“Non vogliamo la luna” è un’opportunità di crescita e di relazione per giovani tra i 14 e i 28 anni che vede coinvolte quattro regioni e cinque province d’Italia (Brescia e provincia, Bergamo e provincia, Vicenza, Catanzaro e Sassari) in cui operano i centri diurni e centri residenziali delle Suore delle Poverelle-Istituto Palazzolo.
La grande sfida di questo progetto – che ha potuto concretizzarsi grazie alla collaborazione tra l’Istituto delle Suore delle Poverelle (detto anche Istituto Palazzolo) e il Centro Servizi al Volontariato di Brescia, ed al finanziamento previsto nel bando “Disagio giovanile 2015”, emanato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, assieme al Dipartimento del Servizio civile Nazionale ed al Dipartimento per le Politiche Antidroga – è mettere in rete territori così diversi tra loro ma con un unico grande obiettivo comune: favorire l’autonomia di donne e ragazzi che vivono delle problematiche creando circoli virtuosi, non di carattere assistenziale, e sinergie tra enti differenti ma potenzialmente partner della stessa filiera.
A Catanzaro, in particolare, il progetto, che ha avuto complessivamente come destinatarie quattro ragazze (due delle quali ospiti nella casa famiglia dell’Istituto Palazzolo), accomunate da una storia difficile e traumatica, si concluderà a metà ottobre per la parte riguardante l’attività di volontariato, mentre è già arrivata all’epilogo l’esperienza legata alla borsa lavoro.
Simona Longo, referente del progetto in Calabria, ha espresso piena soddisfazione al CSV di Catanzaro per la grande opportunità formativa che discende dal progetto: le borse lavoro concluse a luglio hanno permesso a due ragazze di acquisire professionalità nel settore dell’estetica e della parrucchieria, e di poter aspirare in futuro a dei veri contratti di lavoro.
L’esperienza del volontariato, tuttora in corso, è portatrice di incredibili emozioni per le altre due ragazze che le stanno vivendo: queste ultime, infatti, con l’associazione “Acquamarina”, dedita alla tutela della salute di mamme e bambini, dal concepimento alla nascita ed oltre, stanno svolgendo attività di promozione dell’associazione e della cultura della nascita all’interno del reparto di ginecologia e ostetricia dell’ospedale Pugliese di Catanzaro, dove “Acquamarina” ha avviato da tempo l’attività di sportello. Il momento più toccante, oltre alla consegna dei corredini e di tutto ciò che può servire a far crescere un bambino alle mamme in difficoltà, è stato forse l’ingresso nella sala parto, che ha permesso alle ragazze di prendere visione degli ambienti in cui vengono accolti i nascituri, e di vedere concretamente attuarsi l’impegno di valide professioniste e volontarie, tanto da offrire il proprio supporto anche alle donne che per mille motivi diversi trovano ospitalità nell’Istituto Palazzolo. La scelta di prestare volontariato con Acquamarina, tra più associazioni proposte dal CSV di Catanzaro per l’attività formativa, è stata del tutto spontanea tra le ragazze, che di certo si porteranno dietro questo enorme bagaglio esperienziale, anche quando il progetto finirà. Queste ragazze, del resto, come afferma il titolo del progetto nazionale, “non vogliono mica la luna”, ma solo avere un’opportunità concreta di inserimento nel tessuto sociale e lavorativo della città in cui, con modalità diverse, hanno avuto modo di operare.
La parte finale del progetto, attesa per novembre, vedrà la realizzazione di tre quaderni operativi aventi come oggetto il lavoro per le donne accolte nelle comunità, il film come strumento di interazione con gli adolescenti, le modalità di conduzione di gruppi di ragazzi e donne. Con la loro pubblicazione, anche online, sarà fatta sintesi del progetto che ha coinvolto più realtà del Nord e Sud Italia.
Ufficio stampa CSV Catanzaro
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