La terapia del sorriso e la battaglia del piccolo Daniel per combattere il tumore

 

 

La terapia del sorriso e la battaglia del piccolo Daniel per combattere il tumore

Il bambino di San Costantino di Briatico ha raccontato la sua storia alla trasmissione Le Iene. Il legame con i medici dell’ospedale di Catanzaro e anche con gli altri pazienti è rimasto forte

Daniel con la "iena" Nina

 

Daniel con la “iena” Nina

CRONACA

Daniel, 10 anni e la terapia del sorriso. È stata questa l’arma in più per sconfiggere un male grande, un tumore che non ha cambiato il suo modo di affrontare la vita. Una battaglia che ha portato un piccolo vulcano di vitalità, originario di San Costantino di Briatico, ad avere ancora più consapevolezza dell’importanza di vivere a pieno i giorni, di coltivare amicizie, di essere da supporto per gli altri. La sua storia è stata raccontata in un servizio della nota trasmissione televisiva “Le Iene”, andato in onda su Italia1 (in foto Daniel con la iena Nina Palmieri). E proprio qui ha parlato del suo calvario, iniziato con una diagnosi terribile: linfoma di Hodgkin, tumore maligno che colpisce le ghiandole linfatiche.

La vita di Daniel si trasforma rapidamente e viene sottoposto ad interventi chirurgici per la rimozione di 9 linfonodi oltre alla chemioterapia. Da sconfiggere, non solo un male che toglie le forze ma anche la noia delle lunghe attese in ospedale. A Catanzaro, però, il giovanissimo paziente diventa un vero e proprio animatore portando sorrisi e speranze a chi, come lui, attraversa momenti difficili. Ancora oggi, quando il cancro è stato superato ed i capelli sono tornati a crescere, il legame con il nosocomio, i medici, gli infermieri e con i ragazzi lì ricoverati si mantiene saldo. Anzi saldissimo. Il ritorno tra i reparti è una vera festa nonostante le malattie, gli alti e bassi delle cure, i sentimenti di impotenza dinanzi ad un amico non al top. Un messaggio positivo per chi, oltre a terapie adeguate, ha bisogno del calore che solo un abbraccio può dare. Lo stesso calore con cui il suo paese lo ha accolto al termine del lungo percorso terapeutico.

 

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