Incrementati i fondi per la famiglia e la non autosufficienza

E’ stato incrementato il Fondo nazionale per la non autosufficienza: il ministro alla Famiglia ed alla disabilità Lorenzo Fontana ha incrementato di 100 milioni (per una somma complessiva di 550 milioni di euro) il fondo per sostenere economicamente i disabili e i malati gravi non più autosufficienti che necessitano di assistenza domiciliare continua.
Nella legge di bilancio 2018, è stato istituito e finanziato anche il nuovo Fondo per il sostegno dei caregiver familiari con una dotazione iniziale di 20 milioni per ciascuno degli anni 2018, 2019 e 2020. C’è anche una proposta di legge, presentata dalla Lega, per garantire agli studenti «caregiver familiari», cioè quegli studenti che si prendono cura costantemente di un parente disabile, un percorso di studi universitari agevolato: deroghe agli obblighi di frequenza e riconoscimento di crediti formativi.
Ci sono poi sul tavolo «fortissimi incentivi all’inclusione dei lavoratori disabili». La base di partenza sarà il taglio delle tariffe Inail del 30%, rispetto a quello che si paga oggi, per un totale di 600 milioni di euro di risparmi e una rimodulazione dei premi. Gli incentivi all’inclusione dei lavoratori disabili «saranno previsti nell’ambito di tale rimodulazione».
Un problema, quello della disabilità, che verrà affrontato anche in ambito scolastico, come si è impegnato il ministro dell’Istruzione, Marco Bassetti: «Avvieremo tre cicli di formazione specialistica per 40.000 posti di insegnanti di sostegno, 14.000 per il 2019 e gli altri in tre anni. Cerchiamo di porre fine ai problemi peri ragazzi disabili». Già a regime anche il Fondo trasporto alunni con disabilità: 75 milioni di euro per tre anni. Per un investimento totale di 225 milioni.
Ci sono poi gli investimenti, più in generale, rivolti alle famiglie. Investimenti che Fontana definisce «ad alto valore aggiunto». In quanto la crisi demografica, sostiene il ministro, «è un problema non certo risolvibile soltanto allargando le maglie dei flussi migratori». Mentre «l’attuale sistema del welfare familiare non tutela le esigenze delle famiglie» e va quindi riformato, anche tutelando il diritto delle mamme «ad accrescere il proprio percorso professionale», perché «fare figli fa bene anche alla produttività sul lavoro».
Sono state infatti confermate tutte le misure già esistenti: bonus nido, premio alla nascita e agevolazioni di natura fiscale. Ma a crescere è soprattutto il Fondo per le politiche familiari: 300 milioni di euro complessivi (aggiuntivi) per il triennio 2019-2021 e altri 100 milioni di euro annui in più a decorrere dagli anni successivi. Il fondo era oggi di soli 4,8 milioni. Per questo l’incremento di 100 milioni è una delle misure più attese, con almeno 20 milioni di queste risorse da destinare al rafforzamento della rete di consultori familiari e centri per la famiglia. Questo Fondo serve a sostenere interventi «per favorire le misure di sostegno alla famiglia, alla natalità, alla maternità e alla paternità». Potenziato anche il Fondo per le politiche sociali, destinato alle Regioni per lo sviluppo della rete integrata di interventi e servizi sociali: 120 milioni di euro in più ogni anno, a decorrere dal 2019. Quindi complessivi 400 milioni (280 milioni in essere + 120 milioni aggiunti).
Inoltre, fanno sapere dal ministero per la Famiglia e le disabilità, che anche l’apposito Fondo previsto per l’attuazione delle pensioni di cittadinanza e del reddito di cittadinanza, di 9 miliardi di euro a decorrere dal 2019 sarà utilizzato tenendo conto della situazione dei nuclei familiari. In particolare «nell’ambito dell’attuazione della pensione di cittadinanza si terrà conto dell’esigenza di elevare le prestazioni in favore degli invalidi, mentre nell’attuazione del reddito di cittadinanza si terrà conto della situazione effettiva dei nuclei familiari, anche con riferimento al numero dei figli». Infine, sempre per quanto concerne famiglie e disabili, è stato confermato lo stanziamento per il fondo Dopo di noi, ovvero quello destinato a disabili che non possono contare sull’appoggio di genitori 0 familiari. Sembra di capire che saranno 51,5 milioni da suddividere tra le Regioni. Ma intanto è anche stato attivato un tavolo tecnico per decidere il futuro del Dopo di noi: quindi i migliori percorsi programmati di accompagnamento «per l’uscita della persona disabile dal nucleo familiare di origine ovvero per la deistituzionalizzazione».

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