CALABRIA
Giornate Fai, fari puntati sul tempio votato al culto di Persefone
Rosita Mercatante Vibo Valentia
Una festa di piazza dedicata alla bellezza che ha entusiasmato centinaia di visitatori. Qualcuno sbarcato a Vibo appositamente. Nel fine settimana ad approfittare, difatti, dell’opportunità di conoscere da vicino il sito archeologico di località Còfino, nell’ambito delle Giornate Fai all’aperto, non sono stati solamente i vibonesi. Si è trattato di un’edizione particolarmente speciale soprattutto se si mette in conto che è servita per mettere ufficialmente fine al periodo in cui la collettività ha dovuto fare a meno del contatto con i luoghi d’arte e che ha richiesto l’applicazione di nuove regole tra cui la prenotazione online e il rispetto delle norme anticovid19. Niente però che abbia potuto far desistere gli interessati: «Abbiamo registrato tantissime presenze anche oltre le aspettative. Sono stati due pomeriggi intensi – ha commentato la delegata Fai Claudia De Masi – in cui abbiamo percepito un grande desiderio da parte delle persone di conoscere questo luogo e la storia della nostra città. Dietro alla manifestazione c’è stato molto lavoro e anche un certo scetticismo. Avevamo timore che il particolare momento storico ne avrebbe condizionato la buona riuscita. Alla fine invece ci siamo dovuti ricredere e siamo soddisfatti della buona riuscita». L’evento vibonese si è caricato anche di significato per un ulteriore motivo ossia per aver spalancato i cancelli di un luogo che ordinariamente non è accessibile al pubblico. L’area sacra del Còfino risponde infatti ad una delle tappe del Parco archeologico cittadino che non è ancora stato completato. Non è però la prima volta che il Fai si rende promotore di una manifestazione del genere: era la primavera del 2018 quando aveva eccezionalmente permesso di ammirare le bellezze di questi reperti archeologici narrandone le peculiarità e le vicende dalla prima scoperta fino ad oggi. Proprio come è stato fatto durante le visite di sabato e domenica in cui le guide hanno condotto i visitatori in un vero e proprio viaggio tra storia e mito. Racconti appassionati e ricchi di dettagli quelli degli archeologi Maria D’Andrea e Manuel Zinnà e dei volontari Claudia De Masi e Filippo De Caria. I partecipanti si sono ritrovati sotto gli occhi i resti del tempio ionico votato al culto di Persefone, costruito in una posizione strategica e quasi simbolica cioè nella parte più alta della città. I materiali votivi riaffiorati dal terreno come vasi, statuette, tavolette decorate a rilievo, oggetti per la cosmesi e la statua femminile acefala, realizzata in marmo, custoditi nel museo “Capialbi” sono stati mostrati ai visitatori con l’aiuto di pannelli illustrativi installati per l’occasione. Prima di spegnere le luci e richiudere i cancelli la protagonista il concerto del fisarmonicista Arcangelo Pignatelli dedicato alla memoria dello studioso Domenico Carratelli, scomparso da qualche mese e che ha lasciato una ricca eredità di idee alla città: «Da amante della cultura e della sua terra – ha commentato Teresa Saeli capodelegazione Fai – ha sempre sostenuto le nostre iniziative. Non aveva un ruolo all’interno dell’associazione ma ne è stato sempre la mente». Infine un ringraziamento a quanti hanno collaborato per rendere possibile l’iniziativa: gli instancabili volontari, i Vigili del Fuoco, la Protezione Civile, l’associazione Retake, l’Arma dei Carabinieri e l’Assessorato alla cultura.
La due giorni chiusacon un concerto dedicatoallo studioso Carratelli