Report dell’Auser su dati Istat. L’80,3% della popolazione anziana italiana vive in case di proprietà: si tratta di quasi dieci milioni di persone. In generale, arriva al 41% la quota di case con la presenza di anziani sul totale delle case di proprietà delle famiglie.
ROMA – L’80,3% della popolazione anziana italiana vive in case di proprietà: si tratta di quasi dieci milioni di anziani. In generale, arriva al 41% la quota di case con la presenza di anziani sul totale delle case di proprietà delle famiglie. Mentre il dato degli anziani che vivono soli in case di proprietà si attesta al 34,9% del totale delle abitazioni di proprietà con almeno un anziano. Sono i numeri contenuti nel Rapporto realizzato dall’associazione “Abitare e Anziani”, presentati oggi a Roma. Il report è realizzato con la collaborazione dell’Istat che ha fornito l’elaborazione dei dati dell’ultimo censimento 2011. Il Rapporto analizza in modo rigoroso e dettagliato, nei singoli territori del Paese, le condizioni abitative degli anziani: aspetti, problemi, inadeguatezze, bisogni.
In più di un caso su tre gli anziani proprietari di casa abitano da soli (34,9 per cento) e aumenta il numero di quelli che vivono, soli, in case di grandi dimensioni Ma si tratta di case di vecchia costruzione: per il 54,9% dei casi hanno più di 50 anni. Nel dettaglio, nel 35,4% dei casi sono state costruite prima del 1961 e circa il 19,5% prima del 1946. Di conseguenza, hanno ambienti e impianti vecchi, spesso fuori norma in materia di sicurezza e spesso caratterizzata dalla presenza di barriere architettoniche. Il rapporto restituisce la fotografia di una popolazione anziana in larga parte relativamente povera sul piano reddituale, e dunque in difficoltà a intraprendere, mancando di liquidità, quegli interventi di ristrutturazione e adeguamento del proprio patrimonio in rapporto alle proprie mutate esigenze. “Si pone, quindi, con una certa urgenza la necessità di promuovere un programma finalizzato all’adeguamento delle abitazioni degli anziani – scrive Abitare e Anziani -, con interventi che riguarderanno sia le abitazioni sia gli edifici per eliminare le barriere architettoniche, rendere più fruibili gli spazi di vita, attrezzandoli di impianti domotici e di tecnologie per una vita più autonoma”.
Quanto allo stato manutentivo, l’87,2 % delle abitazioni risulta in condizioni ottime o buone, mentre il 12,8% in condizioni mediocri o pessime. Se il 91,54% delle case ha almeno un impianto di riscaldamento, che per il 59,1% è autonomo, ancora il 20,8% adotta una soluzione che non prevede un vero e proprio impianto ma singoli apparecchi o fonti di calore. Il 76,1% è priva di ascensore.
Differenze territoriali. L’aumento della popolazione anziana non procede con la stessa velocità ovunque. La Liguria, ad esempio, ha già raggiunto il 27,4% di presenza di anziani e, parallelamente, vede una maggiore quota di case di proprietà di famiglie con anziani (47,7%). Altre regioni, invece, come la Campania, con una percentuale di anziani pari al 16,5%, sono in ritardo rispetto al progressivo invecchiamento.
Criticità nei piccoli comuni. Il report mette in evidenza che la condizione abitativa degli anziani è particolarmente critica nei comuni inferiori ai 10.000 residenti. In particolare, le case più vecchie, costruite precedentemente al 1919, si trovano per il 50,3% in comuni con meno di 10.000 residenti, percentuale che sale al 76% se si prendono in considerazione anche i comuni fino a 50.000 residenti. concentra rispettivamente il 34,9% e il 65,4% di anziani soli.
Anche le abitazioni che non dispongono di impianto di riscaldamento si concentrano per il 33,8% nei comuni con meno di 10.000 residenti, percentuale che sale al 69,7% se si prendono in considerazione tutti i comuni fino a 50.000 residenti.
Infine dalla distribuzione percentuale delle abitazioni con ascensore per classe demografica dei comuni, si vede in modo netto come la presenza di ascensore sia prevalente nei comuni di classe superiore ai 10.000/50,000 abitanti e pressoché assente nei comuni di classe inferiore ai 10.000 abitanti.
Fonte Redattore Sociale