, il settore Salute pubblica, in forte riduzione rispetto all’anno precedente, con 29,9 milioni di euro (3,3% del totale) per 709 interventi (3,7%).
Una riflessione a parte merita il Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, che in termini di risorse destinate pesa per il 9% sul totale delle delibere, che non viene considerato nella precedente graduatoria poiché trattasi di un progetto nazionale con profili rilevanti per diversi settori quali Educazione, Istruzione e Formazione, Assistenza sociale, Volontariato, Filantropia e Beneficienza e Famiglia e Valori connessi, che hanno orientato per una apposita distinta rilevazione.
Nei primi quattro anni di attività il Fondo, tramite l’impresa sociale Con I Bambini, soggetto attuatore individuato da Acri, ha assegnato contributi per circa 281 milioni di euro per il sostegno di 355 progetti attraverso bandi, iniziative in co-finanziamento con altri soggetti finanziatori privati e iniziative speciali quali quella a favore delle comunità del Centro Italia colpite dagli eventi sismici del 2016.
Dunque, il welfare – che raccoglie i settori Volontariato, Assistenza sociale e Salute pubblica – ha ricevuto in totale 253,2 milioni di euro; risorse queste a cui vanno sommati 82 milioni di euro specificatamente indirizzati nel 2019 da 67 Fondazioni associate ad Acri al Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. La quota complessiva per il welfare tocca così i 335,2 milioni: quasi il 37% del totale erogazioni.
Struttura operativa
A fine 2019 gli addetti occupati nelle Fondazioni erano 1.014, con un leggero incremento rispetto ai 1.006 dell’anno precedente e con un costo totale di 69,6 milioni di euro. Il 91% delle risorse umane delle Fondazioni è costituito da personale in organico, impiegato a tempo pieno nel 74,2% dei casi. Riguardo alla presenza di genere, il personale femminile si attesta al 59% del totale degli occupati. Si conferma nel 2019 l’alto livello di scolarizzazione del personale con il 70% di laureati (in aumento rispetto al 68% del 2018) e il 26% di diplomati di scuola secondaria di secondo grado, mentre quello in possesso del diploma di scuola secondaria di primo grado rappresenta solo il 4% degli organici.
La versione integrale del Rapporto è scaricabile dal sito Acri al link: https://www.acri.it/rapporto_annuale