La cattiva sorpresa per il mondo no profit
L’ANALISI In legge di Bilancio arriva a sorpresa il taglio del regime Ires con aliquota agevolata al % previsto all’articolo del Dpr /. La modifica costerà, in due anni, circa milioni di euro in termini di maggiori imposte a carico di enti no profit e pubblici attivi in settori di particolare rilevanza sociale.
È quanto emerge dalla relazione tecnica all’emendamento alla legge di Bilancio atteso oggi dall’Aula del Senato, che abroga con effetti immediati la riduzione al % dell’Ires per gli enti dotati di personalità giuridica che operano in settori di interesse generale, quali assistenza sociale, sanità, beneficenza, istruzione, alloggio sociale.
A pagare le conseguenze della modifica saranno anzitutto i soggetti non profit, che nell’attuale periodo transitorio non possono ancora beneficiare dei nuovi regimi fiscali agevolativi introdotti dal Codice del Terzo settore (Dlgs /).
Va ricordato, infatti, che la riforma del Terzo settore ha previsto la disapplicazione dell’agevolazione di cui all’articolo del Dpr / per gli enti che si iscriveranno nell’istituendo registro unico nazionale solo a seguito del via libera alle nuove misure agevolative da parte della Commissione europea. Dunque, in attesa che scattino gli specifici regimi forfettari previsti dalla riforma, gli enti no profit avrebbero potuto continuare a beneficiare del taglio dell’Ires al %, la cui abrogazione a questo punto farà scattare per questi enti il regime di tassazione con aliquota ordinaria.
Peraltro, a farne le spese saranno anche gli enti religiosi civilmente riconosciuti per i quali la riforma del terzo settore aveva mantenuto in vita la riduzione Ires del % per le attività commerciali diverse da quelle principali anche successivamente all’entrata in vigore dei nuovi regimi forfettari.
L’emendamento, inserito in extremis nella revisione alla manovra, rappresenta una vera e propria sorpresa per il mondo del no profit e del volontariato. Come dichiarato da Claudia Fiaschi, portavoce del Forum nazionale del Terzo settore, con la soppressione dell’agevolazione sarebbero proprio gli enti che perseguono finalità di interesse generale a pagare il prezzo dell’accordo con l’Europa, con effetti gravemente penalizzanti nel periodo transitorio in cui si attende la piena operatività della riforma fiscale del Terzo settore.
Va considerato, infatti, che l’eliminazione della riduzione al % dell’aliquota Ires dovrebbe comportare un aumento di gettito che in base alle stime della relazione tecnica dovrebbe essere pari a circa milioni di euro per il , per poi salire a circa milioni annui per il e per il . A questo punto per il , in attesa la piena efficacia della nuova disciplina fiscale prevista dalla riforma del Terzo settore, per gli enti si profila un raddoppio del carico tributario.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Il taglio in manovra dell’Ires con aliquota agevolata costa milioni agli enti del Terzo settore