Lunedì 25 gennaio 2016 info@quotidianodelsudit>
<<Il perdono è una dimensione intima e privata»
“Libera”ha ospitalo Simona Dalla Chiesa nell’ambito dell’iniziativa “Pellicole scomode”
di GIUSY D’ANGELO
«IL perdono è una dimensione intima e privata,in chi ha lafortuna di crescere con dei valori, anche nell’amarezza, fiorisce nell’animo». Sceglie parole decise Simona dalla Chiesa, figlia minore del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, prefetto di Palermo assassinato dalla mafia nel 1982, intervenuta a Vibo nell’ambito delle manifestazioni promosse da Libera. Con “Pellicole scomode”, ciclo di incontri realizzati al Sistema bibliotecario vibonese, si affronta il tema della lotta alle mafie e, in particolare, del perdono, concetto difficile da pronunciare da parte di chi viene privato in maniera brutale dell’affetto dei propri cari: «Siamo stati educati che possa esistere nel cuore dell’uomo uno spiraglio di vita», ha proseguito la Dalla Chiesa aggiungendo: «Ma il concedere il perdono non deve costituire un alibi per non cercare giustizia». La visione del filmato “Vi perdono ma inginocchiatevi”, ha permesso al numeroso pubblico intervenuto nell’auditorium di Palazzo Santa Chiara di riflettere sui risvolti sociali e politici della strage di Capaci, in cui, oltre al giudice Falcone e alla consorte Francesca Morvillo, persero la vita i tre poliziotti della scorta: Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Dicillo. Credere nelle regole, per Simona Dalla Chiesa, è fondamentale, poiché le leggi rappresentano punti di riferimento nella vita ma altra è la dimensione umana del perdono, che evita vendette. Il dolore non può essere annullato, non significa neanche accettazione di quanto stato, ma è un segnale di vita per tutta la società. Anche sull’inginocchiarsi, coraggiosa richiesta avanzata ai funerali(all’indomani della Strage di Capaci), da Rosaria Schifani, giovane moglie di Vito Schifani, la dalla Chiesa non ha dubbi: «Inginocchiarsi non è vendetta, né sottomissione, significa: cercate di capire che male avete fatto, ponete la vostra piccolezza di uomini dinnanzi alla grandezza della vita», Indagati anche altri aspetti del perdono, in particolare la figura del mafioso pentito «Non so se si pentono, è qualcosa di intimo. E’ importante che collaborino – ha precisato – e che forniscano elementi per smantellarele cosche». Un dialogo a più voci che ha visto l’interfacciarsi dei giovani dell’associazione coordinati da Giuseppe Borrello, di don Peppino Fiorillo e Daniele Scardecchia, comandante provinciale dell’Arma dei carabinieri. : RIPRODUZIONE RISERVATA