AUSER: Viaggio nell’Italia della solidarietà

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Presentato il libro “Il saper fare. Viaggio nell’Italia della solidarietà , le buone pratiche dell’Auser”: una raccolta di oltre 40 esperienze, progetti, attività e servizi messi in campo dall’Auser e dai suoi volontari in tutta Italia.
Oltre cento volontari Auser, in rappresentanza dei 46.000 che ogni giorno portano avanti iniziative e progetti solidali, si sono dati appuntamento a Roma il 20 gennaio, in occasione della presentazione del libro “Il saper fare. Viaggio nell’Italia della solidarietà , le buone pratiche dell’Auser”.
E’ un vero e proprio viaggio nell’Italia della solidarietà quello realizzato dall’Auser Nazionale alla scoperta della migliori buone pratiche dell’associazione e di un’Italia che non si arrende, che non si chiude in se stessa. Una raccolta di oltre 40 esperienze, progetti, attività e servizi messi in campo dall’Auser e dai suoi volontari che tocca tutte le regioni dello stivale.
Il volume ci parla dell’impegno sul campo di migliaia di donne e uomini di tutte le età e del loro desiderio di partecipare alla vita in modo attivo e al miglioramento della comunità in cui agiscono. E la colorata legenda del volume dell’Auser, ci racconta che ben dieci ambiti di attività sono parte integrante di questo viaggio nella solidarietà: i beni comuni, l’ambiente, le donne, l’immigrazione, la cultura e l’apprendimento, la solidarietà internazionale, l’aiuto alla persona, il rapporto fra le generazioni, il welfare di comunità, il turismo sociale. Segno evidente di quanto l’Auser dalla sua costituzione nel 1989 ad oggi, abbia saputo costruire legami solidali nel territorio, rapporti aperti e costruttivi con gli enti locali e con il mondo del terzo settore.
Ci sono i 1500 ragazzi delle scuole superiori che in Piemonte vanno a far visita agli anziani soli a casa o nelle case di riposo. A Crema in una “Officina dell’Aiuto” i volontari raccolgono, riparano e forniscono gratuitamente a chi ne ha bisogno gli ausili ortopedici o medicali offerti da privati cittadini e da case di riposo. La stessa cosa succede in Calabria, a Crotone, con il progetto “garantiamo la mobilità” che offre aiuto alle persone con temporanee difficoltà motorie e in difficili condizioni economiche, attraverso il riutilizzo di ausili ortopedici dismessi. Sempre in Calabria a Cosenza nel 2010 ha aperto i battenti “l’ambulatorio medico senza confini” aperto a chiunque non abbia la disponibilità economica per sostenere cure mediche o il diritto di accesso al Servizio sanitario nazionale. A Bolzano i protagonisti sono gli ultraottantenni coinvolti nel progetto “il pomeriggio conosce cose che il mattino nemmeno sospettava” con una serie di attività all’insegna del concetto che si può dare sempre vita agli anni. In Veneto i volontari dell’Auser dedicano il loro tempo ai malati di Alzheimer o demenza senile ed ai loro familiari nel “progetto sollievo”. In Toscana hanno raggiunto quota 800 le volontarie coinvolte nelle “Sartorie della Solidarietà” nate nel 1995 ed attualmente presenti con 54 postazioni tra Firenze, Prato, Pisa, Lucca, Piombino e Livorno. Il loro scopo principale è quello di finanziare progetti di solidarietà internazionale. A Trani, in Puglia, nella sartoria della solidarietà le volontarie Auser insegnano a cucire a un gruppo di dieci donne segnalate dal Centro di salute mentale.
Sparsi per l’Italia ci sono progetti di integrazione per gli immigrati, corsi di computer per superare l’analfabetismo digitale, servizi di supporto alle donne vittime di violenza, volontari impegnati nella vigilanza di parchi, giardini per bambini, musei e biblioteche e tanto altro ancora.
“Quello che pubblichiamo è un condensato di esperienze, di forze, di azioni, di fatti che ogni giorno, in una variegata molteplicità di contesti ci dicono che si può fare, si fa – sottolinea il presidente nazionale Enzo Costa – Bisogna dare un senso concreto alla parola solidarietà, dargli valore, passare dal valore di ciò che hai al valore di ciò che sai, sai fare e puoi donare. Il lavoro fatto con la testa (il sapere), con le mani (il saper fare) e con il cuore (la passione che metti nelle cose che fai) può essere la chiave del cambiamento. Siamo convinti – prosegue Costa- che le azioni positive siano replicabili, addirittura contagiose, e poi è fondamentale rispettare ed esaltare il lavoro che migliaia di nostre volontarie e volontari, ogni giorno portano avanti con coraggio, intelligenza e determinazione. Bisogna mettere in rete i milioni di volontari che popolano il nostro bel paese per ritrovare il “gusto” del nostro agire, quello che ci autolegittima. Le buone pratiche aiutano a riguadagnare il senso del possibile, a saper costruire visioni, a realizzare una comunità operosa. Se si vuole rafforzare la nostra democrazia, migliorare le sue qualità, occorre che ciascuno porti il proprio mattoncino, che ciascuno contrasti le derive della sfiducia e della rassegnazione con la forza delle idee, della proposta, della partecipazione, della responsabilità”.
Fonte: nonprofitonline.it
 

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