VIBO – Impegno civile e istruzione per sconfiggere la ‘ndrangheta

VIBO

Impegno civile e istruzione per sconfiggere la ‘ndrangheta

La borsa di studio del Lions club assegnata a Federica Zagari per il suo brillante percorso
Il procuratore Curcio: «Dobbiamo scusarci tutti con i genitori di Dodò per il grande tributo pagato a questa terra»

Vittoria Sicari

“Il bene non è qualcosa che noi applichiamo – sosteneva Altiero Spinelli – ma siamo noi ed è ciascuno di noi a crearlo con le proprie azioni”. Per costruire un mondo più giusto da tramandare alle nuove generazioni non c’è perciò bisogno di eroi, ma di cittadini che rispettino le regole, di modo che la “legalità”, di cui spesso ci si riempie la bocca, non resti una parola vuota fatta di commemorazioni che lasciano il tempo che trovano.

Con questi obiettivi, si è tenuta ieri al liceo “Capialbi”, guidato dal dirigente scolastico Antonello Scalamandrè, la consegna del premio al merito in memoria di Dodò Gabriele, il bambino morto a Crotone nel 2009, per mano della ‘ndrangheta.

A ricevere la borsa di studio Federica Zagari distintasi per il suo impegno quotidiano. Alla manifestazione, organizzata dal Lions club, presieduto da Andrea Lanza, erano presenti: Francesca e Giovanni Gabriele, il sindaco della città Maria Limardo, il procuratore della Repubblica di Lamezia Terme Salvatore Curcio, per la Prefettura la dottoressa Manuela Currà, Matteo Luzza (Libera), l’ex parlamentare Angela Napoli, il giornalista-scrittore Bruno Palermo, autorità civili e militari, e naturalmente una gremita platea di studenti.

Al centro della discussione la cultura e l’impegno civile soprattutto dei giovani, perchè «senza il loro decisivo contributo – ha infatti sottolineato la dottoressa Currà – anche la repressione che le Forze dell’ordine compie quotidianamente risulterà insufficiente». Da qui l’appello agli studenti tramite le parole di Antonio Gramsci: «Istruitevi perchè avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza. Agitatevi, perchè avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo. Organizzatevi perchè avremo bisogno di tutta la vostra forza». Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del procuratore Curcio, il quale da magistrato ha partecipato al processo di primo grado e d’appello contro i sicàri del piccolo Dodò. «Francesca e Giovanni Gabriele – ha esordito Curcio – sono testimoni di un impegno personale per una rinnovata cultura della legalità. Noi comunità calabrese – ha aggiunto il magistrato – dobbiamo prima scusarci con loro per il grande tributo che hanno pagato a questa terra e poi ringraziarli per il loro impegno a favore del cambiamento». E ancora: «Questo territorio ha bisogno che ciascuno di noi faccia la propria parte per avviare una rivoluzione culturale fatta non di saperi, ma di trasmissione di principi e valori che la nostra società moderna sta disperdendo. La ‘ndrangheta si nutre dell’ignoranza – ha concluso il procuratore di Lamezia Terme – ed è per questo che “contra spem in spem credidit». E di speranza al di là di ogni speranza hanno parlato i genitori di Dodò. »Studiate»! È stato il loro monito ai ragazzi. «Perchè con la ‘ndrangheta non avete nè futuro, nè libertà: o vi ammazzano o finite in carcere». Dense di significato le parole del sindaco Maria Limardo, il quale sta avviando in città un processo di cambiamento che parte dal mettere ordine nelle Istituzione «perchè è principalmente nel disordine che si annida l’illegalità». Di cittadinanza attiva ha parlato invece Andrea Lanza, il quale ha ribadito che il ruolo del Lions è di essere a servizio della comunità.

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