VIBO_PROV
DOPO L’ADESIONE ALLO SPRAR I SODALIZI DISCUTONO SUI TEMI DELL’ACCOGLIENZA A TROPEA
Migranti, associazioni a confronto
Annarita Castellani
TROPEA
Il mondo associazionistico tropeano torna ad occuparsi dello Sprar (il Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati emanato con decreto nel 2016 dal ministero dell’Interno), trattando nel dettaglio la normativa che, per strutturare il sistema di accoglienza, chiama in causa tutte le associazioni di un territorio.
Tropea aveva aderito allo Sprar nell’ottobre dello scorso anno, accogliendo il protocollo stipulato tra la Prefettura di Catanzaro, la Regione e la sezione regionale dell’Associazione nazionale Comuni italiani, per il miglioramento del sistema di accoglienza dei richiedenti la protezione internazionale.
La Consulta delle associazioni tropeane e del territorio, retta da Ottavio Scrugli, a poca distanza dalle forti polemiche scaturitesi in quel periodo, non solo per l’adesione del Comune di Tropea al protocollo, si era di fatto ripromessa di affrontare in maniera esaustiva l’argomento. E nell’ultimo incontro, tenutosi all’ex monastero di Santa Chiara, ampio spazio esplicativo sul tema hanno quindi avuto il colonnello Pasquale Romano, presidente dell’associazione “Il gabbiano Anna Maria”, e Fabrizio Purita, esperto di organizzazioni non governative presso lo Stato della Colombia. «Abbiamo reso edotti i nostri soci sul contenuto della normativa – ha precisato il presidente Scrugli – soprattutto perché la disposizione, che apre alle associazioni, struttura il complesso processo integrativo moltissimi comparti della società, tra cui appunto le associazioni. Quindi abbiamo chiarito cosa e come ciascuno di noi possa dare in termini di azioni integrative valide. Informazioni preparatorie, in attesa della stipula di un bando da parte del Comune. Tra le varie cose chiarite – ha aggiunto Scrugli – c’è soprattutto quella di potersi unire con altre associazioni o cooperative operanti in questo senso anche in altre regioni, al fine di potersi attivare su Tropea. È dunque chiaro come ogni associazione possa svolgere un ruolo fondamentale in un processo ben più ampio. E da questo confronto abbiamo anche sondato il terreno, scoprendo la disponibilità ad agire di presidenti o delegati delle associazioni della Consulta. Ciò – ha poi concluso – non può che testimoniare il pieno favore del mondo associazionistico tropeano a questo protocollo d’intesa. Sono diverse già le associazioni che vorrebbero poter dare una mano in tal senso, nell’ottica anche di una sorta di scambio culturale oltreché di crescita per la nostra stessa città»
.