Emanata la circolare con cui il Dipartimento della Giustizia minorile e di comunità apre le porte degli Uffici di esecuzione penale esterna al contributo del volontariato, snellendo le procedure d’ingresso. Le novità di una rivoluzione che vuole favorire la partecipazione della società civile.
ROMA – Procedure d’ingresso più rapide per i singoli e ancora più semplificate per le associazioni, con convenzioni che “regolamentino gli ambiti di attività, le modalità di integrazione nell’attività degli uffici e la continuità della presenza dei volontari”. Il Dipartimento della Giustizia minorile e di comunità apre le porte degli Uepe, Uffici di esecuzione penale esterna, al contributo del volontariato, snellendo le procedure d’ingresso per incrementare sempre di più “il coinvolgimento di ogni possibile risorsa esistente sul territorio, creando uffici realmente multiprofessionali ed aperti all’esterno”.
Annunciata nel corso di un recente convegno, è stata emanata dal Capo dipartimento della Giustizia minorile e di Comunità, Gemma Tuccillo, ed è disponibile sul sito del ministero della Giustizia la circolare che consentirà “ai volontari del servizio civile, ai tirocinanti universitari, ai mediatori culturali (oltre che alle fondamentali risorse costituite dagli esperti di servizio sociale e dagli psicologi) la collaborazione con i nostri uffici”, “fermo restando – sottolinea il documento – la necessità di aumento dell’organico dei funzionari di servizio sociale in uno con la previsione di nuove figure professionali”.
La circolare, numero 8 del 2017, “Il ruolo del volontariato nella riforma del sistema di esecuzione penale esterna”, definisce ruoli, ambiti di intervento, diritti e doveri di chi si appresta a collaborare con gli Uepe e annuncia la diffusione “dell’accordo in via di sottoscrizione, con la Conferenza nazionale Volontariato Giustizia” per implementare la collaborazione con le organizzazioni di volontariato che vi aderiscono.
Compiti. Ai volontari potranno essere assegnati adempimenti che non richiedano il diretto intervento del funzionario addetto, per consentire “una maggiore concentrazione dello stesso sugli interventi trattamentali e al tempo stesso ci si potrà avvalere di un significativo contributo di esperienze in termini di progettualità e di approfondimento e di conoscenza della persona e della sua storia. Il supporto attivo del volontariato nelle attività di sostegno, orientamento, formazione e ricerca di opportunità contribuisce in modo sostanzioso a riempire di contenuti l’esecuzione della sanzione sul territorio, rendendola più efficace e credibile proprio nell’attività all’esterno e nei rapporti con le strutture detentive”.
I dati. “Attualmente – spiega il Capo dipartimento -, il numero di assistenti volontari impegnati nell’esecuzione penale esterna è ancora troppo esiguo, (poco più di 100 unità) rispetto a quello di chi opera all’interno degli istituti penitenziari (10000 unità)”. Un numero che la circolare ha il fine di incrementare, riconoscendo il ruolo “di grande rilievo” del volontariato non solo nel percorso rieducativo ma anche come testimone della validità e dell’importanza “della partecipazione della società civile al percorso di reinserimento e alla migliore riuscita delle misure o sanzioni di comunità, sia grazie al forte radicamento nei territori e alla capacità di ‘produrre servizio alla comunità’ che per l’indubbia valenza umana e qualificata del suo intervento”.
Ridurre i tempi d’ingresso per aumentare il numero dei volontari. “I tempi piuttosto lunghi per completare le attività istruttorie, talvolta costituiscono un ostacolo all’impegno nell’esecuzione penale esterna sia per le associazioni che per i singoli volontari. Con la presente circolare ci si pone l’obiettivo di definire le modalità per un protocollo semplificato ed omogeneo su tutto il territorio nazionale sia per gli Uepe che per gli Uffici di servizio sociale per i minorenni”.
Diritti e doveri. “Il volontario – spiega la circolare – non può essere titolare del procedimento di esecuzione della pena ma può ben svolgere, su indicazione e con il coordinamento del funzionario incaricato dall’ufficio, attività di sostegno nei confronti dell’autore di reato, dei suoi familiari e, più in generale, di accompagnamento nel corso dell’esecuzione di una sanzione di comunità, di supporto al recupero e al reinserimento sociale. I volontari continueranno ad essere impiegati sia in attività all’interno dell’ufficio, anche in qualità di supporto ai servizi informativi e amministrativi, nel servizio di accoglienza e di sportello al pubblico, nel disbrigo di pratiche sanitarie e/o assistenziali e nel sostegno, orientamento e accompagnamento alle persone in trattamento, sia all’esterno, per la promozione della rete territoriale, l’integrazione degli interventi nella messa alla prova, nelle misure alternative, in special modo nella detenzione domiciliare, con un’attenzione particolare alle categorie socialmente e culturalmente svantaggiate e dunque maggiormente vulnerabili (giovani adulti, stranieri, ecc.). I volontari potranno fornire il supporto volto a favorire l’accompagnamento dei dimittendi nella delicata fase di pieno reinserimento nella società civile e per l’assistenza post penitenziaria”.
Controlli e verifiche. “L’attività svolta dai volontari sarà oggetto di periodico monitoraggio, almeno semestrale ed avrà ad oggetto una valutazione complessiva sull’andamento delle attività in cui sono impegnati i volontari, le possibili prospettive di sviluppo. Gli interventi svolti saranno inseriti nel fascicolo di ciascun soggetto in trattamento e nel fascicolo relativo al volontario”.
Procedura ancora più semplificata per le associazioni. “Gli uffici presso cui si svolgerà l’attività volontaria stipuleranno apposite convenzioni che regolamentino gli ambiti di attività, le modalità di integrazione nell’attività dell’Uepe e la continuità della presenza dei volontari. Una volta sottoscritta l’intesa, l’associazione firmataria presenterà l’elenco delle persone che intende impiegare come volontari, con le rispettive domande complete di dichiarazione sostitutiva”.
La circolare tende ad orientare in modo omogeneo i rapporti e la gestione con il volontariato, “una gestione – sottolinea il Capo dipartimento Gemma Tuccillo – avveduta e flessibile che consentirà agli uffici di conseguire importanti obiettivi in termini di migliore organizzazione del lavoro, più elevata qualità e personalizzazione degli interventi e maggiore varietà degli stessi”. (Teresa Valiani)
Fonte Redattore Sociale