A volte si inizia a fare solidarietà senza pensarci troppo, e solo per dare seguito ad un “bisogno” interiore di aver cura dell’altro: ma la solidarietà ha le sue motivazioni sociologiche, giuridiche e filosofiche che fa bene conoscere, anche per rafforzare la naturale propensione verso l’altro e dare ad essa un nome.
Il decennale dell’associazione “Vita Preziosa” di Taverna, celebrato all’interno dei festeggiamenti in onore del patrono S. Sebastiano, ha rappresentato così l’occasione per ricordare alla cittadinanza quanto sia stato fatto per il miglioramento delle condizioni di vita delle persone con disabilità, ma anche per sentirsi rinvigoriti dalle parole di chi, di solidarietà – sebbene da punti di vista diversi – ne capisce davvero.
Seduti tra i banchi della bellissima chiesa di S. Domenico arricchita dai preziosi quadri di Mattia Preti, i volontari delle associazioni presilane (Acmo, Associazione Banda Musicale, Associazioni sportive, Avis, Auser Albi, Cosmos, Nati per Leggere, Lupi della Sila, Pro Loco di Taverna, Starcana, Su il Sipario, Trischine e Taberna radici e oltre) hanno potuto ascoltare dalla voce di Tommaso Marino, vicepresidente della Fish Calabria, di Stefano Morena, direttore del Centro Servizi al Volontariato della provincia di Catanzaro, di Domenico Rocca, presidente dell’associazione di protezione civile “Diavoli Rossi” di Tiriolo e di don Maurizio Franconieri, parroco di Taverna – con la moderazione della giornalista Rosanna Bergamo – cosa significa fare solidarietà oggi.
In un tempo in cui si è provveduto allo smantellamento dei servizi di welfare per ridurre il debito pubblico, ed in cui il processo socio-assistenziale è divenuto lo scambio di prestazioni mercantili – ha affermato Marino – occorre contrastare le disuguaglianze con la ricostruzione dei contesti di solidarietà, a partire dal valore della persona. Eppure la solidarietà è il cemento che tiene unita la società – ha proseguito Rocca senza mezzi termini – ed anche le persone con disabilità rappresentano un valore aggiunto in un contesto sociale sempre più disumano. Quel che è certo è che il termine “solidarietà” è ormai inflazionato, e che basta far riferimento alla parabola del Buon Samaritano per riscoprirne, al di là del significato religioso, gli elementi fondanti: prossimità nei confronti dell’altro, e quindi azione, concretezza, relazione e, naturalmente, gratuità. “Essere volontari non significa solo prendersi cura dell’altro, ma saperne individuare i bisogni ed agire per darvi soluzione – ha dichiarato Morena – E’ importante che il volontariato impari ad agire “politicamente” per farsi ascoltare nella programmazione dei servizi”.
E se in parte è vero che si decide di far volontariato per rispondere ad un sano egoismo, è ancora più vero che il prendersi cura nasce dal bisogno di essere amati, a detta del parroco don Franconieri. Volontario è colui che libera il suo tempo a favore dell’altro, ed intervenendo sul suo bisogno gli riconosce dignità di uomo. Un po’ come hanno fatto in questi dieci anni i volontari di “Vita Preziosa”, sin dall’inizio guidati dal fondatore Pino La Gamba – che da poco tempo ha lasciato la presidenza a Francesco Vavalà – e di tutte le associazioni, aventi vocazioni diverse, del territorio presilano, vero e proprio capitale sociale che, sempre secondo La Gamba, non va disperso.
Ufficio stampa CSV Catanzaro