Vibo Valentia. Roberto Garzulli “Le Donne fanno bene al volontariato”

Vibo Valentia. Roberto Garzulli “Le Donne fanno bene al volontariato”

Vibo Valentia. Le Donne fanno bene al volontariato, lo afferma il Presidente del CSV di Vibo Valentia il Dott. Roberto Garzulli in occasione del convegno svoltosi giovedì 8 marzo presso l’ISS “De Filippis – Prestia” dal titolo “Donna oltre il Silenzio” organizzato dal Centro Servizi per il Volontariato. “Le associazioni, con una forte presenza di volontarie, registrano un maggior dinamismo organizzativo, una maggiore disponibilità a fare rete con altri soggetti. Le organizzazioni di volontariato dove l’elemento femminile è prevalente, mostrano una più evidente combinazione dei caratteri tipici della “modernità” con quelli della “originarietà” dell’azione volontaria, armonizzati in nuove combinazioni e soluzioni”. Quando le donne si dedicano al volontariato, lo fanno con maggiore impegno rispetto agli uomini, almeno in termini di tempo e a rendere più difficile e faticosa l’azione volontaria delle donne è il doppio impegno lavoro-famiglia che lascia ben poco spazio ad altre attività.

Relatrici del partecipato incontro, l’Avvocato Stefania Figliuzzi e l’Avv. Anna Piane volontarie dell’Associazione “Attivamente Coinvolte” che hanno portato sul tavolo di discussione la violenza sulle donne e il femminicidio facendone argomento di dialogo e riflessione. Avv. Stefania Figliuzzi “Viviamo in un mondo complesso e disorientante, e, tra le problematiche più attuali e gravi, troviamo ai primi posti il tema della violenza, a tutti i livelli. E se volessimo restringere il campo, la parola femminicidio è forse tra le più utilizzate, una di quelle che sentiamo e leggiamo più spesso. Negli ultimi anni i media hanno portato all’attenzione casi estremi di violenza sulle donne che hanno catalizzato l’attenzione e sono divenuti nuovo stimolo per dibattiti e riflessioni. Si rimane sempre più sconvolti e sbalorditi da certe barbarie, ma oltre alla condanna morale e ufficiale, forse c’è anche un modo più incisivo di affrontare il problema: la discussione. Conoscere certi fenomeni e commentarli alla luce di un percorso di riflessione costituiscono un’arma vincente che può far presa sulle giovani generazioni affinché possa davvero crescere con nuove prospettive e un’educazione al rispetto della diversità di genere

E’ proprio dalla scuola che deve partire una nuova visione del rapporto tra i sessi e tra le diversità. Le ragazze e i ragazzi tanto coinvolti da questa esperienza potranno farsi portavoce di una nuova sensibilità e di una nuova consapevolezza che porti all’azione. Purtroppo la violenza è radicata nei comportamenti quotidiani, così la formazione e l’educazione a riconoscere i germi di violenza e i pregiudizi può consentire di non considerare l’omicidio come effetto esclusivo di raptus, e può aiutare a costruire una qualità di vita e di rapporti sociali autentici e rispettosi.  “Le nuove generazioni diventano dunque veicolo di nuovi valori. Un altro elemento significativo è il fatto che i giovani possano farsi portavoce, tra pari e all’interno delle loro famiglie, di queste riflessioni e di una nuova sensibilità che dia dignità ai generi e alle loro peculiarità, che sani una concezione storicamente di parte e deficitaria”.

Avv. Anna Piane: “Il convegno ha inteso affrontare, partendo dalla solenne affermazione del principio di eguaglianza dell’articolo 3 della Costituzione, l’importante e sempre crescente ruolo che, con grande dedizione e non senza sofferti sacrifici personali, le donne hanno saputo svolgere nella società italiana. Il ruolo della donna, infatti, a partire dal secondo dopoguerra e fino ai giorni nostri, ha sempre costituito un importante strumento per la crescita e la coesione sociale, anche grazie all’impegno di molte di loro in ruoli chiave nelle istituzioni e nella società civile. Di contro bisogna considerare come la condizione femminile sia ancora oggi oggetto di un fenomeno insidioso, spesso sommerso ma ultimamente sempre più alla ribalta, costituito da fatti di violenza psicologica e fisica che ne mortificano la dignità e, talvolta, la stessa incolumità fisica”.

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