“La solidarietà attiva”, progetto promosso dal “Centro Solidarietà Catanzaro Marina” e finanziato dalla “Regione Calabria”, dopo 18 mesi di intensa attività, segnati da un contesto pandemico che ha necessariamente richiesto maggiori sforzi ed energie, ha chiuso i battenti lo scorso 14 aprile registrando numeri importanti. Tali risultati se da un lato rappresentano il raggiungimento degli obiettivi progettuali, dall’altro denunciano una preoccupante crescita della povertà.
L’iniziativa, nata per dare sostegno a soggetti stranieri ed autoctoni residenti nella provincia di Catanzaro attraverso un’unità di strada allestita per la distribuzione di derrate alimentari e per agevolare l’accompagnamento a visite sanitarie e il disbrigo di pratiche dei richiedenti, ha dispiegato le sue attività in un contesto completamente mutato rispetto a quello per il quale l’intervento sociale era stato pensato. L’emergenza Covid ha comportato alcune iniziali difficoltà: il reperimento dei dispositivi di protezione, la necessità di garantire la sicurezza degli assistiti e dei volontari in conformità alle disposizioni legislative e, infine, l’aumento delle richieste di aiuto correlate all’emergere di nuove povertà che in fase di progettazione non era possibile prevedere. Tali ostacoli sono stati superati grazie alla presenza di un team ben collaudato e costituito da: un assistente sociale, uno psicologo, un mediatore linguistico e dei tanti volontari che hanno rappresentato l’anima del progetto.
Dopo una fase preliminare, caratterizzata da una serie di iniziative volte a tracciare i bisogni e condotte con la collaborazione e il supporto di vari enti (Comuni, associazioni e segnalazioni di privati cittadini) l’attività progettuale è entrata nel vivo con la distribuzione di generi alimentari e l’erogazione di servizi in luoghi specifici preventivamente stabiliti. Sono state effettuate 147 consulenze( colloqui di assistenza sociale e psicologica) e il totale dei beneficiari del progetto è di 550 persone, cifra che include anche i familiari degli assistiti, di cui 239 uomini, 208 donne e 103 minori. Si tratta per lo più di soggetti che vivevano in condizioni di indigenza economica e che l’avvento pandemico ha ancora di più messo alla prova, ma il dato nuovo e preoccupante che è emerso è l’ulteriore impoverimento del ceto medio; persone che nel periodo antecedente alla pandemia potevano contare su qualche forma di sostentamento per la prima volta si sono viste costrette a chiedere aiuto.
“Ci siamo sentiti dei privilegiati – ha sottolineato Olga Anania, presidente del Centro Solidarietà Catanzaro Marina – a poter contare sulle risorse di un progetto già in corso e da poter destinare a persone bisognose in un momento così difficile. Certo, non ci aspettavamo tutte quelle richieste che abbiamo comunque esaudito, ma siamo preoccupati dall’emergere di nuove povertà che richiederanno interventi importanti e che non possono essere debellate da un progetto che purtroppo ha un inizio e una fine, anche se nelle nostre possibilità non volgeremo la testa dall’altra parte”.