Gli enti: «Sul servizio civile non c’è dialogo con il Governo»
A dirlo è stato il presidente della Cnesc Licio Palazzini che, in occasione dell’anniversario dei 30 anni dell’organizzazione ha sottolineato come stiano iniziando ad emergere «le preoccupazioni legate all’incerta situazione creata dalla riduzione dei fondi stanziati dalla legge di Bilancio»
«Siamo in una situazione di rapporto con le istituzioni originale: non siamo in una situazione di conflitto, siamo però in una situazione di non dialogo. Con due negazioni non si va da nessuna parte». Licio Palazzini, presidente della Cnesc (la Conferenza nazionale degli enti per il servizio civile), ha deciso di iniziare così il suo intervento all’incontro pubblico per i 30 anni della organizzazione, incontro sul tema “L’impatto del servizio civile sui giovani e sulle comunità”, svolto in occasione della giornata nazionale dell’obiezione di coscienza e del servizio civile che si celebra il 15 dicembre.
Una considerazione non scontata, ma di stretta attualità anche perché stanno iniziando ad emergere «le preoccupazioni legate all’incerta situazione creata dalla riduzione dei fondi stanziati dalla legge di Bilancio», e all’incontro romano hanno brillato le assenze del sottosegretario a nome del governo ed anche del direttore del ministero per il servizio civile, «entrambi invitati per tempo utile per poter inserire l’appuntamento nelle rispettive agende», sottolinea Palazzini a Vita. Il presidente aggiunge: «Che il servizio civile sia oggi la principale esperienza del Terzo settore nelle potenzialità è un dato che continuiamo a proporre alle istituzioni. L’istituzione attuale non ha fornito elementi su cosa intende fare e l’assenza di oggi del sottosegretario alle Pari opportunità, politiche giovanili e servizio civile Vincenzo Spadafora e del direttore governativo del Servizio civile nazionale è un’occasione persa. C’era l’opportunità se non altro di ascoltare», conclude sconsolato.
E quale sia in estrema sintesi il valore del servizio civile, al convegno romano l’ha detto Giovanni Bastianini, ex presidente della consulta nazionale: «Il servizio civile per molti giovani è stata la scoperta che esiste una società, oltre agli individui». Una opportunità per la crescita di tutta la società, dunque. Una realtà ora messa a dura prova, visto che la legge di Stabilità che il Parlamento sta approvando in questi giorni riduce gli stanziamenti a 148 milioni: «Ci sarà posto per 20.000 giovani, a fronte delle domande per 2019 che nell’agosto scorso erano già arrivate a 40 mila», ha ricordato Palazzini nel corso del suo intervento sottolineando come il servizio civile in Italia sia garantito da una legge dello Stato, ma solo a parole visto che ci troviamo con 180 operatori pubblici che devono fare fronte ai 53 mila giovani che fanno servizio civile, non solo dunque un grave problema finanziario aperto dalla legge di Stabilità ma anche una difficoltà ad operare.
Il presidente della Cnesc ha colto l’occasione per ribadire anche quale servizio civile «a noi interessa e piace: vogliamo un servizio civile impegnativo, che dura 12 mesi, con priorità per la crescita educativa dei giovani. Per questo non siamo d’accordo che l’orario possa essere concentrato in 2-3 giorni alla settimana. Vogliamo un servizio civile ambizioso, fatto di persone che ancora oggi credono che non violenza è il futuro del mondo, un servizio civile che promuove il valore della libertà. Il servizio civile che noi vogliamo realizzare non solo è dunque contro corrente ma è di minoranza non solo fra gli adulti, ma anche fra i giovani».