Rosita Mercatante
I tempi della disaffezione dalla politica e dalla gestione delle questioni pubbliche sembra essere solo un lontano ricordo per la città. Perlomeno questa è la conclusione a cui sono giunti i cittadini, giovani e meno giovani, e i rappresentanti istituzionali, che hanno risposto all’invito dell’associazione “Insieme per il bene comune”, che in collaborazione con altri sodalizi operanti sul territorio tra cui “Libera”, “Condividiamo” e il Csv, ha proposto di sviscerare il tema della cittadinanza attiva.
L’incontro svoltosi nella biblioteca comunale e dal titolo “Abitare la città. Partecipare per il bene comune” ha dato seguito ad una serie di appuntamenti che hanno avuto inizio lo scorso 7 marzo quando in un’assemblea pubblica a cui hanno preso parte oltre 250 vibonesi sono state raccolte proposte da realizzare per rivitalizzare il capoluogo e risolvere vecchie problematiche.
Poi il 13 maggio è stata la volta della stesura di un patto per la città che prevede l’impegno dei cittadini a collaborare in maniera costruttiva con l’Amministrazione comunale e a non chiedere mai nulla di personale a chi siede sugli scranni di Palazzo Luigi Razza. L’apertura da parte del sindaco Maria Limardo a includere i cittadini nelle scelte da compiere per la città è stata dichiarata pubblicamente durante il discorso pronunciato nel giorno del suo insediamento ed ha assunto una forma più chiara durante l’intervento di sabato: «Il punto di partenza del mio programma sarà quello di stabilire un rapporto vero e autentico con la popolazione per dare valore alla parola democrazia che comprende quella di libertà, uguaglianza e partecipazione». A soffermarsi con una spiegazione accademica sul significato del prendere parte alla vita della comunità è stata Daniela Ropelato, docente di Scienze politiche e vice presidente dell’Istituto Sophia di Loppiano: «Se la città diventa lo spazio in cui ciascun abitante riesce ad esprimere la propria pienezza, di conseguenza si svilupperà il senso di appartenenza ad essa. Partecipare non può prescindere dal sentirsi parte di una realtà civile e sociale per cui si avvertirà il desiderio di collaborare attivamente».
In quest’ottica non si parla più di Governo, in cui il potere viene demandato a chi riveste delle cariche pubbliche, bensì di co-governance dove istituzioni e cittadini non solo sono interlocutori ma questi ultimi assumono un ruolo attivo, concreto. A tirare le somme dell’incontro che ha registrato la voce di molti interventi, è stato Ferdinando Pietropaolo, presidente del sodalizio che ha verbalizzato l’impegno di portare avanti attività concrete di collaborazione, e fornire in Consiglio comunale i regolamenti che servono per lo sviluppo della partecipazione nella città: quello dell’amministrazione condivisa e dei beni comuni.
Dopo la firma del patto per la cittàconfronto con il sindaco