Preoccupazioni espresse da Federico Gelli, Donata Lenzi ed Edoardo Patriarca in merito agli emendamenti presentati al Senato.
FIRENZE – Le associazioni di volontariato e alcuni parlamentari Pd vicini ad esse si dicono preoccupati per il rischio snaturamento della riforma del Terzo Settore. Ad esprimere bene le perplessità, durante un convegno a Firenze promosso dal Cesvot, è Federico Gelli, deputato Pd e presidente del Cesvot. “L’emendamento del senatore Lepri va a snaturare la riforma del Terzo Settore, e va a snaturare il ruolo, la forma e il Dna dei Centri servizi per il volontariato così come sono stati costituiti in questi anni”. “L’elemento di preoccupazione – ha detto Gelli – è da una parte la riduzione drammatica dei fondi da parte delle fondazioni bancarie, e dall’altro il fatto che rischia di saltare quella visione della riforma intesa come nuova opportunità in termini di sviluppo e incremento delle attività del volontariato”. Spiega meglio Gelli: “Con l’emendamento del senatore Lepri, i centri servizi potrebbero venir messi in competizione l’uno con l’altro, proprio come se si fosse nel libero mercato, come sei centri servizio fossero studi notarili o di commercialisti, tutto questo mi sembra assurdo”. Gelli ha poi aggiunto che “entro la fine dell’anno il Senato potrà approvare la norma” sulla riforma del Terzo Settore, dopodiché “la legge tornerà alla Camera”. Secondo Gelli, “l’iter parlamentare sulla riforma del Terzo Settore riprenderà a ottobre, una volta superato lo scoglio della riforma del Senato”.
Perplessità espresse anche da Donata Lenzi, relatrice della riforma alla Camera: “E’ necessario chiarire le divergenze e dispiace che la riforma sia bloccata al Senato. E’ importante mantenere un legame forte tra i centri di servizio e il territorio”, ma soprattutto, ha sottolineato Lenzi, “parole come concorrenza, competizione e mercato non hanno nulla a che spartire col mondo del volontariato e della solidarietà”. Parole simili dal deputato Pd Edoardo Patriarca, secondo cui “i centri di servizio sono strutture strategiche” e “se vogliamo ridare un senso al sociale e ridare spessore al territorio, il centro servizio diventa strategico”.
E poi Stefano Tabò, presidente di Csvnet, secondo cui “il testo della riforma del Terzo Settore ha dei limiti”. Nello specifico, “si propongono dei mutamenti che non hanno nulla a che fare con la visione dei centri di servizi”. Secondo Tabè, il rischio è quello dimettere in discussione “principi come la territorialità, la sussidarietà e l’autonomia”.
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Fonte: Redattore Sociale