Cirò Marina – Si può parlare della Shoah ai bambini? Sotto i sei anni si può, a patto che i concetti, troppo difficili per essere compresi, siano spiegati con parole che loro conoscono, raccontarle sotto forma di storie, anche fantasiose, leggere con loro un libro, come quello di Anna Frank e primo Levi, far vedere un film come “La vita è bella”, “Il bambino con il pigiama a righe” o “Shindler’s list”. Questo ci ha dichiarato la Dirigente del Polo D’Infanzia Baby Kinder Park, Lucia Sacco, che nelle giornate precedenti il 27 gennaio scorso, “Giorno della memoria” ha svolto in tre tempi una lezione educativa con i bambini della classe uscente della “Baby Kinder Park”, I Girasoli. Una lezione in ricordo della Shoah e quindi della memoria per contribuire a formare dei bambini che possano crescere insieme “conoscendosi e rispettandosi” per evitare quanto successo nel passato”. Oggi, 27 gennaio infatti ricorreranno i 70 anni dall’apertura dei cancelli di Auschwitz. Da quel giorno del 1945 l’intera umanità si trovò a conoscere i crimini a cui era arrivato il nazifascismo. Colpa di alcuni uomini e non sicuramente di tutti i tedeschi, perché il processo che portò allo sterminio degli ebrei in Europa era iniziato con una serie di campagne di stampa, episodi e comportamenti discriminatori e razzisti, legalizzati da diverse disposizioni normative che resero la popolazione ebraica facile preda del nazifascismo. E’ proprio per ricordare, perchè il ricordo può molto e se stimolato diventa ricordo attivo, porta a farsi domande. A muovere cuore e menti facendole organizzare perché tutto ciò non accada di nuovo. Perché ricordare è un dovere che si deve ai morti e ai vivi. il “Giorno della Memoria” che viene celebrato ogni 27 gennaio, nella nazione e nelle scuole, serve proprio a non dimenticare le sofferenze di allora, per saper scegliere di evitare nuove sofferenze oggi, ad altri popoli e ad altre persone, in qualsiasi parte del mondo. Un processo educativo che attiene non solo alla Shoah, ma ai tanti “piccoli e grandi lager” sparsi ancora oggi nel mondo. Sono stati, ritornando al progetto educativo svolto dalla dirigente, “tre giornate..tre incontri emozionanti…i loro sguardi curiosi ….una realtà raccontata con serenità e semplicità… ma e’ storia e dunque verità…. che anche a noi adulti commuove riascoltarla di anno in anno…perché…….il mai più…sia per sempre mai più.
Oscare Grisolia