Secondo l’ong più di un bambino su 10 vive in povertà assoluta, oltre la metà non legge libri e più del 40 per cento non fa sport, tuttavia crescono i ragazzi “resilienti”. Al via anche la campagna “Illuminiamo il Futuro”, per chiedere il recupero di spazi in stato di abbandono da destinare ad attività extrascolastiche.
L’Italia è un “paese vietato ai minori”. È questa la provocazione lanciata oggi da Save the Children in occasione del lancio della campagna “Illuminiamo il Futuro” per il contrasto alla povertà educativa. Secondo il nuovo rapporto di Save the Children “Nuotare contro corrente. Povertà educativa e resilienza in Italia” diffuso oggi dall’organizzazione, in Italia più di un bambino su 10 vive in povertà assoluta, oltre la metà non legge libri e più del 40 per cento non fa sport. Secondo il nuovo report, in Italia, i quindicenni che vivono in famiglie disagiate hanno quasi 5 volte in più la probabilità di non superare il livello minimo di competenze sia in matematica che in lettura rispetto ai loro coetanei che vivono in famiglie più benestanti (24 per cento contro il 5 per cento). Secondo l’organizzazione, tuttavia, un minore di 15 anni su 5 non raggiunge le competenze minime in lettura e in matematica; quasi il 14 per cento dei ragazzi abbandona gli studi prima del tempo; circa la metà degli alunni non usufruisce della mensa a scuola, il tempo pieno è assente da 7 classi delle scuole primarie e da 9 classi delle scuole secondarie su 10, mentre appena un bambino su 10 frequenta l’asilo nido o un servizio per la prima infanzia.
Campania, Sicilia, Calabria, Puglia e Molise occupano i primi cinque posti della triste classifica della povertà educativa in Italia, spiega Save the Children. “Regioni in cui bambini e i ragazzi sono maggiormente privati delle opportunità necessarie per apprendere – aggiunge l’organizzazione -, sperimentare e coltivare le proprie capacità, nonché della possibilità di sviluppare percorsi di resilienza necessari per superare ostacoli e condizioni di svantaggio iniziali”. A fare da contraltare, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Emilia Romagna che si segnalano invece come le aree che offrono maggiori opportunità educative per i minori. Secondo i dati raccolti nel nuovo rapporto, infatti, quasi 9 bambini su 10 (87 per cento), non vanno all’asilo nido o non frequentano servizi per la prima infanzia, percentuali che si avvicinano al 100 per cento in Calabria e Campania dove solo rispettivamente l’1,2 e il 2,6 per cento dei bambini può accedere a questi servizi. Il miglior risultato si registra invece in Emilia Romagna, dove la copertura di servizi per la prima infanzia non supera il 25,6 per cento. Più del 66 per cento delle classi della scuola primaria e più dell’85 per cento di quelle della scuola secondaria, inoltre, in Italia, non offrono l’opportunità del tempo pieno agli studenti, con il Molise che fa registrare le percentuali più alte sia per la primaria (94,3 per cento) che per la secondaria (97,8 per cento). “L’Italia è un paese vietato ai minori – ha affermato Valerio Neri, direttore generale di Save the Children -, dove assistiamo all’abbandono e al degrado in cui versano tantissimi spazi pubblici, che invece potrebbero fare la differenza ed essere utilizzati dai bambini e dai ragazzi che vivono in contesti svantaggiati per svolgere attività sportive, artistiche e culturali. Luoghi che per tanti di loro potrebbero rappresentare un’opportunità reale per riscattarsi, uscire dalle difficoltà più forti di prima, migliorare i risultati scolastici e coltivare capacità, sogni e aspirazioni. Dobbiamo fare di tutto per restituire ai minori questi luoghi e per incentivare la loro capacità di resilienza, la loro volontà e determinazione a nuotare contro corrente, a superare le onde degli ostacoli che sono costretti ad affrontare ogni giorno e a spezzare così finalmente il circolo vizioso della povertà”.
Tuttavia, tra questi minori, spicca una quota di “resilienti”, ragazzi e ragazze che raggiungono ottimi livelli di apprendimento anche provenendo da famiglie in gravi condizioni di disagio. “La nostra ricerca ci dimostra tuttavia che nonostante le condizioni di svantaggio iniziale – afferma Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children -, tanti bambini e ragazzi possono rivelarsi particolarmente resilienti e grazie al loro impegno e alle loro motivazioni, alimentate e rafforzate dalle opportunità che la scuola e i territori in cui vivono sono in grado di offrire loro, possono superare le barriere e le difficoltà che si trovano di fronte e migliorare così anche le proprie competenze scolastiche”. Secondo il report della ong, infatti, tra gli alunni quindicenni più svantaggiati più di 1 su 4 (26 per cento) riesce a raggiungere le competenze minime sia in matematica che in lettura, percentuale che si alza notevolmente prendendo in considerazione la singola materia (37 per cento in matematica; 36 per cento in lettura). Di essi, il 3,79 per cento raggiunge i livelli di competenze più alti in matematica, mentre lo 0,75 per cento (circa 1.000 alunni) sono considerati “top performer”, ovvero ottengono il massimo livello di competenza. “Nel corso del tempo, il numero di minori resilienti in Italia ha fatto registrare un significativo aumento soprattutto tra il 2006 e il 2012 – spiega Save the Children -, passando dal 17,2 al 28,1 per cento, per poi contrarsi sino all’attuale 26 per cento; mentre per quanto riguarda le differenze regionali emerge che le percentuali più alte si registrano soprattutto al nord, calando notevolmente nelle regioni meridionali dove bambini e ragazzi hanno meno opportunità di emanciparsi dalle condizioni familiari di partenza. Ad eccezione della Liguria, infatti, nelle regioni del Nord più di un minore su 3 è resiliente; al Centro tale percentuale si attesta tra il 20 e il 30 per cento mentre al Sud e nelle isole cala sotto la soglia del 20 per cento.
In occasione del rilancio della campagna Illuminiamo il Futuro, Save the Children lancia anche una petizione online su www.illuminiamoilfuturo.it per chiedere il recupero di spazi pubblici in stato di abbandono e degrado su tutto il territorio nazionale da destinare ad attività extrascolastiche gratuite per i bambini e gli adolescenti. La mobilitazione, accompagnata sui social dall’hashtag #italiavietatAiminori, è associata ai 10 luoghi simbolici vietati ai minori in Italia, individuati dall’Organizzazione con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui tanti spazi pubblici, da nord a sud, sottratti ai minori nel nostro Paese. Dal 14 maggio parte una settimana di mobilitazione con centinaia di eventi in tutto il Paese, in cui sono coinvolte realtà locali, associazioni, scuole, enti e istituzioni culturali.
Fonte Redattore Sociale