Si è svolta a Riga, venerdì 9 gennaio, la cerimonia di apertura dell’Anno Europeo per lo Sviluppo (Eyd2015).
Dopo il volontariato (2011), l’invecchiamento attivo (2012), i cittadini (2013) e la conciliazione tra famiglia e lavoro, nel 2015 sarà la volta della cooperazione e dello sviluppo, come sottolinea lo slogan scelto “il nostro mondo, la nostra dignità, il nostro futuro”. Un anno dedicato all’azione esterna dell’Unione europea e al ruolo dell’Europa nel mondo.
La decisione del Parlamento Europeo di dedicare il 2015 a questo tema era arrivata lo scorso 3 aprile, a conclusione di un lungo percorso iniziato a maggio 2011 su proposta della Confederazione europea delle ONG di emergenza (CONCORD) e del Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE).
L’Anno Europeo dello Sviluppo porrà l’accento su 12 temi, uno per ogni mese. A gennaio si comincia con “l’Europa nel mondo”, seguiranno “istruzione”, “donne e ragazze”, “salute”, “pace e sicurezza”, “crescita verde sostenibile e lavori dignitosi”, “infanzia e giovani”, “aiuti umanitari”, “demografia e flussi migratori”, “sicurezza alimentare”, “sviluppo sostenibile e azione climatica”, per concludere a dicembre con “diritti umani e governance”.
La campagna europea di sensibilizzazione servirà ad evidenziare l’impegno dell’UE in questi settori, rendendo più trasparenti le finalità, le modalità di erogazione dei finanziamenti e l’individuazione delle aree geografiche che ne beneficiano. Un sondaggio di Eurobarometro del 2013, infatti, ha evidenziato lo scarso grado d’informazione dei cittadini europei sulla destinazione e sul valore aggiunto degli aiuti erogati dall’Unione: il 50% degli intervistati ha affermato di non conoscere la destinazione degli aiuti, seppure i due terzi ritengano che la lotta alla povertà nei paesi in via di sviluppo debba essere una delle priorità principali dell’Unione europea.
L’Anno europeo per lo sviluppo vuole rappresenta anche un’occasione di riflessione sul passato, il presente e il futuro della cooperazione e delle politiche di sviluppo. I confini tra i paesi in via di sviluppo e paesi industrializzati, infatti, sono diventati sempre più sfumati. Alcuni paesi un tempo in via di sviluppo sono diventati donatori emergenti, mentre altri restano ancora intrappolati nella povertà. Nel frattempo, hanno fatto la loro comparsa nuove fonti di finanziamento e nuovi partner.
“Una delle mie priorità per questa Commissione è quella di rafforzare la posizione dell’Europa come attore globale”, ha dichiarato il Presidente della Commissione Europea Jean Claude Juncker. “Questo sarà possibile – ha continuato – solamente se i cittadini europei comprenderanno come il ruolo di Unione e Stati membri sia un beneficio per tutti nel nostro mondo interdipendente”. L’Unione rappresenta infatti il maggiore donatore mondiale: nel 2013 ha fornito oltre metà di quello che l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) definisce “aiuto pubblico allo sviluppo”. Complessivamente, nel 2013, ha speso 56,5 miliardi di euro per aiutare paesi di tutto il mondo nella loro lotta contro la povertà.
Federica Mogherini, l’Alto Rappresentante della politica estera Ue, ha dichiarato, in occasione della cerimonia di apertura, che tutti, in Europa e al di fuori, dovrebbero fare la propria parte “per un mondo più equo”. “Non è questione di carità”, ha aggiunto, “ma del nostro stesso interesse”.