L’utilizzo di alcune specie animali per rendere migliore la qualità della convalescenza di un ammalato o più semplicemente per arricchire il quotidiano di un disabile o di un anziano scaturisce dall’osservazione degli effetti derivanti dall’interazione tra persone malate e la presenza di un animale. In molti casi, infatti, la prossimità di un cane o di un altro animale ha un effetto positivo che si aggiunge a quello di alcuni farmaci o altre terapie convenzionali. Tabata, Ginger e Coca sono rispettivamente i nomi di un meraviglioso San Bernardo e di due vivaci Pincher che, ammaestrati dalla loro padrona, il medico veterinario Odra Russo, lavorano con la Pet Terapy, portando sollievo principalmente a chi si trova a vivere nella sofferenza sia fisica che psicologica.
Grazie alla legge regionale n. 31 del 9 luglio 2013, che autorizza le terapie con gli animali, all’interno delle strutture sanitarie e non solo, il presidente del Centro Clinico San Vitaliano Alfredo Citrigno ha dato il via all’interno della struttura alla Pet Terapy, che ha permesso ai tre cani di giocare e relazionarsi con pazienti molto particolari proprio perché affetti da patologie degenerative neuro muscolari, come la Sclerosi multipla e la Sla. Il centro Clinico San Vitaliano è l’unico Centro in Calabria che si occupa di patologie degenerative neuromuscolari. I tre cani sono arrivati accompagnati dalla loro istruttrice, il medico veterinario Odra Russo, supportata dal medico veterinario Cristina Quattromani Piterà, entrambe esperte in Pet Terapy. Ad attenderli vi erano pazienti, familiari e l’equipe specialistica multidisciplinare del Centro Clinico San Vitaliano formata da educatori, fisioterapisti, assistenti sociali, operatori socio sanitari e infermieri, coordinati dal direttore sanitario Giuseppe Mancuso, dallo psicologo Domenico Mauro, dalla pneumologa Antonella Gualtieri e dalla caposala Caterina Ester.
A coniare il termine pet therapy fu lo psichiatra infantile Boris Levinson che, nel 1953, durante una seduta con un bambino autistico, nota che la presenza del suo cane migliora nel bambino la voglia di interagire con il terapeuta. Levinson ha dimostrato che l’affetto di un animale produce un aumento dell’autostima e agisce positivamente sul bisogno di amore dei suoi pazienti. Grande soddisfazione è stata espressa dal direttore sanitario Mancuso per l’iniziativa: “perché – ha detto – grazie alla legge regionale, anche in Calabria sarà possibile realizzare terapie alternative che rendono più sopportabile la qualità della convalescenza arricchendo il suo quotidiano di momenti spensierati come questi”. Lavorare con i cani in fondo, è una questione di cuore. Alla base dell’impiego terapeutico del cane vi è la sua capacità istintuale di non mettere in atto alcun meccanismo psicologico difensivo (quali la negazione o la falsificazione). Il cane non interpreta e non falsifica. “I benefici effetti della pet-therapy fanno capo sia all’ambito cognitivo che a quello affettivo-relazionale – ha detto lo psicologo Mauro -. Molteplici sono le ricerche che mettono in luce la possibilità che l’utente ha, durante la seduta, di dominare la propria apprensione cercando di armonizzare i rapporti sia con il terapista che con l’animale. Questo sembra che faccia emergere aspetti di cura e responsabilità, determinando cambiamenti nello stile relazionale dei pazienti. Il rapporto con l’animale aiuta, inoltre, a riconoscere i propri desideri, cosicché si sviluppa una maggiore possibilità d’espressione unita ad un miglior uso funzionale delle proprie risorse personali”. “Questi pazienti – ha detto la pneumologa Gualtieri – sono costretti molto spesso all’immobilità nei loro letti e momenti come questi possono dare davvero tanto. Quello che abbiamo vissuto oggi è un momento di attenzione alla dignità umana che noi come Centro Clinico San Vitaliano diamo quotidianamente ai nostri ospiti cercando di esaudire anche piccoli sogni come questo”.