Il volontariato e il servizio civile per riavvicinare la politica ai giovani e alle periferie

Di seguito la nota di Rosario Bressi, presidente di Arci Catanzaro:

I dati sull’astensionismo delle recentissime elezioni ci consegnano un dato preoccupante in termini di “interesse” alle cose pubbliche da parte degli italiani. Soprattutto nelle periferie si registrano dati di astensione mai visti. Quelle periferie abitate dal disagio sociale ed economico e dai tantissimi neet (giovani che non studiano e non lavorano) che sono il prodotto di politiche educative e di sviluppo evidentemente sbagliate.

Dire che la colpa sia della politica, della classe politica, sarebbe quasi una banalizzazione. Le responsabilità sono diffuse e, certamente, la politica è chiamata ad una netta assunzione di responsabilità e ad una approfondita analisi delle cause di questo abbandono civico.

Tuttavia, e ad onor del vero, si scorge, qua e là, qualche segnale confortante e l’apertura di considerazione e ruolo di alcune forze politiche ad associazioni, reti civiche e forze informali di cittadinanza attiva, può essere un primissimo segnale, sebbene ancora insufficiente, di come si sposti realmente attenzione e interesse verso le “marginalità sociali”.

È necessario fare di più, molto di più!

La partecipazione si coltiva con la cessione di sovranità decisionale, la delega per la ripartenza dal basso partendo dai giovani, alimentando la passione civile che sta alla base di qualsiasi forma e processo di partecipazione democratica. 

Perché, “partecipo se posso incidere”!

E per incidere viene fin troppo facile, almeno per me, parafrasare ciò che scrivono Emanuele Alecci e Riccardo Bonacina, portavoce della campagna “Volontariato Patrimonio dell’Umanità”:

 «…Il volontariato è un bene unico e prezioso che riesce a rivitalizzare tutto il nostro vivere. Perciò abbiamo deciso di lanciare una campagna che mira a candidare a livello transazionale il volontariato a Patrimonio immateriale dell’Umanità. Perchè il futuro non potrà essere la riproposizione riveduta e corretta di cose vecchie ma l’ideazione di un mondo nuovo. Un mondo che veda nel volontariato la leva robusta di una sviluppo equo e sostenibile». 

Solo se cresce il volontariato, e il Terzo Settore più in generale,  e se venissero presi in maggiore considerazione nella società e dalla politica si potrebbe attivare un circuito concreto di rigenerazione del tessuto sociale.

Così come sarebbe finalmente ora di rendere il Servizio Civile “Universale”  aperto a tutti i ragazzi tra i 18 e i 28 anni che ne fanno richiesta.

Basterebbe una piccolissima parte di fondi da ricollocare con una diretta e determinata decisone politica, magari definanziando di pochi punti percentuali le spese militari annue.

Insomma, uno spreco inaccettabile di gioventù e civismo.

Ci sono queste due grandi opportunità per ricostruire partecipazione e riattivazione sociale.

La politica riparta da questi due punti per riaccendere interesse nei cittadini e per stimolare partecipazione.

Il tempo è adesso!

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