VIBO – Immobili “offerti” alle associazioni L’assessore intende vederci chiaro

 

 

 

VIBO

Immobili “offerti” alle associazioni L’assessore intende vederci chiaro

Piuttosto lungo l’elenco dei morosi fino ad oggi tenuto nei cassetti «Molti hanno già fatto sapere che intendono mettersi in regola»
Fari puntati pure sugli alloggi di edilizia popolare dove la situazione è molto ingarbugliata

Tonino Fortuna

Non ci sono solo i fabbricati di pregio in mano ai privati dai quali il Comune stenta a racimolare i quattrini del canone di locazione. Ci sono anche altri immobili di proprietà di palazzo “Luigi Razza” su cui l’assessore all’Urbanistica ha chiarito che sarà necessario approfondire una ricognizione, specie in questa fase, nella quale l’Ente rischia il secondo dissesto finanziario. Non sfugga che il piano di rientro approvato dal pubblico consesso, deve ancora ottenere il lasciapassare del Viminale e della Corte dei Conti.

Risorse quelle dei fabbricati affidati ad enti, associazioni e non solo che non possono andare più in cavalleria, come accaduto negli anni passati. I contratti, in alcuni casi, ci sono. L’assoluzione dei medesimi dovrà passare a breve al vaglio degli uffici. Ma procediamo con ordine: c’è un fabbricato all’interno della Villa comunale affidato allo Sporting Club per mille euro annui; l’ex delegazione di Vibo Marina, invece, è stata concessa alla Pro Loco e alla Federazione di pallavolo per appena 600 euro, con una convenzione del 2017.

Deve versare qualcosa in più, ovvero 1560 euro annui, l’associazione ciechi per l’immobile di via Ruggero il Normanno. Ammonta a 2400 euro, inoltre, il canone per lo stabile dato alla società operaia. E non finisce qui. Dovrebbe pagare la medesima cifra, ovvero 2400 euro, il centro di aggregazione sociale di Vibo Marina che detiene l’immobile nel quale si trovava l’ex mercato rionale. Quattrini che probabilmente non risolverebbero i problemi della città ma certamente consentirebbero, insieme a quelli da riscuotere negli immobili di pregio, di affrontare qualcuna delle questioni aperte.

Se a questo si aggiunge che esistono trecento immobili di Edilizia pubblica residenziale di proprietà del comune, affidate ai privati, la cifra rischia di lievitare e non poco. «Alcuni di loro stanno venendo in Comune – ha chiarito l’assessore Scalamogna – per mettersi in regola. E ciò dopo che abbiamo mandato e stiamo continuando a mandare comunicazione affinché si rispetti il contratto».

La situazione, d’altronde, non è mai stata regolamentata né adeguatamente monitorata. «Basti pensare – ha concluso l’assessore all’Urbanistica – che un signore si è presentato a consegnare le chiavi di un fabbricato mai utilizzato». Insomma, lasciare che tutto scorra, panta rei, per molti anni è abbastanza semplice, tentare poi di ricondurre tutto ad una precisa regolamentazione diviene opera decisamente più complessa.

Tra i fabbricati comunali ve ne sono alcuni al momento chiusi che dovrebbero essere nuovamente fittati, o magari utilizzati per varie attività.

Tra questi figurano l’ex scuola di Bivona, nella quale per diversi anni ha operato l’associazione “Federica per la vita”, tornata di recente nella disponibilità di palazzo “Luigi Razza”. In questo caso il Comune dovrebbe trovare una soluzione affidando il fabbricato che rischia di depreziarsi

Al vaglio pure l’utilizzo dello stabile di piazza Annarumma, concesso in precedenza alla Croce rossa e ritornato all’Ente per scadenza di contratto.

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