VIBO
Beni culturali per “tutti” La sfida dei volontari Fai
Rosita Mercatante
Hanno il merito di aprire le porte dei beni culturali che altrimenti rimarrebbero serrate al pubblico, di illustrare in modo accattivante la storia del luogo ai suoi cittadini, e ancora di spronare la comunità e le istituzioni a prendersi cura del proprio patrimonio culturale. Sono i volontari del Fai che con le loro azioni quotidiane portano avanti una vera e propria missione che, senza dubbio, può essere definita ardua ma che, alla luce di un impegno decennale, ha prodotto i suoi frutti.
Dalla prima iniziativa con cui la delegazione vibonese della Fondazione, presieduta da Teresa Saeli, ha invitato la comunità a riscoprire i tesori d’arte nascosti tra le vie del centro storico, si sono susseguite una serie di proposte che hanno riscosso successo e apprezzamento. In vetta alla classifica per partecipazione si piazzano le Giornate Fai di Primavera, divenuto un appuntamento fisso della bella stagione che ha registrato migliaia di adesioni (cinquemila i visitatori accorsi nel 2017 per ammirare i mosaici romani di Sant’Aloe). Poter tracciare un bilancio positivo non vuole essere però per il gruppo dei volontari della cultura un motivo per autoincensarsi. La “maturità” raggiunta si è tradotta nella spinta appassionata a prefiggersi obiettivi ancora più importanti: tradurre i valori del Fai in fatti concreti.
«Fino ad ora siamo riusciti a incuriosire e affascinare un pubblico eterogeneo con i nostri eventi culturali. Adesso vogliamo riuscire ad essere artefici di un processo di rigenerazione dei nostri beni» ha detto la delegata Claudia De Masi, spiegando che l’aspettativa più grande riguarda Palazzo De Riso – Gagliardi, la speciale location che ha ospitato per il secondo anno consecutivo gli appuntamenti delle festività natalizie trasformandosi in un luogo di aggregazione e di incontro.
Lo storico edificio, tuttavia, dopo la giornata conclusiva del Natale Fai (fissata per il 18 gennaio) tornerà ad essere inaccessibile, silenzioso e senza vita. «Chiuderemo il portone – ha aggiunto – con la speranza di aver al più presto notizia dell’avvio dei lavori di ristrutturazione del palazzo rimandati da troppo tempo. Averlo aperto eccezionalmente al pubblico ci ha dato la possibilità di mostrare da vicino i segni che il tempo e l’incuria hanno prodotto e di riportare l’attenzione sulla sua trascurata bellezza perché siamo convinti che proporre la riscoperta di un luogo significa anche mettere in evidenza le urgenze e sollecitarne la loro risoluzione». Intanto prima della chiusura ci sono ancora quattro giorni a disposizione per visitare la mostra d’arte allestita con numerose opere di artisti locali.
Il sodalizio fa il puntosulle attività del 2019e pensa ai progetti futuri