“Mi è piaciuto, lo rifarei”. Quel volontariato giovane della via Emilia
Dalla ricerca “Esercizi di Partecipazione”, che ha coinvolto centinaia di studenti delle superiori in stage di volontariato a Bologna, Ferrara, Modena e Reggio Emilia (con la partecipazione dei Csv), emerge la soddisfazione e l’intenzione di proseguire anche in modo continuativo
Sette studenti delle superiori su dieci sono molto soddisfatti dell’esperienza di volontariato fatta grazie alla scuola. E ben sei di loro sono disposti a proseguire, anche in modo continuativo. È il dato più interessante emerso dalla ricerca “Esercizi di partecipazione”, presentata pochi giorni fa a Modena in un evento organizzato dal locale Centro di servizio per il volontariato, con la provincia di Modena e la regione Emilia-Romagna e con la partecipazione tra gli altri di Maddalena Colombo, docente di Sociologia dell’università Cattolica di Milano e Brescia.
La ricerca fa parte del progetto “I laboratori della cittadinanza: condivisa e partecipata”, promosso dal ministero del Lavoro e Politiche sociali, che ha permesso di realizzare tra il 2014-2017 stage di volontariato e campi di protezione civile negli istituti superiori delle province di Modena, Bologna, Ferrara e Reggio Emilia, ovvero i territori colpiti dal sisma del 2012.
L’obiettivo era indagare l’impatto che il volontariato ha sugli studenti e il grado di apertura della scuola alla comunità e al mondo del terzo settore. Il report di ricerca realizzato da Antonia Pietragalla, professionista individuata dal ministero con il supporto dei Csv delle quattro province emiliane, è l’elaborazione di 449 questionari somministrati a un campione di giovani che hanno partecipato alle attività, di 4 focus group e di 13 interviste in profondità.
Oltre agli “esiti” dell’esperienza di volontariato sono da evidenziare i fattori che hanno determinato negli studenti la decisione di aderire al progetto: l’ambito di intervento dell’associazione in cui svolgere lo stage ha contato per il 67% dei ragazzi; la qualità dell’intervento in classe dei volontari e degli operatori per il 57%; la prospettiva di ottenere un credito formativo riconosciuto dalla scuola ha influito ugualmente per il 57%; mentre le reti informali, famiglia e amici sono state indicate dal 45% del campione.
Per quanto riguarda l’apertura della scuola alla comunità e al terzo settore, sono emersi utili spunti in merito alle linee strategiche del Programma operativo nazionale (Pon) e alla legge di riforma comunemente definita “Buona scuola”, che ha introdotto importanti novità sul rapporto della scuola con il territorio e la promozione della cittadinanza attiva.
Alcune testimonianze dei ragazzi protagonisti del progetto sono state raccolte in questo video.
La sintesi della ricerca si può leggere a questo link. Per informazioni contattare il Csv di Modena a info@volontariamo.it.