L’odissea della signora ammalata di tumore che si augura di ammalarsi di Covid-19 per essere considerata, sembra avviata verso una prima immediata soluzione. I volontari dell’Associazione malati di cancro (ACMO) provvederanno, infatti ad accompagnarla per visite presso l ‘ospedale Pugliese -Ciaccio. Non si può che plaudire alla pronta disponibilità di questi volontari e ringraziarli per la grande sensibilità ancora una volta dimostrata.
Tuttavia quanto sta accadendo dimostra, da un lato, che il volontariato c’è ed è presente ma, dall’altro, che le Istituzioni latitano colpevolmente e senza giustificazione alcuna. Non si può che provare sdegno davanti a situazioni come questa che appare del tutto inaccettabile in una collettività che vuole definirsi civile e solidale.
Resta tutta intera l’amarezza di dover ancora una volta constatare l’atavica mala gestione della sanità regionale che sostanzialmente nega diritti fondamentali quali la salvaguardia della vita umana e detta i ritmi delle varie patologie, incurante delle necessità e urgenze, con il continuo rinvio delle cure di mesi se non di anni come nel caso della signora Katia.
Ma se la sanità dimostra tutte le sue inefficienze ed incapacità, i servizi sociali non sono da meno, ed oggi sul territorio , risultano assenti quasi totalmente. Il problema, come è evidente, no è solo di natura sanitaria ma anche e soprattutto di natura sociale.
E ‘ insopportabile, infatti, lo stato d’abbandono , lo stato di solitudine denunciato e le grida di disperazione lanciate in cerca di aiuto e non si comprende perché casi come questo possano sfuggire alle strutture sociali territorialmente competenti.
E’ una ulteriore dimostrazione di quanto sia venuta meno qualsiasi forma di assistenza sociale e di assistenza sanitaria di base e territoriale proprio mentre la pandemia mette in luce tutta la gravità di una situazione che demanda ogni risposta al solo livello ospedaliero. Così è del tutto evidente come la mancanza di politiche sociali e sanitarie non possono che portare ad un impoverimento del tessuto sociale, a ingiustizie e sperequazione in un clima di continua e assillante ricerca di Santi in Paradiso. Come, d ‘altronde, non necessita di spiegazioni alcune il fatto che il sociale e il sanitario debbano marciare in forma assolutamente integrata per mettere in campo strategie comuni che abbraccino tutte le problematiche senza compartimenti stagno e vadano dalla tutela dell’ambiente, alla rigenerazione urbana e sociale per aggredire tutte le forme di povertà largamente presenti sul nostro territorio .
Il tempo trascorso senza la necessaria integrazione socio – sanitaria è ormai veramente troppo se ci rifacciamo alla legge che ne prevede l’attuazione ( L. 328 del 2000) ma lo è molto ma molto di più se pensiamo che l’integrazione rappresentava, già ai tempi della Riforma sanitaria e dell’assistenza, uno dei principi cardini su cui avrebbe dovuto fondarsi un sistema di assistenza globale e universalmente rivolto a tutti i cittadini. L’occasione del PNRR rappresenta oggi una grande opportunità per intervenire su un sistema così gravemente disastrato e potrà, se saremo capaci di spendere tempestivamente e bene , servire a migliorare e potenziare servizi e strutture.
Ma , intanto, cominciamo e da subito almeno a far dialogare fra di loro tutti i soggetti istituzionali e sociali presenti sul te1ritorio. In particolare è essenziale l’immediata cooperazione fra aziende sanitarie e servizi sociali. I volontari, come sempre, continueranno ad intervenire e a non negare il proprio aiuto per alleviare sofferenze di ogni tipo, ma non potranno mai sopperire alle deficienze della pubbliche istituzioni né sostituirsi ad esse.
Il Presidente CSV Calabria Centro
Guglielmo Merazzi