Fonte: CSVnet
L’associazione “Tutori nel tempo” di Ferrara è la prima nella regione di adulti disponibili a prendere in carico i minorenni privi di riferimento: ne rispondono davanti alla legge, ma soprattutto li seguono e orientano nelle scelte di vita. Una risposta all’emergenza stranieri non accompagnati
Si chiama “Tutori nel Tempo”, si è costituita nel 2016 a Ferrara ed è la prima associazione in Emilia-Romagna formata da tutori volontari. È lei a fare da apripista allo sviluppo di questa nuova figura di volontari formati alla tutela di tutti i minori privi di figure adulte di riferimento, perché orfani o perché i genitori sono stati sospesi o decaduti dall’esercizio della responsabilità genitoriale.
Tutto è nato nel 2015, quando a Ferrara l’Ufficio dei diritti dei minori del comune e Agire Sociale, il Centro di servizio per il volontariato, hanno promosso un progetto per sensibilizzare la comunità locale e favorire la formazione di questi adulti disponibili ad assumersi la tutela legale di minori. Il primo corso per tutori volontari due anni fa ha raccolto una ventina di partecipanti, tra volontari di associazioni, professionisti e studenti che, a vario titolo, si occupano di minori. L’iniziativa si è collocata all’interno di una progettualità più ampia che, a livello regionale, ha visto in campo altri CSV e, a livello locale, riconosce tra i suoi partner il Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, il Servizio regionale politiche famigliari, il tribunale per i minorenni di Bologna, il tribunale di Ferrara, enti pubblici e associazioni.
“Il tutore volontario, – dice Laura Roncagli, presidente di Agire Sociale, – rappresenta la possibilità di offrire al minore una figura significativa per la sua vita e il suo futuro, per costruire insieme un progetto educativo personalizzato in base alla reciproca conoscenza, fiducia e relazione tra il tutore e il minore stesso. Le esigenze intercettate nel nostro territorio riguardano soprattutto storie difficili, e oggi in particolare quelle di minori stranieri non accompagnati”.
A livello nazionale parliamo di 9.761 minori arrivati in Italia senza genitori su 85.170 migranti sbarcati sulle nostre coste solo dal 2 gennaio al 4 luglio 2017 (dati del Viminale aggiornati al 27 giugno 2017); mentre a fine dicembre 2016, i minori stranieri non accompagnati (Msna) presenti nel territorio italiano erano 17.373. Ma di moltissimi di questi ragazzi si perdono le tracce. Secondo un recente rapporto di Oxfam, una parte finisce in reti criminali e in traffici di prostituzione, spaccio o lavoro nero, un’altra parte sfugge alle identificazioni sperando di raggiungere altri paesi europei.
Dal termine del corso ferrarese ad oggi sono state formalizzate 5 tutele, di cui 4 minori stranieri non accompagnati e 1 bambina italiana, mentre altri 3 tutori volontari stanno affiancando altrettanti minori stranieri soli e sono in attesa che si formalizzino gli atti per prestare giuramento presso il giudice tutelare di Ferrara. Tutti i tutori volontari formati e attivi, disponibili ad esercitare il loro impegno, saranno inseriti nell’albo introdotto dalla legge quadro sull’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati (n. 47/2017).
“Sono esperienze importanti ma anche difficili, soprattutto perché limitate nel tempo, – spiega Andrea Firrincieli, presidente di Tutori nel Tempo. – Ad oggi siamo chiamati a occuparci soprattutto di minori stranieri arrivati in Italia senza genitori, in una fascia di età che va dai 15 anni in su. In un periodo di tempo breve dobbiamo giocarci tutta la nostra conoscenza e fiducia reciproche con ragazzi che hanno alle spalle dei vissuti complessi. Operiamo in parallelo con la comunità affidataria e, insieme, cerchiamo di dare vita a un progetto educativo di accoglienza che comprenda anche la possibilità, per il ragazzo o la ragazza, di raggiungere l’autonomia e quantomeno un lavoro dopo i 18 anni”.
“Siamo figure adulte di riferimento diverse dal tutore istituzionale, – spiega Firrincieli, – che tuttora interviene nella maggior parte dei casi ed è il sindaco del comune di residenza del ragazzo, con possibilità di delega a figure facenti parte della rete di accoglienza. Un tutore istituzionale ha certamente un apparato a sua disposizione ma non riesce, di fatto, ad essere accanto ai ragazzi, anche perché somma diverse decine di minori in tutela. Con l’impegno di volontari formati la tutela dell’infanzia e dell’adolescenza diventa cittadinanza attiva e una sorta di genitorialità sociale. Essere tutore non significa accogliere in casa, ma fare incontri periodici, anche bisettimanali, non solo per rispondere del minore dinanzi alla legge, ma soprattutto per ascoltarlo e dare sostegno concreto orientandolo nelle scelte scolastiche e di vita”.
In prospettiva “Tutori nel Tempo” intende rafforzare la rete dei tutori volontari, unendosi alla campagna nazionale che sta partendo per raggiungere quota 18 mila tutori volontari, tanti quanti sono i Msna attualmente nel territorio italiano.
In Emilia-Romagna la Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, in accordo con il tribunale per i minorenni di Bologna, ha aperto di recente l’avviso pubblico per la selezione dei tutori e per la loro formazione, che sarà programmata nei capoluoghi di provincia. A Ferrara la seconda edizione del corso sarà specifica per minori stranieri non accompagnati e inizierà con un seminario di sensibilizzazione, in programma sabato 7 ottobre presso la sede del CSV, promosso da comune di Ferrara, associazione Tutori nel Tempo, Agire Sociale, Camera minorile di Ferrara. Il corso vero e proprio, che partirà all’inizio di novembre, è in collaborazione con il progetto “Minori e giovani stranieri non accompagnati: azioni di inclusione e autonomia” finanziato all’interno del bando “Never Alone: per un domani possibile” e con il Tavolo adolescenti provinciale.
© Disegno di Giulia Boari