L’autismo questo sconosciuto

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L’INIZIATIVA Conoscerlo, comprenderlo, viverlo: prezioso confronto tra esperti

L’autismo questo sconosciuto

Se ne è discusso in un incontro presso il complesso monumentale di Santa Chiara

I TANTI problemi connessiall’autismo (diagnosi, terapie, politiche di sostegno e via elencando) sono stati al centro di un interessante convegno presso il complesso di Santa Chiara, ultima delle numerose iniziative di “Aprile Autismo 2016”, promosse per tutto lo scorso mese dall’associazione “Prendiamoci per mano…uniti si può”, col patrocinio del Comune. L’ente era rappresentato dal presidente del consiglio Stefano Luciano («piena volontà dell’amministrazione di attuare una politica di sostegno alle famiglie, peraltro già avviata com lusinghieri risultati dall’assessore Lorenza Scrugli»), e dall’assessore alla cultura Raimondo Bellantoni il quale ha ribadito piena vicinanza alle famiglie «che quotidianamente affrontano le difficoltà legate alla disabilità” e, concordando sull’importanza di una formazione scolastica specializzata, ha assicurato altresì l’impegno della giunta Costa a sostenere simili iniziative. Ai lavori, moderati da Nunzio Foti, hanno relazionato Antonella Cuzzola, neuropsichiatra infantile e nuovo direttore della Casa della Carità: Paolo Maietta, psicologo e inventore della Terapia multi sistemica in acqua (Tma); Elena Congestri, psicologa e psicoterapeuta, Maria Giovanna Ursida.«E’ importante fare rete intorno al bambino – ha spiegato Angela Foti, presidente dell’associazione – Una rete che coinvolga Asp, scuola e famiglia, per costruire un intervento globale su misura del bambino, oltre ad una “rete sociale” per non isolarlo». Concetto ripreso dalla vicepresidente Antonella Colloca nei saluti conclusivi: «Finalmente Vibo Valentia ascolta la nostra voce e quella, muta, dei tanti bambini affetti da questa grave sindrome». Fotie Colloca hanno rivolto un ringraziamento particolare a tutti i genitori dei bimbi normodotati che hanno preso parte alle iniziative di “Premdiamoci per mano…uniti si può” , “per non aver avuto timore di far conoscere ai propri figli la disabilità di altri bambini, facendo loro capire che questi ultimi non sono poi cosi diversi». Ma poi, diversi da chi?-si è chiesta la Colloca: «Io sono diverso, come te, ma non sono diverso date. La “normalità” non esiste per il semplice fatto che bisognerebbe prima individuare i parametri. E allora vi chiedo: chi è normale? Il mio auspicio è che ci siano altri eventi, seminari, convegni, corsi di formazione, che coinvolgano sempre più persone e soprattutto il mondo della scuola in maniera propositiva e attiva». Ha ricordato che all’inizio di questa avventura si era in pochi ma «l’opera di sensibilizzazione sta avendo i suoi frutti e lo dimostra questo seminario molto partecipato. Ci auguriamo che iniziative di questo tipo coinvolgano sempre più persone che, confrontandosi su questo tema, comincino ad avere meno pregiudizi. Imparare a conoscere l’autismo significa imparare a conoscere meglio i nostri figli, perché in fondo – ha concluso – la vera ricchezza dell’umanità è la diversità, pertanto abbiamo bisogno della diversità proprio per mettere in evidenza la nostra individualtà  .

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