Si può osservare scientificamente una emozione? Di certo no. Ma di emozione occorre parlare quando i nostri occhi si trovano a guardare corpi di persone che, nonostante la malattia, riescono ad andare oltre il loro stesso limite. Persone che ridiventano protagoniste della loro vita, che ritrovano lo spazio e il tempo di un’esistenza che la malattia ha negato che non si rassegnano all’immobilità e che ritornano ad essere visibili. “Non arrendersi anche difronte all’impossibile”. E’ la sfida lanciata da pazienti ed operatori del Centro Diurno del Centro Clinico San Vitaliano che nella palestra dello stesso centro hanno dato vita ad un “atelier” di terapie espressivo corporee dal titolo “CorporalMente” dimostrando, ad una nutrita platea composta da familiari, medici ed esperti del settore fisiatrico e fisioterapeutico, l’effettiva applicazione delle terapie espressivo corporee e come queste, rompendo gli schemi dei tradizionali metodi del “prendersi cura” , riescano a coinvolgere il paziente in una dimensione globale.
Corpo, mente, relazioni, emozioni in fondo costituiscono la base di una cura efficace dove “psiche e soma” coesistono in una identità funzionale che consente, nella diagnosi, di cogliere nella concretezza e nei dettagli l’unitarietà e la complessità della persona mentre permette, nel processo terapeutico, una maggiore efficacia attraverso la globalità dell’intervento fondato su un sistema simbolico immaginativo, impressioni sensoriali ed emotive di un “inconscio corporeo”. A dare il benvenuto ai tanti ospiti presenti sono stati il Direttore sanitario Giuseppe Mancuso, lo pneumologo Rosario Le Piane e la fisiatra Talarico che ha sottolineato come, all’interno del Centro Diurno, sia prevista anche la presa in carico individuale del paziente. Ma i protagonisti della serata sono stati loro: Luana, Amalia, Rosaria, Michele, Andrea, Simone, Giuseppe, Antonio, Rosanna, Teresa, Pasquale, Mimmo, persone affette da patologie degenerative neuromuscolari come Sla, Sclerosi Multipla, Parkinson, parkinsonismo e gravi disabilità psico-fisica supportati dall’equipe multidisciplinare del Centro Diurno formata dal fisioterapista Stefano Fasano, dalla logopedista Francesca Fiozzo, dalla terapista occupazionale Valentina Rubino dall’educatrice Maria Masciari, dall’ operatore Giuseppe Umbrello con l’amichevole partecipazione, per l’occasione, dell’educatrice Roberta Verbaro. L’equipe in questo percorso è stata supportata dalla terapeuta espressivo corporea Elena Sodano. “Fu chiesto a Franco Basaglia, che cosa farebbe se il black-out capitasse improvvisamente a casa sua? E Basaglia rispose: accetterei il buio e mi metterei a fare con gli altri un’attività giusta per il buio.
Ecco – ha detto la Sodano – per noi terapeuti il rischio di non fare nulla e lasciare le persone nei loro mondi isolati, contratti e noiosi è qualcosa di moralmente e professionalmente insostenibile. La Terapia espressivo corporea non si arrende e, attraverso specifici stimoli, fa muovere l’impensabile e riesce a sradicare i pazienti da quello stato depressivo che molto spesso si cura solo con i farmaci. Essere ammalati non significa essere rassegnati o invisibili ed è nostra responsabilità trovare strategie utili per ridare al paziente la forza del “posso ancora farcela”. E quella forza i pazienti del San Vitaliano l’hanno dimostrata tutta, con il corpo e con la voce attraverso forme plastiche, posture morbide, gestualità inaspettate che hanno fatto vibrare anche le più dure corde emozionali. Nella palestra del San Vitaliano è stato ricreato uno spazio simbolico ed emotivo in grado di entrare dentro ad ogni sogno infranto riannodando i fili del “sono ancora vivo”. Expression Primitive, Contact improvvisation, DanceAbility, sono queste alcune delle tecniche proposte dai pazienti supportati di musiche specifiche previste nel metodo Benezon grazie alla quale hanno potuto superare i loro limiti e stare sulla scena da protagonisti. CorporalMente è stata l’occasione per il Centro Clinico San Vitaliano di far conoscere al territorio le attività che si svolgono all’interno del suo Centro Diurno che, come ha sottolineato il direttore Mancuso, “pone al centro il paziente ed il suo benessere”.