Il ruolo del CSV e la questione "sanità": intervista al presidente Guglielmo Merazzi

Con la nomina dei due vicepresidenti (Francesca Pesce e Gaetano Mazzarella) del Centro Servizi al Volontariato di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia “Calabria Centro”, si completa il processo di rinnovo che ha portato l’assemblea elettiva, il 2 luglio scorso, a scegliere i componenti del nuovo Comitato Direttivo e questi, a loro volta, il presidente.
Guglielmo Merazzi ricopre ora l’incarico di presidente di una realtà più grande, il CSV dell’area centrale della Calabria. A lui abbiamo posto qualche domanda in merito al suo impegno programmatico dei prossimi anni.
Da vicepresidente a presidente, quindi, nel segno di un “cambiamento” che ha preso avvio con la “riorganizzazione” dei CSV.
“E’ una riorganizzazione che ha portato a ridurre il numero dei CSV in Italia e che in Calabria ha avuto come esito di passare da cinque a tre Centri di Servizio. Si è trattato di un’operazione di aggregazione e semplificazione dei livelli politico/organizzativi per dare impulso ad una maggiore efficienza nell’erogazione dei servizi. Processo sicuramente complesso, ma che comincia a dare grandi risultati.
Ora che la Riforma del Terzo Settore comincia a fare sentire i suoi “effetti”, la fusione dei Centri di Servizio di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia dà avvio ad una nuova fase di crescita territoriale, che si pone come esempio, a livello regionale, di superamento dei “campanilismi” che sono spesso all’origine delle condizioni di isolamento, impoverimento e marginalità in cui versa la Calabria. E sulla scorta dell’esperienza maturata ritengo si possa conseguentemente pervenire ad un unico Centro Regionale. C’è un impegno da parte dei tre Centri – Calabria Centro, Cosenza e Reggio Calabria – in tal senso”.
In merito alla riforma, quali sono gli elementi maggiormente innovativi per gli enti del Terzo Settore?
“Il nuovo Codice del Terzo Settore, all’articolo 55, riconosce il ruolo di co-programmazione e di co-progettazione che gli enti sono chiamati a svolgere di concerto con le amministrazioni pubbliche, nella definizione delle politiche socio-assistenziali, sanitarie, ambientali. Ed in virtù di questo il CSV della Calabria Centrale si impegnerà ancor più sulla formazione delle nuove competenze e professionalità delle risorse umane operanti negli ETS. L’attività di formazione, del resto, ben si lega alle fasi di accompagnamento e di sostegno che i CSV hanno sempre garantito alle associazioni del territorio, così com’è stato per l’iscrizione alla piattaforma regionale in vista di confluire al Registro Nazionale del Terzo Settore”.
Contestualizzare quanto fatto e quanto soprattutto si farà, poi, è d’obbligo, in un momento storico dominato dalla paura di un virus che non accenna a scomparire.
“La pandemia ha messo in luce la drammaticità di una situazione socio-sanitaria che paga il prezzo di ritardi preesistenti. È sotto gli occhi di tutti, infatti, che i cittadini calabresi pagano molto per avere poco. Siamo di fronte alla negazione di diritti fondamentali che mettono a rischio la stessa sopravvivenza, ed è proprio da una politica di rinnovamento del Welfare e del SSR che dobbiamo muovere i primi passi”.
La costituzione di una rete di associazioni operanti in campo sanitario, “Insieme per i malati”, appena un anno fa, va in questa direzione?
“All’interno della rete abbiamo favorito la nascita di un Osservatorio con il compito di denunciare i gravi disservizi di cui si rende colpevole la sanità regionale, ma anche di elaborare idee e proposte, in vista di quanto potrà avvenire in fase di attuazione del Pnrr. In particolare, l’Osservatorio potrà trarre forza nel nucleo di un costituendo Centro Studi del CSV Calabria Centro, e candidarsi come punto di riferimento anche regionale.
La “questione” sanità non può però prescindere dalle problematiche ambientali e sociali. Temi che ritroviamo nell’Agenda ONU 2030 e rispetto alla quale siamo fortemente in ritardo. Un altro obiettivo all’attenzione del nuovo direttivo del CSV Calabria Centro sarà quello di estendere il piano programmatico che dovrà farsi carico dei bisogni territoriali emergenti, strutturando proposte operative e momenti di confronto e collaborazione con gli enti del territorio”.
 
Ufficio stampa CSV Calabria Centro

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