Lotta alla mafia, a Lucano il premio Pio La Torre
L’iniziativa è finalizzata a valorizzare casi ritenuti di alto valore civile e politico, aventi come protagonisti sindacalisti, amministratori locali e giornalisti che svolgendo la loro attività si sono particolarmente distinti nella difesa della democrazia
Giovedì 13 settembre presso la sala Santi della sede della Cgil nazionale a Roma verrà consegnato, durante una cerimonia solenne, il “Riconoscimento alla memoria di Pio La Torre”. Il premio giunto quest’anno alla seconda edizione celebra i 36 anni dall’approvazione della legge Rognoni-La Torre che ha introdotto nel nostro ordinamento il reato di associazione di tipo mafioso. Pio La Torre è stato un sindacalista e parlamentare noto per il suo impegno sui temi della lotta alla mafia, la pace, la democrazia e la legalità e fu ucciso a Palermo il 30 aprile 1982, insieme al suo collaboratore Rosario Di Salvo.
I premiati
L’iniziativa è finalizzata a valorizzare casi ritenuti di alto valore civile e politico, aventi come protagonisti sindacalisti, amministratori locali e giornalisti che, svolgendo la loro attività, si sono particolarmente distinti nella difesa della democrazia, nella prevenzione e nel contrasto alle mafie, alla corruzione, all’illegalità e per la diffusione di una cultura della legalità e della responsabilità. I vincitori del riconoscimento di questa seconda edizione sono il sindaco di Riace, Domenico Lucano, per la categoria amministratori pubblici, la segretaria generale della Cgil di Benevento, Rosita Galdiero, per la categoria sindacalisti, la giornalista per Il Mattino di Padova, Cristina Genesin, per la categoria giornalisti.
Sarà inoltre conferita una menzione speciale ad altre due persone per categoria che, pur non avendo ottenuto il riconoscimento, sono state giudicate meritevoli dalla giuria di un attestato di pubblica stima. L’incontro sarà presieduto da Stefania Pellegrini, direttrice del Master Pio La Torre in “Gestione e riutilizzo di beni e aziende confiscati alle mafie” dell’Università di Bologna. Ad aprire il dibattito l’intervento del figlio, Franco La Torre.