L’APPELLO L’Anteas si rivolge alla Regione chiedendo assistenza per la categoria
Maggiore attenzione per gli anziani del territorio
IN una realtà in cui giovani abbandonano questa terra ed emigrano in cerca di qualche lavoro, gli unici a restare sono gli anziani e ipochi ragazzi in età scolare. I vecchi soli e abbandonati a se stessi e senza alcuna forma di assistenza rischiamo seriamente l’esistenza. La crisi economica e la mancanza di fondi accentua questa problematica», Parte da questo assunto Giuseppe Garrì nel chiedere, in qualità di presidente dell’Anteas, branca del sindacato Cisl, maggiore attenzione per la categoria soggetta a «forme assistenziali da parte degli Enti pubblici quasi del tutto assenti. Pochi sono infatti i Comuni che attuano forme di assistenza domiciliare, pochi o quasi inesistenti i Centri diurni e poche sono le case di riposo socio-assistenziali deputate ad ospitare uomini e donne soli e abbandonati. I più usufruiscono di una pensione sociale non sufficiente ad assumere una badante e tantomeno a pagare la retta di degenza in una struttura di accoglienza. Le uniche realtà religiose presenti sul territorio che fino ad oggi hanno accolto queste persone, per forza di cose, quanto prima chiuderanno, perché le spese di gestione e la burocrazia sono insopportabili. Per Garri, la creazione di Centri diurni, di case di riposo, sia per donne che per uomini unita ad una forma di assistenza domici
liare integrata da parte di ogni singolo Comune, si renderebbe indispensabile ma gli enti sono Oberati di debiti e non hanno i fondi necessari per creare e far funzionare queste strutture. Ci vien da affermare, amaramente e con realtà che chi non ha denari è destinato a morire», Ha poi ricordato che la Giunta regionale ha adottato la deliberazione avente ad oggetto la riorganizzazione dell’assetto istituzionale del sistema integrato degli interventi in materia di servizi e politiche sociali la quale prevede che i servizi, in precedenza erogati dalla Regione Calabria, dall’1 gennaio scorso dovranno passare di esclusiva competenza dei Comuni, gli uffici che dovranno erogare tali servizi sono stati individuati negli Uffici di Piano. Ad oggi però, sostiene il presidente dell’Anteas, non si conoscono provvedimenti in tal senso, non sono stati individuati gli Uffici di Piano, non è stata determinata la dotazione organica e le competenze di tali uffici e tantomeno è stato emanato un regolamento attuativo di tale deliberazione”. Da qui la richiesta alla Regione di “smettere di Lavarsene le mani e ci intervenire magari incentivando l’assistenza domiciliare integrata continuativa per quelle persone che possono vivere da sole nella propria dimora e centri di accoglienza e case d iriposo per coloro i quali non sono autosufficienti”.