La crisi durerà altri 5 anni, ma fa meno paura: italiani fiduciosi

Indagine Acri-Ipsos per la Giornata mondiale del risparmio. Le famiglie colpite direttamente sono ancora molte: 1 su 4. Ma il numero di soddisfatti rispetto alla propria situazione economica per la prima volta dopo quattro anni, supera quello degli insoddisfatti.

ROMA – “La crisi c’è, ma non per me”. Sembra questo il pensiero nascosto degli italiani secondo l’indagine “Gli italiani e il risparmio”, realizzata ogni anno da Acri – associazione che rappresenta collettivamente le Fondazioni di origine bancaria e le Casse di Risparmio spa – e Ipsos. La ricerca è stata presentata oggi, in occasione della celebrazione della 91ª Giornata Mondiale del Risparmio.

“Siamo quasi alla fine del 2015 e la crisi è ancora parte integrante della vita dei cittadini, che tuttora la percepiscono come grave (l’80%) e ritengono che durerà ancora per altri cinque anni. Tuttavia, migliorano sensibilmente le prospettive personali, ma anche quelle nazionali.

Le famiglie colpite direttamente dalla crisi sono ancora molte – 1 su 4 (il 25% contro il 27% del 2014 e il 30% del 2013) – ma il numero di soddisfatti rispetto alla propria situazione economica (il 55% della popolazione), per la prima volta dopo quattro anni, supera quello degli insoddisfatti: di ben 10 punti percentuali. Tutte le aree del paese denotano un miglioramento, ma questo è particolarmente visibile nel Nord Ovest, dove sono soddisfatte 2 persone su 3 (67% di soddisfatti, +9 punti percentuali rispetto al 2014). Al contempo si riduce il numero di coloro che denunciano un peggioramento del proprio tenore di vita. Nel 2015 sono il 18%, contro il 23% del 2014, il 26% del 2013 e del 2012. Anche in questo caso il dato migliora particolarmente nel Nord Ovest, dove chi vede un peggioramento passa dal 20% al 13%, ma pure nel Sud, ove il dato si riduce dal 28% al 22%. Inoltre 1 italiano su 20 (5%) dichiara di aver sperimentato un miglioramento del proprio tenore di vita, accreditando un’importante inversione di tendenza, per quanto di misura contenuta, rispetto a un dato che era andato riducendosi anno dopo anno a meno del 2%.

Riguardo al futuro, il numero dei fiduciosi su un miglioramento del proprio tenore di vita è superiore a quello degli sfiduciati (13% gli sfiduciati, 26% i fiduciosi, saldo +13): un dato questo su cui incide il forte recupero di fiducia presso i giovani (18-30 anni) per i quali il saldo tra ottimisti e pessimisti raggiunge il livello di +23 (quasi il doppio dell’ottimo +12 del 2014), ma anche degli over 65 che, dopo otto anni di negatività, tornano in una situazione di equilibrio tra pessimisti e ottimisti.

Rispetto alla situazione locale prevale di poco il pessimismo: coloro che hanno poca fiducia superano di 1 punto percentuale i fiduciosi (24% vs 23%). C’è un generale ottimismo nel Nord Ovest (+7 punti di saldo tra ottimisti e pessimisti), nel Nord Est (+7) e nel Centro (+6), mentre il Sud denota pochissima fiducia nel territorio locale (-14 punti di saldo negativo riguardo al territorio, mentre riguardo all’Italia nel suo complesso il saldo nel Sud è positivo di +3).

Oggi più di 1 italiano su 3 è fiducioso sul futuro dell’Italia (36%), mentre gli sfiduciati sono il 27%: un saldo positivo di 9 punti percentuali a favore degli ottimisti che, unito al miglioramento del saldo dello scorso anno, evidenzia una tendenza di robusta crescita della fiducia nel Paese (l’anno scorso il saldo era ancora negativo, -15, ma già in forte miglioramento; due anni fa era -23). Nel 2015, dunque, il saldo tra ottimisti e pessimisti passa da -15 dello scorso anno al +9 attuale: un miglioramento di 24 punti percentuali! Il 34% degli italiani ritiene che la situazione italiana rimarrà inalterata (il 3% non si esprime).  Registrano, invece, un ridimensionamento importante le attese riguardo all’andamento dell’economia mondiale: il 30% degli italiani sono ottimisti, il 22% pessimisti.

Alla presentazione sono intervenuti il presidente dell’Acri Giuseppe Guzzetti, il presidente dell’Abi Antonio Patuelli, il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, il ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan. Come ogni anno, alla vigilia della manifestazione l’Acri presenta i risultati dell’indagine sugli Italiani e il risparmio, che da quindici anni realizza insieme a Ipsos per questa occasione.

Fonte Redattore Sociale

27 ottobre 2015

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