Dal reddito minimo alle spese militari: la contromanovra di Sbilanciamoci!

Presentate a Roma le proposte elaborate da 47 organizzazioni aderenti alla Campagna. Tra le misure principali: una “vera” tassa sulle transazioni finanziarie, un nuovo programma di investimenti pubblici, investimenti sull’edilizia scolastica, l’avvio di una strategia di decarbonizzazione, l’integrazione del Fondo per le politiche sociali e la riduzione delle spese militari.
ROMA – Una manovra economica a saldo zero da 40,8 miliardi di euro, che interviene su sette aree: dal fisco al lavoro, dall’istruzione all’ambiente, dal welfare all’altraeconomia, passando per la pace e la cooperazione internazionale. Sono 115 le proposte, praticabili da subito, elaborate dalle 47 organizzazioni aderenti alla Campagna Sbilanciamoci! e racchiuse nella Contromanovra 2017 dal titolo “Come usare la spesa pubblica per i diritti, la pace, l’ambiente”, presentata oggi a Roma. Tra le misure principali: una “vera” tassa sulle transazioni finanziarie, un nuovo programma di investimenti pubblici, investimenti sull’edilizia scolastica, l’avvio di una strategia di decarbonizzazione, l’integrazione del Fondo per le politiche sociali e la riduzione delle spese militari. Nel dettaglio, le organizzazioni della campagna sul versante delle entrate propongono: l’opzione per una riforma fiscale improntata all’equità e alla progressività e una spending review selettiva, finalizzata a ridurre o eliminare la spesa pubblica inutile e nociva, come quella militare. Sul versante delle uscite: un intervento pubblico significativo in campo economico a sostegno del rilancio della domanda, della buona occupazione nei settori più dinamici e innovativi, della riduzione delle diseguaglianze di reddito, economiche e sociali; un riorientamento profondo della spesa pubblica a beneficio dei servizi pubblici di assistenza sociale, delle pari opportunità, dell’istruzione, della ricerca, della cultura, della tutela dell’ambiente e delle pratiche di altraeconomia.
Fisco: una vera patrimoniale per diminuire le diseguaglianze sociali.  Il complesso delle proposte avanzate da Sbilanciamoci! alimenta le casse dello Stato con circa 21,5 miliardi di euro, di cui 15,1 destinati a impedire lo scatto dell’Iva dal Gennaio 2017, 1,4 a ripartire il carico fiscale chiedendo di più a chi ha di più e prelevando di meno da chi ha di meno e 5 impiegati per finanziare l’introduzione di una forma strutturale di sostegno al reddito”. Tra le proposte più significative vi è la previsione di una “vera” tassa sulle transazioni finanziarie, applicabile a tutte le azioni e a tutti i derivati e, nel caso azionario, a tutte le singole operazioni. Si propone invece di abbassare il limite dell’usura per i prestiti con cessione del quinto dello stipendio/pensione. Una manovra sulla tassazione Irpef, la riduzione delle aliquote Ires per le imprese e l’abolizione delle addizionali Ires per le società di fondi di investimento comuni. Ulteriori 2,3 miliardi potrebbero essere recuperati grazie alla maggiore tassazione di beni di lusso o dannosi (voli e auto aziendali di lusso, produzione di beni di lusso e rilascio del porto di armi). Infine, per combattere l’evasione e l’elusione fiscale Sbilanciamoci! propone di introdurre una Digital Tax per contrastare l’elusione fiscale delle grandi imprese multinazionali; la moneta elettronica per i pagamenti superiori ai 500 euro e registratori di cassa online nonché l’esclusione dall’accesso ai servizi pubblici degli evasori per somme oltre i 50mila euro. Ciò potrebbe generare un maggiore gettito per le casse dello Stato di 4,1 miliardi.
Nuove politiche industriali e un reddito minimo garantito. La contromanovra propone, inoltre, una nuova politica industriale selettiva. In particolare, un nuovo programma di ricerca pubblica (250 milioni) focalizzato sullo sviluppo di tecnologie e produzioni di beni e servizi verdi, la diffusione e applicazione delle tecnologie dell’informazione, la produzione di beni e servizi legati alla salute e al welfare pubblico. Un rilancio dell’occupazione di qualità potrebbe derivare dall’assunzione di 25mila occupati pubblici nel settore hi tech e della conoscenza (500 milioni); dalla stabilizzazione dei lavoratori precari nella pubblica amministrazione (5milioni) e dalla riduzione dell’orario di lavoro (10 milioni). Si prevede anche la tassazione maggiore dei voucher (321,6 milioni), strumento di precarizzazione selvaggia del mercato del lavoro. E la sperimentazione di una misura strutturale di sostegno al reddito, del costo di 11 miliardi di euro, rivolta a disoccupati senza altri ammortizzatori sociali, inoccupati, lavoratori precariamente occupati, sottoccupati, soggetti riconosciuti inabili al lavoro, Neet,, il cui reddito lordo non sia superiore a 8.000 euro annui (e con un reddito familiare non superiore a 15.000 euro). L’ammontare individuale del beneficio del reddito minimo garantito è di 7.200 euro annui, circa 600 euro mensili. La platea dei beneficiari riguarda circa un milione e mezzo di persone.
Più investimenti nell’edilizia scolastica e via il “bonus cultura”. Secondo Sbilanciamoci!servono 4,8 miliardi di euro per rimettere al centro i saperi e rilanciare la cultura e l’istruzione pubblica. Tra le principali misure previste: un consistente investimento sull’edilizia scolastica (1 miliardo) e universitaria (50 milioni); il significativo aumento delle risorse destinate al Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, al Fondo di finanziamento ordinario e al Fondo integrativo statale(1,7 miliardi per i tre fondi); l’adozione di un piano straordinario per l’assunzione di 20mila ricercatori universitari a tempo determinato in 6 anni (3.300 nel 2017 con un impegno di 445,8 milioni). L’abolizione delle detrazioni Irpef previste per le famiglie che iscrivono i figli alle scuole private secondarie e una riforma della tassazione universitaria centrata sull’istituzione di una “no tax area” per chi dichiara meno di 23mila euro di Isee. L’abolizione del “bonus cultura” per i neo-diciottenni (290 milioni) consentirebbe inoltre di finanziare l’accesso gratuito a musei, monumenti e aree archeologiche. Infine, Sbilanciamoci! chiede la definizione e l’implementazione dei Livelli essenziali delle prestazioni culturali.
No alle grandi opere. In campo energetico, nell’ottica di sostenere l’avvio di una Strategia Nazionale di Decarbonizzazione, si prevede  l’introduzione del Carbon Floor Price che consentirebbe di valutare correttamente il costo di emissioni di CO2 prodotte dagli operatori elettrici, generando un introito di 1 miliardo. Si propone inoltre di aggiornare i canoni per la concessione per le estrazioni di gas e petrolio, di eliminare tutte le esenzioni dalle royalties, di abolirne la deducibilità e di incentivare l’installazione di impianti fotovoltaici con accumulo. Secondo Sbilanciamoci! più che in nuove grandi opere come il Tav e il Mose, occorre investire in piccoli e medi interventi di manutenzione e potenziamento delle infrastrutture esistenti privilegiando le reti ferroviarie regionali, le tramvie e le metropolitane nelle grandi città, dirottando su questi 1,3 miliardi di euro che la Legge di Bilancio 2017 destina alle grandi opere. Per far fronte davvero all’emergenza sismica e al rischio idrogeologico, inoltre, si propone di destinare a questi obiettivi l’intero ammontare (1,9 miliardi) del nuovo Fondo istituito dal Disegno di Legge di Bilancio per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del paese.
Più servizi per l’infanzia e congedo di paternità di 15 giorni. Sul fronte del Welfare Sbilanciamoci! sceglie di riorientare le risorse disperse in mille rivoli (bonus bebè, fondo di sostegno alla natalità, “premio alla nascita”, voucher per servizi di baby sitting e “bonus asilo nido su richiesta”) al rafforzamento e nell’ampliamento dei servizi territoriali pubblici per l’infanzia, nella riduzione delle rette degli asili nido, nell’integrazione del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali, nell’innalzamento a 15 giorni del congedo di paternità obbligatorio, nella creazione di nuovi centri antiviolenza e nel finanziamento di misure alternative alla detenzione. La razionalizzazione dei metodi di valutazione delle condizioni di disabilità consentirebbe di integrare il Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza (150 milioni), mentre uno stanziamento aggiuntivo di 420 milioni potrebbe finanziare interventi strutturali per l’inclusione, il diritto al lavoro, all’alloggio e allo studio delle persone con disabilità e l’accessibilità degli edifici. Inoltre, per uscire da un approccio emergenziale delle politiche su immigrazione e asilo, Sbilanciamoci! chiede la chiusura dei Centri di identificazione ed espulsione (Cie), degli hot-spot e la riduzione di 600 milioni degli stanziamenti destinati ai Centri di Accoglienza Straordinaria gestiti dalle Prefetture (in totale 1,3 miliardi). Risorse che potrebbero finanziare l’ampliamento del sistema di accoglienza ordinario gestito dai Comuni Sprar (200 milioni), gli interventi di inclusione sociale e lavorativa dei cittadini stranieri (200 milioni), il sistema nazionale di protezione contro le discriminazioni e il razzismo (50 milioni) e l’avvio di un piano di smantellamento dei “campi nomadi” (75 milioni). Si chiede inoltre al Governo di rinunciare all’istituzione di visti di ingresso privilegiati per cittadini stranieri ricchi che investano in società italiane o comprino titoli di stato.
Riduzione delle spese militari, più fondi all’economia solidale.  Sbilanciamoci! propone anche una riduzione delle spese militari, con un risparmio per la finanza pubblica di più di 5,5 miliardi di euro, sulla base di cinque misure: la riduzione immediata del livello degli effettivi delle nostre Forze armate a 150mila unità e il riequilibrio interno tra truppe e ufficiali e sottoufficiali (1,4 miliardi);il dimezzamento degli investimenti in nuovi Programmi d’armamento iscritti al ministero per lo Sviluppo economico (2,1 miliardi);il congelamento dei nuovi contratti di acquisizione dei cacciabombardieri F-35 previsti per il 2017 (634 milioni), in attesa che il Governo attui l’indicazione del Parlamento che ne ha deciso il dimezzamento; il ritiro dalle missioni militari all’estero di chiara valenza aggressiva e l’unificazione delle Forze dell’Ordine (500 milioni). Una parte delle risorse risparmiate attraverso la riduzione delle spese militari, 488,9 milioni di euro, potrebbe essere utilizzata per finanziare politiche di pace e di cooperazione internazionale, con il potenziamento dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (65 milioni); l’adeguamento delle risorse per il Servizio Civile Universale e l’implementazione dei Corpi Civili di Pace (20 milioni). Infine si propone di investire circa 194,7 milioni di euro per le forme di economia solidale, di istituire tre Fondi specifici per il commercio equo e solidale (1 milione), per l’economia solidale (1 milione), per la riconversione ecologica delle imprese (10 milioni); di implementare due Piani strategici nazionali per la Piccola distribuzione organizzata (10 milioni) e per la certificazione partecipata della qualità dei prodotti biologici (10 milioni); di sostenere una rete nazionale di mercati e fiere eco&eque (10 milioni) e un Piano per lo Sviluppo degli Open Data per l’economia solidale (1 milione). Inoltre, un investimento pubblico (150 milioni) in un piano nazionale Open Data e in piani di azione locali pilota potrebbe accrescere la trasparenza istituzionale, la promozione dell’innovazione sociale e la partecipazione civica.
Fonte Redattore Sociale

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