“Il codice del terzo settore non cambia l’impianto generale dei controlli ma ne introduce un gruppo relativo all’iscrizione al registro unico nazionale del terzo settore, su cui potranno vigilare per la prima volta soggetti privati autorizzati, nello specifico le reti associative nazionali e, nei casi delle realtà di minori dimensioni, i centri di servizio per il volontariato”. Lo ha ribadito stamattina Alessandro Lombardi, direttore generale dell’ufficio Terzo settore del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali durante la conferenza stampa di presentazione del vademecum realizzato da Uneba a Roma. Il tema è quello della responsabilizzazione degli enti di terzo settore su uno dei nodi caldi dell’impianto normativo, quello della trasparenza e dei controlli. “Non abbiamo voluto fare passi indietro su questo – precisa ancora Lombardi – perché crediamo sia importante difendere la reputazione dell’intero sistema”.
Durante la presentazione del “Vademecum Riforma Terzo settore”, 130 pagine che fanno da guida ai cambiamenti dettati dalla riforma, il direttore generale ha poi voluto precisare con un passaggio un nodo importante rispetto alla scadenza sulla modifica degli statuti. “Il 3 agosto non è una data da considerare come un obbligo ma solo un onere per chi vuole stare nel recinto del terzo settore e farlo avvalendosi del percorso alleggerito dell’assemblea ordinaria. Chi vorrà adeguarsi dopo, potrà sempre farlo ma con le maggioranze previste dall’assemblea straordinaria”.
La difficoltà, infatti, riguarda ancora l’assenza del registro unico nazionale del terzo settore, la cui attivazione è prevista entro la fine dell’anno. Si tratta di uno scollamento temporale che – come ha sottolineato Marco Petrillo, vicepresidente di Uneba Lombardia e curatore del vademecum – scoraggia gli enti, in particolare le Onlus, perché porterebbe ad avere due statuti, uno in vigore transitoriamente e l’altro deliberato ma sospeso da un punto di vista giuridico.
“La nostra proposta – ha spiegato Franco Massi, presidente nazionale di Uneba – è che venga ancorato l’obbligo di adeguamento degli statuti all’entrata in funzione del Runts. Gli enti – ha ribadito Massi – hanno bisogno di semplificazione, di chiarezza, di certezze”. La principale preoccupazione sollevata durante l’incontro, però, riguarda l’aumento dell’Iva al 22% (ad oggi è a 0) su assistenza domiciliare e ricovero in case di cura, che rischia di portare un aumento dei costi per i cittadini. La denuncia di Uneba, infatti, è che le nuove norme in materia di Iva penalizzino le fondazioni ex ipab che svolgono questi servizi.
La presentazione è avvenuta alla vigilia della prossima Cabina di regia prevista per domani 7 febbraio a Palazzo Chigi, cui parteciperà per la prima volta anche il Forum Nazionale del Terzo settore. “Iniziative come il vademecum di Uneba – ha dettoClaudia Fiaschi, portavoce del Forum – servono a costruire la condivisione sull’interpretazione della norma, perché è l’interpretazione nella pratica a condividere la definizione della norma”. Tra i meriti della riforma, così come ha sottolineato Giuseppe Guzzetti, presidente di Acri, c’è quello di “dare stabilità, certezza e futuro all’opera dei Csv”.
Il vademecum è stato realizzato da un team multidisciplinare costituito da giuristi, fiscalisti, consulenti del lavoro ed esperti del terzo settore. L’obiettivo è di spiegare agli enti – anzitutto quelli dediti ai servizi ad anziani, persone con disabilità, minori fragili – a quali condizioni e con quali modalità trasformarsi in ente del terzo settore o impresa sociale come previsto dalla riforma; altri approfondimenti riguardano gli enti religiosi, la fiscalità, gli aspetti contabili e di bilancio, il mondo del lavoro. Tra i nomi che hanno collaborato alla stesura del vademecum, Maurizio Giordano, Luca Degani, Giancarlo Cantamessa, Enrica Favaro, Ellis Bottazzo, Anna Ricceri, Venerando Marano, Bassano Baroni, Lauro Montanelli, Massimo Piscetta, Alessandro Baccelli e Marco Petrillo.