Presentato il Dossier sull'Immigrazione: nel 2019 in Calabria 4mila immigrati in meno

Il Dossier Statistico Immigrazione celebra, con il volume del 2020, la sua 30° edizione. Il Centro Studi e Ricerche IDOS, che cura il Dossier in partenariato con il Centro Studi Confronti, si avvale di una rete stabile di studiosi, esperti e operatori che non solo redige i capitoli del rapporto, ma ne promuove la presentazione e la divulgazione nelle proprie regioni e nei propri contesti di riferimento. A sostenere questo patrimonio di ricerca, informazione e disseminazione è il Fondo Otto per mille della Chiesa Valdese – Unione delle Chiese Metodiste e Valdesi, al quale si aggiungono diverse strutture internazionali, nazionali e locali.
Tantissimi sono stati i partecipanti che hanno seguito la prima presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2020 online, coordinata da Donatella Soluri (Presidente della commissione Pari opportunità della Provincia di Catanzaro).
A presentare i dati del DOSSIER STATISTICO IMMIGRAZIONE 2020 è stata Roberta Saladino (Dottore di Ricerca in “Storia Economica, Demografia, Istituzioni e Società nei Paesi del Mediterraneo” – Referente Regionale del Centro Studi e Ricerche IDOS per la Calabria).
I relatori, esperti del fenomeno dell’immigrazione nel loro specifico ambito, sono stati Jens Hansen (Referente della Chiesa Valdese in Calabria) con la relazione “Immigrati ai tempi del Covid – criticità e un esempio di buona prassi”; Cosimo Cuomo (Dirigente della Regione Calabria, Dipartimento – Lavoro, Settore n.1 – Mercato del lavoro, Osservatorio) con la relazione “Il mercato occupazionale in Calabria”; Lorenzo Surace (Referente Regionale della Rete Nazionale dell’INMP in Calabria) con la relazione “Salute, Covid e immigrazione”; Marina Galati e Ousman Jaiteh (Co-fondatrice e Direttrice di Progetto SUD) con la relazione “Accoglienza dei richiedenti asilo al tempo della pandemia”.
Roberta Saladino ha fornito un quadro completo del fenomeno dell’immigrazione, illustrando sia i dati internazionali, europei, nazionali che quelli riguardanti la Regione Calabria.
Riguardo ai dati internazionali, nel 2019 sono 272 milioni i migranti internazionali. A ospitarne il maggior numero è l’Europa (89,2 milioni).
I migranti forzati sono arrivati oggi a 79,5 milioni (erano meno di 71 milioni l’anno precedente), sono raddoppiati in soli dieci anni. Tra costoro il 40% è costituito da bambini.
Gli arrivi in Europa attraverso il Mediterraneo secondo i dati dell’O.I.M. sono diminuiti drasticamente, passando da 116.426 del 2018 a poco più di 61mila nel 2020 (data 22 ottobre 2020).
Esaminando i dati forniti dall’O.I.M. inerente agli arrivi in Europa attraverso il Mediterraneo per Paese di primo arrivo, si evince che:

  1. a) nel 2018 è stata la Spagna a far registrare più di 58mila arrivi;
  2. b) nel 2019 è stata la Grecia con più di 62mila arrivi;
  3. c) nel 2020 (22 ottobre 2020) è invece l’Italia con più di 27mila arrivi.

In Italia alla fine del 2019 sono 5.306.548 i residenti stranieri, rappresentando l’8,8% della popolazione totale. Rispetto all’anno precedente si registra un leggerissimo incremento pari a 0,9%. La presenza straniera è concentrata nelle regioni del Centro-Nord (83,1%).
La Calabria al 31 dicembre 2019 si colloca al 13° posto nella graduatoria nazionale, rispetto all’anno precedente perde un posto. “Dopo un lungo periodo in cui la dinamica immigratoria in Calabria ha avuto una tendenza positiva, gli stranieri residenti in regione fanno registrare al 31 dicembre 2019 un decremento pari a più di 4mila rispetto all’anno precedente – afferma la Saladino- Esaminando le variazioni percentuali rispetto l’anno precedente dei residenti stranieri, si osserva che la Calabria si colloca al 19° posto, mentre nel 2018 occupava il primo posto.” C’è da dire che oltre alla Calabria, ci sono altre 5 regioni che fanno registrare delle variazioni negative, ovvero il Lazio, la Valle D’Aosta, le Marche, l’Abruzzo ed il Molise.
Sebbene la presenza delle donne resti per il terzo anno consecutivo inferiore a quella maschile, si registra una ripresa della loro incidenza sul totale, infatti passa da 48,30% del 2018 al 49,61% del 2019, c’è da dire però che ci sono comunità che sono in grandissima parte costituite da donne, ne è un esempio quella ucraina, composta per  il 73,7% da donne capofamiglia in età adulta, alla ricerca di un lavoro attraverso cui contribuire al sostentamento dei propri familiari rimasti nel paese di origine.
La graduatoria dei primi cinque paesi di cittadinanza resta immutata rispetto all’anno precedente (Romania, Marocco, Bulgaria, Ucraina e India), tutte le collettività hanno subìto decrementi, in particolar modo quella romena (- 2,2%) e quella indiana (- 3,9%). Gli stranieri residenti in Calabria sono soprattutto concentrati nelle province di Cosenza (37.314) e Reggio Calabria (32.990), seguite con valori nettamente inferiori da Catanzaro (19.164), Crotone (11.330) e Vibo Valentia (8.100). La provincia di Crotone e quella di Reggio Calabria fanno registrare la maggiore diminuzione, pari rispettivamente a – 2.447 e – 1.048, mentre Cosenza è l’unica provincia calabrese in cui l’ammontare resta invariato.
La popolazione autoctona continua a diminuire, nel 2019 fa registrare una decremento pari a più di 17mila residenti, mentre nel 2018 era stato pari a – 14mila. Il decremento della popolazione autoctona è imputabile ad un saldo naturale negativo pari a – 6.516. Verosimilmente il numero dei decessi sarà nei prossimi decenni un dato in crescita, via via che le generazioni particolarmente numerose formatesi nel periodo che va dal termine della Seconda guerra mondiale sino alla fine degli anni ’60, entreranno a far parte in classi di età sempre più anziane. A contribuire al decremento demografico autoctono della Calabria è anche il continuo incremento dei flussi emigratori, il saldo migratorio alla fine del 2019 è pari a – 12.170. Esaminando le macro classi d’età si evince che per la popolazione autoctona tra il 2018 ed il 2019 hanno un decremento della loro incidenza sul totale le seguenti classi: 0-14, 15-29 e 30-44 (praticamente i contingenti più giovani diminuiscono). Mentre per la popolazione straniera diminuiscono soltanto le seguenti macro classi d’età 15-29 e 30-44.
Come conseguenza delle dinamiche demografiche dell’ultimo secolo, la struttura per età della popolazione prosegue il suo lento ma costante scivolamento verso le età più anziane, l’indice di vecchiaia della popolazione autoctona in Calabria resta infatti alto nel 2019, ed è pari a 178,8%.
Il calo demografico si riflette non solo sulla dimensione crescente della popolazione anziana, ma determina effetti anche in ambiti come quello scolastico, dal momento che una popolazione che fa sempre meno figli innesca dinamiche che, protratte nel tempo, interrompono il ciclo del ricambio generazionale. Per il terzo anno scolastico la Calabria fa registrare un decremento degli alunni complessivamente iscritti pari a – 4.433 (mentre per l’a.s. 2017/2018 fu pari a -5.717), per il contingente straniero si registra una diminuzione pari a -48 (nell’a.s. 2017/2018 fu maggiore pari infatti a -86). Dai dati appare evidente che anche guardando a un contesto giovane e dinamico quale quello della scuola, la Calabria si presenta in affanno, in cui sia gli studenti autoctoni che quelli stranieri diminuiscono.
Secondo i dati Rcfl-Istat, nel corso del 2019 gli occupati stranieri in Calabria sono poco più di 41mila, rispetto al 2018 hanno una perdita dell’8,8% (il numero degli occupati italiani ha invece un incremento dello 0,7%, pari a circa 3mila lavoratori in più), nel 2019 si registra un altro decremento significativo in Calabria, quello delle imprese condotte da immigrati, che passano da 14.893 nel 2018 a 14.803 nel 2019, a fronte di un aumento delle imprese italiane (da 170.037 nel 2018 a 172.304 nel 2019).
La riflessione conclusiva della Saladino è racchiusa nella parola “collaborazione”: “Mai come in questo momento storico è necessario collaborare tutti assieme, mettendo le nostre competenze professionali, le nostre qualità umane al servizio del bene comune perché, come disse verso la metà dell’800 Charles Darwin, nella lunga storia del genere umano hanno prevalso coloro che hanno imparato a collaborare e ad improvvisare con più efficacia.”
 
 

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