Aperto ai cittadini il seminario sui Beni Comuni del CSV di Catanzaro

Succede sempre più spesso di apprendere di gruppi di persone e di associazioni che, di propria iniziativa, ripuliscono piazze e giardini dall’incuria e dal degrado. Quello che fanno, armati di guanti e rastrelli, non è solo un’azione encomiabile dettata da un senso civico più spiccato rispetto ad altri, ma è molto di più: è un chiaro esempio di restituzione di un bene comune che la collettività non pensava più di avere, e di cui può godere grazie all’impegno ed alla lungimiranza di pochi.
Attraverso il recupero e la valorizzazione di un bene che è patrimonio di una collettività, si esprime così il diritto di cittadinanza e di partecipazione che trova fondamento nell’articolo 118 della Costituzione, quando afferma che “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”.
E’ un impegno che ormai accomuna grandi e piccole fondazioni, associazioni e cooperative, gruppi informali di cittadini e amministratori locali in un’ottica di servizio pubblico. Spesso, però, tali energie vengono impiegate in maniera disarmonica, senza adeguati supporti e a volte in contrapposizione con le stesse istituzioni pubbliche. In realtà non si tratta di discutere se il bene sia di proprietà pubblica o privata, ma di far prevalere il criterio oggettivo che guarda alla sua “destinazione di uso comune”, e non pubblico. Un bene, cioè, che può essere utilizzato da parte di una determinata comunità o gruppo circoscritto di cittadini, in contrapposizione all’uso pubblico che spetta a tutti i cittadini indistintamente. E qui entra in gioco “la gestione comune” dei beni, che permette all’autorità pubblica di mantenere un ruolo centrale, poiché, da un lato, deve creare le condizioni affinché si rafforzi la cooperazione nell’ambito delle comunità; dall’altro, deve intervenire quando la comunità non cooperi a salvaguardia del bene, in virtù dell’applicazione del principio di sussidiarietà c.d. orizzontale di cui all’art. 118 comma 4 della Costituzione. E’ proprio in attuazione al principio di sussidiarietà che la gestione dei beni comuni è materia di interesse per le varie componenti del Terzo Settore, chiamate ad aumentare il benessere di un territorio attraverso l’erogazione di beni e servizi utili alla collettività.
Il seminario organizzato dal Centro Servizi al Volontariato della provincia di Catanzaro nell’ambito della propria attività formativa – che avrà luogo venerdì 31 maggio e sabato 1 giugno nella sede del corso di studi in Sociologia dell’Università “Magna Graecia”, in Scesa Eroi 23 a Catanzaro – verterà sulla gestione condivisa dei beni comuni ed è rivolto a volontari che operano in enti del Terzo Settore, a gruppi informali di cittadini e ad amministratori locali. L’intento è quello di far acquisire competenze utili a valorizzare le risorse di ogni genere presenti nelle comunità locali, curando e rigenerando i beni comuni del territorio nell’interesse generale della propria collettività. A relazionare, dopo l’intervento introduttivo di Cleto Corposanto, coordinatore del corso di Sociologia, sarà Renato Briganti, docente di diritto pubblico all’Università Federico II di Napoli, che attraverso una metodologia partecipativa si soffermerà sulle diverse forme organizzative per una gestione dei beni comuni economicamente sostenibile.
Il programma e le modalità di iscrizione sono disponibili sul sito www.csvcatanzaro.it  a questo link.
 
Ufficio stampa CSV Catanzaro
 

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