C’è anche il terzo settore nel Rapporto 2021 che l’Inapp – Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche, ha presentato questa mattina (16 luglio) a Montecitorio nella sala della Regina.
Si tratta del primo Rapporto dell’Istituto, che riprende una tradizione trentennale dell’Isfol e prova a tracciare in 8 capitoli le trasformazioni in corso nel mercato del lavoro e nei sistemi della formazione professionale a fronte dei grandi cambiamenti in atto, con spunti di riflessione sull’interazione tra tali processi e lo shock pandemico.
Uno di questi capitoli si intitola, appunto, “Scenari evolutivi del terzo settore” e pone in evidenza il ruolo decisivo che le organizzazioni non profit hanno avuto durante la crisi sanitaria, nonostante quest’ultima abbia messo in seria difficoltà anche questo settore. “Tale emergenza – si legge nella sintesi del capitolo – ha fatto diminuire risorse e opportunità di consolidamento per le istituzioni non profit, pur stimolando significativamente la vocazione solidaristica e la finalità civica che le anima e che ha trovato di recente una cornice regolatoria sistematica con la riforma del terzo settore. Al pari di quanto rilevato per altri Paesi UE, – si legge ancora – le organizzazioni solidaristiche del nostro Paese hanno dato prova di capacità di mobilitazione e di messa in campo di interventi rilevanti per il contenimento degli impatti della pandemia, specie per le popolazioni più vulnerabili”.
Secondo il Rapporto, “durante l’emergenza da Covid-19 circa 10 milioni di italiani, con un valore medio del risparmio non superiore a 400 euro, non hanno avuto alcun cuscinetto finanziario per resistere autonomamente allo shock economico”.
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