Da giorni, ormai, scorrono dinanzi ai nostri occhi foto, video che ritraggono immagini di un mondo che avremmo voluto diverso e che continua a nutrirsi di odio e discriminazione. Immagini del fallimento dell’uomo nei confronti di altri esseri umani, la mancanza di responsabilità dei poteri forti verso gli ultimi, i più deboli. Solo qualche mese fa, il Presidente Americano Biden, annunciava il ritiro delle truppe americane dalla missione in Afghanistan entro l’11 settembre ed è bastato raggiungere al 90% questo obiettivo per vedere vanificato, ad opera dei talebani, quanto era stato ottenuto.
Ma a causa di chi o di che cosa è accaduto tutto questo? Di chi sono le colpe? E’ questo ciò su cui ci si interroga da giorni…l’abbandono degli stati forti, anni di impegno buttati via…probabilmente, invece bisognerebbe interrogarsi se quell’aiuto portato avanti era realmente la risposta giusta al problema o se piuttosto fosse necessario partire dal dialogo, lanciato dall’appello recente di Papa Francesco “…pregare il Dio della Pace affinché cessi il frastuono delle armi e sia trovata una soluzione al tavolo del dialogo…solo così le martoriate popolazioni di quel Paese potranno tornare alle proprie case e vivere in pace e sicurezza nel pieno rispetto reciproco.” Dialogo dal latino dialogus, composto da dià “attraverso” e logos, “discorso” indica il confronto verbale che attraversa due o più persone come strumento per esprimere sentimenti diversi e discutere idee. Ci siamo mai messi realmente in ascolto dei bisogni di questa popolazione? Abbiamo realmente pensato a come accoglierli nel rispetto della loro diversità culturale?
L’accoglienza, è questo il punto cruciale su cui la Diocesi di Catanzaro-Squillace e sua Eccellenza Monsignor Bertolone stanno cercando di dare risposte efficaci. Di fatti, l’accoglienza, così come specificato in un documento firmato dal direttore della Caritas Italiana, di chi arriverà attraverso le evacuazioni o, in futuro, attraverso la rotta balcanica o via mare, non potrà essere lasciata alla buona volontà delle centinaia di persone che stanno chiedendo di ospitare afghani, ma sarà gestita dal Ministero dell’Interno, il quale ha già dato rassicurazioni sul fatto che i sistemi SAI e CAS possono sopperire all’esigenza di posti di accoglienza.
L’Arcidiocesi di Catanzaro-Squillace, sensibile al dramma che sta vivendo il popolo afghano, e in direzione di un’attenzione sempre costante agli ultimi che Monsignor Bertolone porta avanti dall’inizio del suo mandato e di cui si è fatto sempre portavoce, si sta preparando all’accoglienza concreta e fattiva di persone in arrivo nella nostra terra in cerca di protezione.La diocesi aprirà le porte ad intere famiglie, con particolare attenzione alle categorie più fragili, bambini e donne. Il Vicario Generale indirizzerà una lettera a tutti i parroci per chiedere loro di segnalare case canoniche vuote o appartamenti non utilizzati, anche in uso a privati, ed anche se ci sono famiglie disponibili ad accogliere piccoli nuclei familiari o anche solo mamme e bambini.
Non sarà un’accoglienza gestita in maniera estemporanea ed improvvisata ma coordinata da una realtà ecclesiale che nella diocesi ha fatto dell’accoglienza le fondamenta del proprio servizio, ovvero la Fondazione Città Solidale onlus che gestisce attività e servizi per conto dell’Arcidiocesi ed in stretta collaborazione con la Caritas Diocesana e l’Ufficio Migrantes. Inoltre, Città Solidale metterà a disposizione anche le strutture SAI da essa gestite e già attive nella Provincia (nei Comuni di Gasperina, Catanzaro, Squillace, San Sostene, Girifalco, Satriano) ed anche quelle che saranno a breve avviate (nei Comuni di Tiriolo, Settingiano e Davoli), in linea con quanto indicato dal Ministero dell’Interno.
La Migrantes Diocesana continuerà a dare il suo contributo anche in questo percorso e segnalerà all’ufficio Migrantes Nazionale della CEI la disponibilità e l’impegno della diocesi a collaborare e mettere in atto le linee guida che saranno impartite dal Ministero dell’Interno, della Caritas Italiana e dalla stessa Migrantes Nazionale.
Città Solidale, inoltre, impegnata anche nell’ambito della formazione ed informazione, svilupperà un’azione sinergica di sensibilizzazione sul territorio, coinvolgendo parrocchie, scuole, associazioni, affinché le azioni di intervento e risposta siano frutto di un lavoro di rete mirato ed efficace, sempre nel rispetto degli orientamenti che saranno dati dalle Istituzioni preposte (Prefettura, Questura …).
Una rete tra diverse realtà per offrire risposte concrete e diventare realmente “operatori di pace”, attraverso la via alternativa che ci indica Papa Francesco: “Prenderci cura gli uni degli altri e del creato, per costruire una società fondata sui rapporti di fratellanza”. È proprio questo concetto di cura che la Diocesi di Catanzaro-Squillace ha fatto suo ed intende portare avanti anche in questa circostanza.