CALABRIA
Fronte comune contro la criminalità Riflettori di Libera puntati sui cantieri Scollegato titolo nero
Rosaria Marrella Pizzo
Arriva un momento in cui non si può stare in mezzo e allora si deve decidere da che parte stare. E Pizzo ieri lo ha dimostrato scendendo in campo; tutti insieme: politici, sindacalisti, imprenditori e cittadini. La lotta alla criminalità organizzata non permette tregua.
“No pizzo a Pizzo” con questo slogan Libera, sollecitata da cittadini e in particolare da Saverio Bartolomuzzi, ha voluto esprimere la propria vicinanza agli imprenditori vittime degli ultimi e attentati intimidatori. Il sit-in si è tenuto ieri sera presso il cantiere in cui sorgerà il nuovo complesso parrocchiale “Risurrezione di Gesù” e, dove nei giorni scorsi è stata data alle fiamme una trivella dell’impresa Cooper Poro.
«Dopo Nicotera ci ritroviamo a Pizzo – ha sostenuto il referente provinciale di Libera, Giuseppe Borrello – per dare luce ad un luogo che, purtroppo, è stato “illuminato” dalle fiamme della trivella; invece noi vogliamo dare luce col nostro impegno e con la nostra presenza che vuole essere un segnale di vicinanza e di solidarietà alla Cooper Poro, a tutte le imprese ed ai commercianti che continuano ad investire nel nostro territorio, nonostante tutto. È nella difesa del lavoro e del diritto di fare impresa che si gioca la partita contro la ‘ndrangheta e, dunque, c’è questa necessità assoluta di essere presenti in queste importanti manifestazioni. C’è un territorio– ha evidenziato – che è stanco di subire la violenza ed i soprusi della ‘ndrangheta; stanco di trovarsi in fondo alle classifiche. Un territorio che vuole metterci la faccia e che vuole essere libero da ogni tipo di condizionamento della mafia; e libero di poter costruire un futuro per le nuove generazioni. Un territorio finalmente libero di potersi esprimere, e valorizzare quelle che sono le sue bellezze, senza subire, appunto, questi atti intimidatori». Alla manifestazione era erano presenti pure i vertici della cooperativa, decisi a non mollare: «Questo è un momento di sensibilizzazione nei confronti di tutte le imprese», ha detto il presidente della cooperativa, Pata. «Sono un socio-lavoratore ed è chiaro che bisogna difendere i soci e le loro famiglie. Dobbiamo andare avanti perché se le imprese sane vanno via, il territorio è a rischio desertificazione. La possibilità di creare opportunità di lavoro è importante per fare andare avanti il nostro territorio. Abbiamo bisogno del sostegno di tutti, dalle forze dell’ordine alle istituzioni; di investimenti e di un certo tipo di cultura. Le organizzazioni criminali sono radicate dove c’è disagio economico e sociale dunque istituzioni e politica è il momento che stabiliscano il futuro di questa regione. E nell’epoca della globalizzazione mi auguro che la Calabria si possa collegare al resto del mondo». Oltre al sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo, anche gli amministratori di Rombiolo e Sant’Onofrio nonché il prefetto Francesco Zito. «Ci sono modi diversi di testimoniare la vicinanza – ha chiosaZito – però una cosa è manifestare a casa o davanti a un giornale la contrarietà alla mafia e un’altra è essere qui, come siete adesso voi».
Le indaginidei carabinieri
La città ha fatto vedere il suo volto. I napitini dicono no al sopruso e al fenomeno di recrudescenza che sta cercando di inserirsi in un tessuto sociale in cui la violenza non ha mai attecchito.
Gli ultimi attentati intimidatori che si sono consumati ai danni di due imprese che si sono affacciate da pochi mesi in città sono stati immediatamente stigmatizzati da tutta la cittadina.
Sul piano delle indagini, invece, i carabinieri sono all’opera per cercare di fare piena luce sugli attentati messi in atto ai danni dalla Cooper Poro di Rombiolo, alle prese con la costruzione di un complesso parrocchiale. e della Calabra Maceri.