In Italia convivono 198 nazionalità: oltre 129 mila i “nuovi” cittadini

Rapporto Caritas-Migrantes. Nell’area Ue-28 vivono 35,2 milioni di migranti (+3,6%), il 76% è ospitato da Germania, Regno Unito, Italia e Francia. In Italia sono oltre 5 milioni i migranti: permessi di soggiorno per asilo (7%) superano quelli per studio.
ROMA – Sono oltre 243 milioni le persone nel mondo che vivono in un paese diverso da quello d’origine (quasi la metà donne): tra il 10 e il 15% sono irregolari (stime Oim). L’Europa ne ospita il 31,2%,  Stati Uniti e Federazione Russa insieme un quarto. Secondo l’ultimo Rapporto Immigrazione di Caritas e Migrantes (dati 2015),presentato oggi a Roma, i migranti internazionali sono in costante crescita negli ultimi quindici anni, fino a rappresentare nell’anno preso in considerazione il 3,3% dell’intera popolazione mondiale. Tra Europa, Asia e Nord America vive l’84,4% del totale mondiale dei migranti e sono 11 i  paesi nel mondo con la più alta presenza, tra questi Germania, Regno Unito e Francia e, agli ultimi  due posti, Spagna e Italia. Nell’area Ue-28 vivono 35,2 milioni di migranti (+3,6% rispetto  al 2014): il 76,2% è ospitato da Germania, Regno Unito, Italia e Francia. In calo gli stranieri residenti.

In Italia convivono ben 198 nazionalità:  oltre 5 milioni  di persone di cittadinanza non italiana vivono strutturalmente  in Italia, (oltre 2,6 milioni le donne),  92.352 persone in più rispetto alla stessa data del 2014 (+1,9%). Romania, Albania e Marocco le nazionalità più rappresentate che insieme costituiscono il 41% del migranti in Italia. Il 60% degli immigrati  vive nel Nord, mentre questa percentuale scende al 25,4% nel Centro, con un ulteriore calo nel Mezzogiorno (15,2%). In tre regioni del Nord ed una del Centro  è concentrata  più della  metà dell’intera popolazione straniera  presente in Italia (56,6%): Lombardia, Lazio, Emilia Romagna e Veneto (10,2%). Nel Mezzogiorno è la Campania ad ospitare la quota più  alta di migranti del Sud (28,6%). “La tanto temuta “invasione” – commentano i promotori dell’indagine – che qualcuno paventava con gli sbarchi dello scorso anno, non ha praticamente prodotto effetti sulla composizione del panorama migratorio nazionale.  Molti di coloro che sono giunti via mare hanno lasciato il nostro paese mentre una parte residuale ha chiesto l’asilo. Sono altri i paesi in Europa che nel corso del 2015 hanno visto crescere sensibilmente la popolazione straniera tra cui Germania e Gran Bretagna”.

Quasi 4 milioni i permessi di soggiorno validi di cui il 48,9% riguarda le donne (il 57,2% “con scadenza” e il 42,8% “di lungo periodo”). La quota maggiore riguarda  i paesi dell’Europa centro-orientale (30%); Marocco, Albania, Cina e Ucraina le nazionalità più rappresentate. Oltre 1,6 milioni di sono rilasciati per motivi di lavoro (52,5%) e di famiglia (34,1%). “Il segnale  più  emblematico della  tendenza  degli stranieri a stabilizzarsi e quindi integrarsi in Italia è, peraltro,  confermata  dal fatto che sul totale dei permessi rilasciati  per motivi  familiari, le donne sono il 60,3%”, commentano gli osservatori. Il terzo motivo per importanza è quello legato alla richiesta di asilo (7%) che, rispetto agli anni precedenti, ha sopravanzato il motivo dello studio.
I “nuovi” italiani nel 2014 sono oltre 129 mila, un valore in forte crescita rispetto all’anno precedente (+29%). Più numerosi gli uomini  (50,9%) e, tra le nazionalità di origine,  prevalgono  la marocchina e l’albanese, “due nazionalità che sono tra quelle  presenti da più tempo nel nostro Paese e che hanno quindi  avuto la possibilità  di maturare i requisiti temporali  richiesti dalla legge”. La maggior parte  delle  acquisizioni di cittadinanza riguarda minorenni: quasi il 40% di quelli  che sono diventati  cittadini italiani nel 2014 ha meno di 18 anni (39,4%). Inoltre il rapporto registra un picco di acquisizioni  all’età  di 18 anni, che in gran parte (oltre il 75%) riguarda  stranieri  nati in Italia, i quali possono chiedere  di diventare  italiani sulla base della vigente normativa, prima del compimento del successivo anno di età. Lombardia, Veneto e Emilia Romagna le regioni che hanno acquisito più “nuovi” italiani. Ora la maggior parte delle acquisizioni avvengono per residenza (46%), mentre fino al 2008 risultavano  maggiori le acquisizioni per matrimonio.

“L’Italia è molto di più di questa recente storia di migranti  forzati  – si legge nel rapporto –  e bisogna  darne  atto  per rispetto  della  verità  e dell’impegno di tante strutture che oggi come in passato, dedicano  professionalità e responsabilità al dialogo  costante e arricchente  con la diversità,  sensibilizzando la società civile e creando continui  e fruttuosi ponti di scambio”.

Fonte Redattore Sociale

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