Agrama: un esempio virtuoso in ambito regionale di integrazione sociale

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Desiderare un futuro lavorativo dignitoso per i propri figli, con disabilità intellettive più o meno gravi, che abbia a che fare con la lavorazione della terra ed il recupero di un’antica produzione di farina di grano duro macinato a pietra, non è pura utopia. Si tratta invece di un diritto legittimo –quello al miglioramento di sé ed al potenziamento delle proprie capacità – che per un ragazzo con abilità diverse, altrimenti “condannato” al divano di casa propria, assume proporzioni ragguardevoli nel momento in cui viene riconosciuto.
All’associazione di volontariato “L’Alveare” l’hanno capito ormai da tempo, tant’è che il percorso riabilitativo perseguito con il teatro ed il nuoto si è andato con gli anni ad integrare con l’apprendimento delle tecniche di coltivazione biologica, che l’affidamento in comodato d’uso gratuito dell’ex istituto agrario di Belcastro e degli ettari di terra che lo circondano, da parte dell’Amministrazione Provinciale di Catanzaro, ha reso possibile.

Nonostante i grandi sacrifici, e lo stato di scoraggiamento causato dai reiterati furti subiti all’interno della struttura, la famiglia de L’Alveare è andata avanti, ed ora si appresta al grande salto nel mondo delle cooperative sociali con il nome di “Agrama”: “Il nostro è un esempio virtuoso di coniugazione tra pubblico e privato che merita l’attenzione da parte delle istituzioni e richiede investimenti importanti – ha dichiarato Guglielmo Merazzi, presidente della neo-cooperativa – Oltre alle notevoli ricadute che una comunità integrata può avere in termini di crescita personale e lavorativa, specie per ragazzi con difficoltà, non possiamo infatti trascurare la portata che il nostro progetto di recupero di un’antica filiera di produzione di grano, grazie all’apporto prezioso di panificatori e pastai crotonesi, assume per l’intero territorio”. Dietro al progetto di “Agrama” si nasconde infatti un ritorno alle origini: al tempo, cioè, in cui il grano “Cappelli”, coltivato nell’immenso marchesato dei Ruffo che da Crotone si estendeva a Catanzaro, rappresentava la risorsa di comprovata ed eccellente qualità dell’intero granaio a disposizione del Regno di Napoli. Non solo integrazione sociale, quindi, ma anche valorizzazione delle tradizioni agroalimentari in cui la Calabria non è seconda a nessuno: ed è per questo che i componenti di “Agrama” hanno voluto che attorno a loro vi fossero i sostenitori di sempre, ovvero il Centro Servizi al Volontariato della provincia di Catanzaro, nella persona di Mario Cortese; l’Amministrazione Provinciale, rappresentata dal consigliere nonché sindaco di Sellia Marina Francesco Mauro, e l’ex sindaco di Belcastro Ivan Ciacci. Ma anche i rappresentanti istituzionali che via via si sono aggiunti – come il prefetto di Catanzaro Luisa Latella, il consigliere regionale Arturo Bova, il presidente del Gal Kroton e sindaco di Casabona Natale Carvello, e, per conto di Libera, anche Antonietta Marchese (sedevano in platea pure il direttore del CSV di Catanzaro Stefano Morena, la presidente dell’associazione Ave-Ama Ninetta Cristallo ed il comandante della stazione di Belcastro Michele Caggiano) – hanno ammesso di confidare nella bontà del progetto.

Del resto, non si potrebbe fare diversamente: perché i veri protagonisti di questo bellissimo sogno, erano lì, con il grembiule indosso ed il rossore timido sulle guance, soddisfatti di avere impastato la farina e dato la forma al pane fragrante che faceva bella mostra di sé sulla tavola ornamentale della sala. A conferma degli straordinari effetti in termini di autonomia e di crescita professionale che l’esperienza agricola sortisce in ciascuno di loro, con l’appoggio incondizionato delle famiglie. Il loro futuro è, infatti, in quegli ettari di terra che sono stati sottratti all’incuria ed all’abbandono, e nell’attività di accoglienza, produzione e ristorazione che si cercherà di avviare: del progetto che sta dietro “Agrama” si parlerà intanto in Consiglio Regionale, in vista della nuova programmazione 2014-20 che, con le rassicurazioni del consigliere Bova, prediligerà il sostegno di progettazioni unitarie alla consueta dispersione di contributi frammentati. Ma in primo luogo bisogna pensare alla sicurezza della struttura, già ricadente in un territorio vessato dalla malavita organizzata, con un sistema di videosorveglianza che scoraggi altre “incursioni”: “Quello che viene fatto qui rappresenta un’esperienza “di nicchia” per l’intera regione – ha affermato il prefetto – Il vostro progetto merita un’attenzione particolare, perché ha ricadute importanti dal punto di vista sociale ma anche economico, andando ad investire nel settore dell’agro-alimentare, che poi è la forza trainante della Calabria”. E se il mondo dell’associazionismo presente all’incontro, dal CSV a Libera e ad Ave-Ama, ha ribadito la necessità di operare insieme per il superamento delle difficoltà, Nino Dell’Acqua, tra i fondatori de L’Alveare ed ora di “Agrama”, ha richiamato tutti a tornare con i piedi per terra: “In questi anni abbiamo ricevuto numerose pacche sulle spalle, ma abbiamo visto pochi gesti concreti. Diamo alla disabilità la definizione che vogliamo, ma ciò che ci interessa è restituire a questi ragazzi la dignità che meritano, e per farlo abbiamo bisogno del sostegno di tutti voi”.

Ufficio stampa CSV Catanzaro

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