82^Assemblea Avis: incontro con il procuratore Gratteri

Nicola Gratteri: l’importanza di incontrare i giovani e i volontari.
Un’ora di grande attenzione da parte di tutti i delegati e un lungo applauso finale. E’ stata questa la cornice che ha accolto Nicola Gratteri, procuratore antimafia di Catanzaro, in assemblea.
Un intervento, il suo, guidato dalle domande di Enzo Romeo, giornalista del Tg2 e storico amico di AVIS. Gratteri ha parlato a Lecce sia da donatore di sangue sia perché nel suo lavoro il sangue è associato a un’immagine diversa dalla gratuità, ovvero a omertà, violenza e giuramenti da clan.
Il magistrato è partito raccontando la ragione di tanti suoi incontri, specialmente con i più giovani:“Vado nelle scuole da più di 30 anni. Ora lo sanno tutti perché sono diventato una soubrette, ma lo facevo anche prima. Andavo anche nelle scuole elementari a parlare di mafia e solo adesso, dopo tanti anni, mi rendo conto dell’importanza di quello che ho fatto, perché mi capita di incontrare magistrati e capitani dei carabinieri che hanno deciso di intraprendere il loro mestiere dopo avermi ascoltato a scuola da ragazzi. A Reggio Calabria insegno una materia che si chiama economia della criminalità, e lo faccio gratis. Molta gente che parla di etica, per farlo si fa pagare. Questo non è etico. Io posso parlare perché ricevo da 30 anni uno stipendio che sono le vostre tasse. Siamo in un presente in cui la Rai ha speso 750 mila euro per commemorare Falcone e Borsellino, chiamando gente che si è fatta pagare. Non c’è etica in questo. Io dico alle università di non pagare me, ci sono ragazzi che fanno gli assistenti e non vengono pagati, non è giusto.
Gratteri ha le idee molto chiare anche sul fatto che il dono e la gratuità non debbano solo essere sfere valoriali, ma diventare anche qualcosa di pratico e conveniente: “Per migliorare il nostro paese servono molte riforme, e soprattutto bisogna creare un sistema nel quale non sia conveniente delinquere. Non governa solo un principio etico morale, conta la convenienza. Inoltre lo stato deve investire in istruzione prima ancora che in cultura, sono cose diverse. Da noi gli insegnati sono i peggio pagati in Europa dopo i greci, e si viene valutati per quello che si ha e non per quello che si è. La cifra culturale del nostro paese la danno i programmi televisivi, programmi che sono gli stessi in tutto il mondo, una misura chiara del fatto che viviamo in una società del consumo. A scuola arrivano genitori scostumati che non hanno tempo per i loro figli. Figli che non sono più figli nostri ma di internet. Cerchiamo di comprare la loro attenzione e 20 secondi di sorriso con un paio di scarpe o altro. Il rapporto tra genitori e scuole è ribaltato, se un figlio dice di meritare 8 e prende 7 i genitori vanno a scuola con il kalashnikov arroganti e aggressivi, con la dirigente scolastica che se non è intelligente processa gli insegnanti davanti a loro. Qui ci ricolleghiamo al volontariato. Se tutti i volontari in Italia si fermassero contemporaneamente si fermerebbe il paese. Non è una battuta e la pura verità. Il rispetto delle regole però è fondamentale anche per i volontari perché spesso troppi slanci di volontarietà e generosità possono essere deleteri rispetto alle vere esigenze del sistema”.
Il procuratore ha poi attirato l’attenzione dei presenti spiegando come la mafia utilizzi in modo distorto il sangue:
“Quando sì vuole ribadire un legame ancora più forte, gli ‘ndranghetisti si tagliano i polsi e li strofinano, così diventano fratelli di sangue. Questa è la loro trasfusione. Ecco perché c’è bisogno di uno sforzo in più. Non è vero che i calabresi sono omertosi, in realtà non sanno con chi parlare. Ogni giorno ci sono mediamente 200 persone che chiedono di incontrarmi per denunciare. Molti arrivano da lontano e questo mi gratifica e mi preoccupa: possibile che non ci siano magistrati che ispirano fiducia? Bisogna essere credibili, fare selezione di rapporti sociali. Non significa essere altezzosi. Un magistrato non può avere una barca da 20 metri. Non è possibile, la gente si fa domande. La tendenza è dire che tutti hanno sposato una moglie ricca, tranne la mia. Ma battute a parte, ciò che serve è soprattutto coerenza”.

fonte: www.avis.it

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