Csv: oltre 45mila le associazioni che li utilizzano

Gli ultimi dati sulle attività del 2015 dei Centri di servizio registrano un “indice di penetrazione” del 65% sul bacino d’utenza. Oltre 214mila i servizi erogati nonostante la progressiva contrazione delle risorse. Dal 29 settembre all’1 ottobre oltre 300 delegati riuniti a Roma nella conferenza nazionale di CSVnet “Al Centro per tutti”.
Due organizzazioni su tre si rivolgono ai Csv – Centri di servizio per il volontariato. A dirlo l’ultima edizione del Report sulle attività dei Csv, realizzato da Csvnet che farà da sfondo ai lavori della Conferenza annuale 2017, organizzata dall’associazione nazionale dei Centri a Roma dal 29 settembre all’1 ottobre prossimi e intitolata “Al Centro per tutti – Il volontariato che accoglie il cambiamento”.
A guardare i dati emerge che i Csv forniscono almeno un servizio all’anno al 65% delle organizzazioni di volontariato italiane (odv, iscritte e non iscritte nei Registri regionali) presenti sul territorio di competenza: 31.827 sulle 49.122 risultanti dalle banche dati aggiornate tenute dagli stessi Centri.
L’indagine, riferita al 2015 (ma i dati in elaborazione del 2016 non si discostano sensibilmente), conferma i Csv italiani anche come luoghi di partecipazione del volontariato: la platea delle associazioni che li gestiscono è salita a 9.621 soci, per l’87% organizzazioni di volontariato, cui si aggiunge una quota del 12,5% relativa ad altre realtà del Terzo settore. Un altro dato interessante è il numero dei volontari presenti nei Centri: si tratta di 2.407 persone impegnate a titolo gratuito negli organi collegiali e come supporto agli staff.
L’ultimo Report registra una mole impressionante di servizi erogati: con una rete di 377 punti di servizio, fra sedi e sportelli attivi su tutto il territorio nazionale, i Csv hanno fornito oltre 214mila servizi per lo più gratuiti. Tra questi: 2.149 attività formative con oltre 47mila partecipanti e 27mila ore di docenza; 107.406 consulenze di ogni genere (+ 27% dal 2011 al 2015) erogate per il 92% da risorse interne ai Csv a favore di 21.652 odv – il 44% del bacino d’utenza complessivo; 59mila servizi logistici – tra prestiti di attrezzature e concessione di spazi alle associazioni; 20mila servizi d’informazione e comunicazione; 3.178 incontri per la promozione e lo sviluppo di reti e relazioni fra le odv.
Senza contare le 4.842 iniziative di promozione e le 18mila di orientamento al volontariato, che si aggiungono alle attività nelle scuole, con 1.596 istituti coinvolti, 158mila studenti, 4mila docenti e 3mila odv, in crescita del 12% rispetto al 2014.

Aumentano anche i beneficiari dei servizi: 45.842 sono le associazioni non profit servite, dato che registra un aumento del + 18% rispetto al 2011. Si tratta in gran parte di organizzazioni di volontariato (69%) anche se la crescita più importante riguarda le associazioni di promozione sociale, cooperative e altre associazioni servite, che hanno un peso del 15% sul totale. Una tendenza, questa, che dimostra come i Centri siano già attenti a rispondere ai dettami del nuovo Codice del Terzo settore, che assegna loro il compito di gestire servizi rivolti ai volontari di tutti gli “Enti di Terzo settore” (aprendo ad essi anche l’ingresso nella governance) e non più alle sole associazioni definite dalla legge 266/91 sul volontariato, presto abrogata in seguito dalla riforma (legge 106/2016).
Triplicate infine le realtà profit ma soprattutto i gruppi informali (2.500 unità) raggiunti, dati che, insieme all’aumento del 170% dei cittadini intercettati (68mila in tutto) spiegano come i Csv riescano ad attrarre anche le forme più spontanee e meno organizzate di impegno sociale.
«La riforma del Terzo settore ha legittimato e valorizzato la presenza ormai ventennale dei Csv in tutto il territorio nazionale», dichiara il presidente di CSVnet, Stefano Tabò. «Ed ha aperto una nuova stagione in cui i Csv non saranno solo “per” tutto il volontariato, ma anche “di” tutto il Terzo settore, continuando a lavorare per una sempre più efficace promozione del volontariato e per la crescita di tutte le forme di impegno sociale gratuito nel nostro Paese».
Riguardo i costi, nel 2015 i CSV hanno speso 47,7 milioni di euro provenienti dai fondi speciali costituiti dalle Fondazioni bancarie, invece dei 50,01 dell’anno precedente (-4,8%): un dato importante alla luce sia della crescita dei servizi, sia della contrazione delle risorse economiche a disposizione. Infatti, tra il 2014 e il 2015 (escludendo la quota di circa 1,5 milioni per il funzionamento dei Comitati di Gestione) i fondi complessivi – compresi i residui degli anni precedenti – sono diminuiti del 3,9% passando dai 77,6 a 74,6 milioni di euro. Fonte www.vita.it

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