Giornata di audizioni informali per la Commissione Affari sociali impegnata nell’esame del testo di legge delega presentato dal governo. Diretta web e live twitting.
ROMA – Il terzo settore sbarca alla Camera per parlare della riforma del terzo settore: giornata di audizioni per i deputati della Commissione Affari sociali, che hanno già ricevuto e continuano a ricevere oggi una trentina di sigle per ascoltare proposte, critiche e sollecitazioni sui temi contenuti nel disegno di legge delega sulla riforma del terzo settore, le imprese sociali e la disciplina del servizio civile. Dal Forum terzo settore a CsvNet, fino alla Cnesc, un importante momento di confronto che viene raccontato anche su twitter, con l’hashtag #3settoreriforma. I lavori della Commissione vengono ripresi in diretta sulla Web Tv della Camera dei deputati e sono ripresi dai siti internet di numerose associazioni e organizzazioni.
Le audizioni sono state programmate al termine del primo giro di interventi dei parlamentari della Commissione, che dal 1° ottobre scorso hanno iniziato l’esame del testo presentato dal governo: una discussione che ha mostrato una sostanziale frattura fra i deputati di maggioranza – che giudicano positivamente il testo, pur segnalando alcune necessità di modifiche – e deputati dell’opposizione, con il Movimento 5 Stelle che si è mostrato non solo critico ma anche particolarmente sprezzante nei confronti di un mondo dipinto come luogo di sprechi e truffe.
I lavori sono iniziati alle 11,30, con una prima parte dedicata interamente all’esperienza del servizio civile: vengono ascoltate la Conferenza nazionale enti per il servizio civile (Cnesc), il Forum Nazionale Servizio Civile, l’Associazione mosaico, Cesc project, l’Associazione italiana servizio civile (AISeC). Pur essendo state convocate, invece, la Consulta nazionale servizio civile e l’A.pi.ci (Associazioni provinciali invalidi civili e cittadini anziani) non partecipano all’audizione.
Alle 13, appuntamento con il principale soggetto rappresentativo del mondo del non profit, il Forum Nazionale del Terzo settore. Un’ora dopo, alle 14, sono state ascoltate altre associazioni e organizzazioni per discutere il tema ampio della riforma del terzo settore: Conferenza permanente delle associazioni, federazioni e reti di volontariato (ConVol), Coordinamento nazionale dei centri di Servizio per il volontariato (CSVnet), Associazione di fondazioni e di casse di risparmio (Acri), Associazione difesa utenti servizi bancari finanziari postali e assicurativi (Adusbef), Cittadinanzattiva, Libera e Luca Gori, ricercatore Istituto Dirpolis-Scuola Sant’Anna di Pisa. Non hanno partecipato al confronto Caritas Italiana e Campagna Sbilanciamoci (che invieranno comunque una memoria scritta) e poi Fondazione I bambini delle fate, Fairwatch, Dipartimento advocacy dell’Associazione WeWorld onlus, Federazione volontari del soccorso della regione Lombardia e il giornalista Giuliano Marrucci.
Le reazioni. E’ stato Enzo Costa (Auser), per conto della Consulta del volontariato del Forum del terzo settore, a parlare ai deputati della Commissione Affari sociali della Camera. Sottolineando come nel mondo del volontariato la legge delega di riforma del terzo settore crea più di qualche perplessità e preoccupazione. Ciò che si dice nelle discussioni sul territorio è che c’è molta impresa sociale e poca promozione del volontariato: “facciamo attenzione, perché mentre riformiamo l’intero settore non è possibile che penalizziamo la promozione sociale che poi rappresenta quasi i tre quarti dell’intero terzo settore”. A discendere dalla considerazione portata da Costa è la richiesta di un apposito Fondo per il volontariato, parallelo a quello attualmente previsto dal ddl delega per l’impresa sociale. Un Fondo dunque dedicato agli investimenti in beni materiali e immateriali e che supporti quelle associazioni di promozione sociale o organizzazioni di volontariato che vogliano investire. Il Forum ha portato anche un documento scritto e una serie di emendamenti già preparati che sono stati consegnati ai deputati.
Ci sono opinioni discordanti fra le organizzazioni ascoltate in Commissione Affari sociali sul tema del servizio civile nell’ambito del disegno di legge delega di riforma del terzo settore. In realtà, sulla gran parte dei temi le associazioni parlano un linguaggio comune e condiviso, ma sul tema dei rapporti fra il servizio civile nazionale e le varie forme di servizio civile regionale sorte negli ultimi tempi le divergenze sono state evidenti. Oltre al servizio civile previsto dalla normativa nazionale, e inquadrato all’interno dell’art. 52 della Costituzione come “difesa della Patria”, ci sono oggi altre e svariate esperienze di servizio civile a livello regionale. Alcuni enti hanno chiesto che in questa nuova legge “si tenga conto di queste esperienze” e la possibilità di continuare a farle. “No grazie, meglio di no – hanno detto altri -: le regioni avranno sempre la loro autonomia ma qui parliamo di una normativa nazionale che deve avere una sua propria impostazione ed essere ovunque omogeneo”. Generale la richiesta che il servizio resti della durata di 12 mesi. Licio Palazzini, presidente della Cnesc, ha giudicato positivamente “il cuore costituzionale del provvedimento”, quindi il mantenimento del servizio civile sotto l’orbita della difesa della Patria, e confermato la bontà della scelta dell’accesso su base volontaria. Ma senza parlare di obbligo, perché del resto, come dice anche Borrelli, “abbiamo superato l’obbligo di leva, sarebbe anacronistico metterne un altro”.
Il presidente di Banca Etica, Ugo Biggeri, ha esposto ai deputati alcune proposte di modifica alle normative nazionali e internazionali, ritenute necessarie per far crescere le esperienze positive di finanza al servizio del bene comune. Prima tra tutte una chiara definizione di finanza etica, il cui concetto l’istituto bancario auspica venga reintrodotto nel testo, al fine di creare norme capaci di stimolare la finanza realmente al servizio del bene comune e dell’interesse. La seconda proposta ha riguardato poi gli incentivi fiscali e la riduzione delle barriere agli investimenti nel Terzo settore.
Gli altri incontri. Alle 17 sono state ascoltate Alleanza delle cooperative italiane sociali, Banca Popolare Etica, Emergency, Transparency International, Giovanna Melandri presidente di Human Foundation, Centro ELIS, Harambée-Africa international e Centri di aiuto alla Vita (Cav). Alle 18, hanno concluso la giornata Guardia di finanza, Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, Consiglio nazionale del notariato (Cnn).
Dopo questa giornata, l’esame della legge di riforma del terzo settore proseguirà giovedì prossimo, 13 novembre, con altre audizioni informali: alle 14 saranno sentite la Conferenza delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano e le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil: a loro, alle 15, seguiranno Corte dei conti, Istat, Agenzia delle entrate, Autorità nazionale anticorruzione (Anac), Istituto per lo sviluppo della formazione professionale dei lavoratori (Isfol).
Fonte: Redattore Sociale