Giornata disabilità, "una società che include è una società più forte e sicura"

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Quest’anno la ricorrenza è stata funestata dalla strage in California. Il Capo dello Stato rivolge un pensiero alle famiglie, la presidente della Camera Boldrini punta sull’inclusione scolastica, quello del Senato Grasso confida in una società più accogliente. Ma c’è chi si rifiuta di festeggiare.
ROMA – E’ un 3 dicembre particolare. Il mondo celebra la Giornata internazionale della disabilità asciugandosi le lacrime per la strage di san Bernardino (California), dove due coniugi hanno ucciso 14 persone e ne hanno ferite altre 17, all’interno di un centro per disabili. Nelle stesse ore, il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon, ha ricordato: “Quest’anno celebriamo la Giornata internazionale all’indomani dell’adozione dell’ambizioso Programma di sviluppo che guarda, con i suoi obiettivi, al 2030. Questo piano d’azione mondiale ci impegna a prendere tutte le misure affinché nessuno sia lasciato solo. La costruzione di un mondo sostenibile a lungo termine, nel quale nessuno venga escluso esige un impegno senza tregua da parte di tutti, disabili e non. Un buon numero delle questioni affrontate nel Programma di sviluppo 2030 interessano le persone disabili, e noi dobbiamo convogliare i nostri sforzi per concretizzare gli impegni presi”. E ha continuato: “All’inizio dell’anno, i partecipanti alla terza Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulla riduzione dei rischi di catastrofe hanno constatato che le persone disabili potevano largamente contribuire a promuovere l’adozione di strategie di preparazione alla catastrofi e di interventi, in caso di catastrofe, accessibili a tutti. L’anno prossimo i partecipanti alla Conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo urbano durevole (Habitat III) esamineranno un nuovo programma di sviluppo urbano che punta a rendere le nostre città accessibili a tutti e sostenibili a lungo termine. In questo contesto sarà di cruciale importanza consultare le persone con disabilità”.
“Non lasciamo sole le famiglie”. Il capo dello stato, Sergio Mattarella, ha avuto un pensiero per le famiglie. “In questa giornata, un pensiero è rivolto alle famiglie delle persone con disabilità, per il ruolo essenziale che svolgono nell’aiutare i propri cari a superare le barriere di ogni giorno e per il peso, emotivo e spesso anche economico, di cui sono gravate. L’impegno è di non lasciare sole le persone con disabilità e le loro famiglie, per far sì che l’accesso pieno alla vita per tutti scaturisca in modo naturale dalla nostra appartenenza alla comunità e non, ancora una volta, soltanto dalla fatica quotidiana dei singoli”. E ha aggiunto: “La Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità è un punto di riferimento fondamentale per la tutela dei loro diritti verso una piena inclusione e partecipazione nella società. Troppe barriere sono ancora di ostacolo alla piena fruizione dei diritti di cittadinanza da parte di chi è portatore di una disabilità, sia essa fisica, mentale o relazionale. E’ compito della società nel suo insieme, delle istituzioni, dei corpi intermedi, delle famiglie, dei singoli, abbattere questi muri e far crollare le barriere, fisiche e culturali, che impediscono una piena partecipazione alla vita della società. La diversità, delle scelte e delle abilità, è un patrimonio comune: la capacità di rispondere ai bisogni delle persone con disabilità è il metro attraverso cui si misura la nostra convivenza civile. La vita di tutti ne uscirà arricchita”.
E successivamente, incontrando al Quirinale una delegazione dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti e dell’Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecita’-IAPB Italia, ha aggiunto: “Le persone con disabilità non devono essere solo i destinatari delle politiche di sostegno a loro dedicate. Devono diventare, realmente, soggetti attivi, delle decisioni legislative e amministrative che li riguardano. Perché non c’é nessuno che possa conoscere e rappresentare i problemi di una categoria di persone meglio di chi questi problemi li vive giorno dopo giorno”. Il capo dello Stato ha ricordato che “una piena inclusione delle persone con disabilità e con disabilità visiva, passa attraverso alcuni nodi centrali: sono essenziali in particolare i temi dell’istruzione, del lavoro e della prevenzione”.
“E’ in un’ottica di convivenza e di amicizia che vi propongo di considerare la presenza di ragazzi con disabilità dentro le vostre classi. Questa presenza non è un problema da risolvere ma una grande opportunità da cogliere perché anche in questo caso la diversità è un valore”. E’ quanto ha affermato la presidente della Camera Laura Boldrini. Che ha spiegato: “Relazionarsi da pari a pari, senza supponenza, con un compagno o una compagna di classe che ha una abilità diversa dalla nostra è un fatto che ci arricchisce, che ci consegna un altro punto di vista sulle cose del mondo. Il pieno inserimento nel percorso formativo, quindi, oltre ad essere un diritto della persona con disabilità, è anche una occasione di conoscenza e di crescita civile per tutti noi. Una società che accoglie e che include è una società molto più forte e più sicura”.
Da parte sua, il presidente del Senato Pietro Grasso ha aggiunto:”Sono molte, anzi troppe, le difficoltà che le persone diversamente abili incontrano ogni giorno e che rendono complicata la vita quotidiana, persino incontrare amici o parenti o svolgere attività nel tempo libero. Se la situazione è questa, non possiamo nasconderlo, è chiaro che finora le istituzioni non hanno fatto tutto quello che era doveroso per fornire alle persone con disabilità e alle loro famiglie il sostegno necessario. Si può e soprattutto si deve fare di più, per arrivare a ‘una scuola e una società sempre più accoglienti ed inclusive”. Per Grasso, l’impegno dello Stato deve essere quello di “garantire a tutti, indistintamente, attraverso le proprie leggi e i servizi offerti alla collettività, di poter godere appieno di quei diritti fondamentali che i costituenti seppero individuare scrivendo la nostra Costituzione, ovvero il ‘pieno sviluppo della persona’ e l’ ‘effettiva partecipazione’ di tutti i cittadini alla vita politica, economica e sociale del Paese”.
L’impegno di Inail, Mibact e Cip. A Roma il direttore centrale Pianificazione e comunicazione dell’Inail, Giovanni Paura, ha introdotto i lavori del convegno “La disabilità non è un problema”. Ricordando l’impegno dell’Inail nei confronti delle persone con disabilità allorché, negli anni passati, ha esteso il tradizionale mandato di garantire un’esistenza dignitosa agli infortunati sul lavoro e tecnopatici, “interpretando la propria missione oltre i limiti e i compiti di un ente assicuratore”. Un impegno con cui l’Istituto ha accompagnato, e talvolta perfino preceduto, le conquiste sociali di tutte le persone disabili, infortunate e non.
“Non c’è niente da festeggiare”. Solo poche ore prima, un messaggio chiaro e una presa di posizione dura era arrivata da Salvatore Usala, malato di Sla. “Non celebreremo la Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità, anche se grazie alla nostra lotta si è riusciti ad ottenere forse l’unico risultato positivo degli ultimi anni: il rifinanziamento del fondo nazionale per le non autosufficienze a 400 milioni di euro”. Proprio questo è infatti il nodo critico: nessun altro risultato è stato raggiunto, per garantire i diritti delle persone con gravi disabilità in Italia: soprattutto, non ha ancora visto la luce quel Piano nazionale che il Comitato chiede da anni e che solo potrebbe garantire un impiego razionale, equo ed efficace delle risorse. “Noi vogliamo celebrare 365 giorni l’anno di diritti garantiti alle persone con disabilità – aveva spiegato ancora Usala – Per questo chiediamo al governo di mantenere la promessa fatta al mondo della disabilità di definire un Piano nazionale per le non autosufficienze entro l’anno 2015”. (daiac)
 
Fonte Redattore Sociale

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