Posti di lavoro e servizi in pericolo Il Terzo settore adesso alza la voce
Cristofaro Zuccalà Reggio Calabria
Il Terzo settore resta sul piede di guerra. Il Consiglio regionale sospende, prende tempo, rinvia le decisioni e mette a rischio l’erogazione dei servizi per le categorie svantaggiate. Le organizzazioni parlano di «farsa» e di «scandalo». E sono pronte alle manifestazioni di protesta. La drammaticità della situazione è emersa ieri mattina nel corso di una conferenza stampa tenuta nella sala Giuditta Levato di Palazzo Campanella dal portavoce calabrese del Forum del Terzo settore, Giovanni Pensabene, dal presidente della Consulta delle Autonomie locali e sindaco di Trebisacce, Franco Mundo, e dal componente della Consulta e Aris regionale Luciano Squillaci. In buona sostanza si aspetta da quasi vent’anni il regolamento attuativo della legge di riforma 328 del Duemila, già esecutiva in tutto il resto del Paese. Calabria maglia nera in Italia, dunque.
«E pensare – ha affermato Pensabene – che nel novembre di due anni fa la questione sembrava risolta con l’approvazione della delibera di Giunta regionale 449. Invece siamo ricaduti nell’incertezza a causa dell’annullamento della delibera ad opera del Tribunale amministrativo regionale. Sono state istituite le Consulte e si è riformulato il regolamento. È seguita l’approvazione della Giunta con il conseguente invio alla terza commissione del Consiglio regionale. Qui si è bloccato ancora una volta l’iter procedurale per l’emissione dei regolamenti attuativi», su strutture, professionalità degli operatori, rette. Siamo ancora alla legge 5 dell’87. Di qui gli squilibri esistenti in un contesto non regolamentato. Il regolamento adesso è impantanato non si sa fino a quando. «Siamo a fine legislatura – ha aggiunto Pensabene – e stiamo quasi per traguardare vent’anni di inadempienze. Non potremo mai essere adeguati agli standard di centinaia di realtà: c’è da vergognarsi anche se a me spiace evidenziarlo». Sono 404 le strutture che si occupano di anziani, disabili, minori, bambine abusate, donne in difficoltà, tossicodipendenti e non hanno potuto avere accesso ai finanziamenti nazionali. «Né la Regione si è mai dotata dal 2003 ad oggi per disciplinare le associazioni di promozione sociale come Acli, Arci ed altre».
Posti di lavoro a rischio. Luciano Squillace ha sottolineato: «Da cinque anni lavoriamo su un regolamento che stenta a vedere la luce. È una cosa molto strana. Dovrebbe essere la Regione a pretendere le regole dal Terzo Settore per la gestione dei servizi e, invece, succede il contrario. Dopo l’ennesima doccia fredda, abbiamo necessità di capire quali saranno le mosse successive perché alcuni degli enti che si erano messi a norma oggi si trovano con requisiti superiori e rischiano di chiudere. È il momento di agire».
Tra associazioni, cooperative e organizzazioni interessate al regolamento un centinaio operano nella sola provincia di Reggio. Infine ecco il pensiero di Mundo: «In Consiglio regionale si è arenato tutto su basi molto pretestuose. Non vorrei pensare a logiche perverse, però la cosa mi sembra strana. Non siamo qui per tutelare interessi particolari magari di coloro che già usufruiscono di rette, ma per garantire servizi allargandoli ad una logica di mercato concorrenziale».
Annunciatala mobilitazione
Posti di lavoro in pericolo al pari dei servizi a favore delle categorie più deboli. Nel Terzo settore si vivono momenti di estrema gravità. Si passa alla protesta. Luciano Squillaci (componente di Consulta e Aris Calabria) annuncia la mobilitazione generale. In occasione della riunione della terza commissione del Consiglio regionale, la prossima settimana, i rappresentanti di tutte le categorie manifesteranno a Palazzo Campanella.
Ieri mattina il presidente della Consulta delle autonomie locali e sindaco di Trebisacce, Franco Mundo, ha chiesto al presidente della terza commissione un’audizione per un’immediata soluzione della vertenza. (c.z.)