Special Olympics, 50 anni di sport per tutti

La torcia si accese nel 1968 a Chicago: erano i primi Giochi estivi. Il 2018 sarà l’anno delle celebrazioni: il movimento tornerà a Chicago, per dar vita a una settimana di eventi. Tra questi, il “Global Day of inclusion”.
ROMA – Era il 1968, quando per la prima volta, a Chicago, si accese la prima “scintilla” di un movimento destinato a crescere e diffondersi in tutto il mondo: erano i primi “Giochi estivi Special Olympics”, l’inizio di una lunga storia oggi più viva che mai, che afferma e racconta ogni giorno il valore dello sport come luogo di socialità, inclusione, superamento del limite. Con il 2018, è iniziato l’anno delle celebrazioni: il fulcro sarà Chicago, dove il movimento nacque mezzo secolo fa e dove tornerà, nel mese di luglio, per dar vita a una settimana di eventi e celebrazioni. PA inaugurare gli eventi, ci sarà la prima Coppa unificata, dal 17 al 20 luglio: un totale di 24 squadre di calcio, 16 maschili e 8 femminili, con atleti “speciali e non”, provenienti da ogni regione del mondo, si sfideranno presso il Toyota Park.
In programma c’è anche il “Global Day of Inclusion”, il 21 luglio: Soldier Field, luogo di nascita delle “Olimpiadi speciali”, ospiterà una massiccia celebrazione, un vero e proprio festival dell’inclusione, che si propone di contaminare tutto il mondo in un impegno globale per rendere le città più inclusive. Il pubblico sarà invitato a “giocare unificato”, cioè competere con gli atleti “speciali” e partecipare a una divertente competizione atletica con gli atleti Special Olympics.In programma ci sono attività sportive, giochi interattivi, mostre, appuntamenti gastronomici e spettacoli dal vivo. Infine, una serata costellata di star al Padiglione Huntington Bank a Northerly Island.
Naturalmente non mancherà l’illuminazione cerimoniale della 50a torcia delle Olimpiadi Speciali e della “Eterna fiamma della speranza”, che illuminerà tutta Chicago, a simboleggiare un mondo di accoglienza e inclusione, in cui tutti possano imparare, lavorare, competere e giocare con gli stessi diritti e le stesse opportunità. (cl)
Fonte Redattore Sociale

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