Europee, le 10 richieste nel Network europeo contro il razzismo ai candidati

“Non vogliamo vivere in un’Europa che continua a violare i diritti fondamentali delle minoranze e vogliamo che la politica si impegni a cambiare le cose”. L’appello per le prossime elezioni europee per “porre fine al razzismo nell’Unione europea”.
Porre fine al razzismo nell’Unione europea. È la richiesta di Enar (European netwok against racism) ai candidati di ogni Paese in vista delle prossime elezioni europee che ha presentano un manifesto con 10 punti. “Le candidate e i candidati alle elezioni del Parlamento europeo hanno l’opportunità di rendere l’Europa più giusta, attraverso la promozione dell’uguaglianza, dei diritti fondamentali e della giustizia sociale per tutti – scrive il Network europeo contro il razzismo a cui aderisce per l’Italia Il Razzismo è una brutta storia – La nostra sicurezza, le nostre opportunità e i risultati dipendono ancora da fattori come la classe, l’etnia, il genere, l’età, la nazionalità e lo status migratorio, la salute, l’orientamento sessuale, l’identità di genere. Per mettere fine al razzismo, l’Ue deve affrontare le inuguaglianze strutturali subite da migranti e minoranze in tutta Europa”.

Denunciare la violenza razzista e tutte le forme di odio è il primo punto dell’appello del Network europeo contro il razzismo ai candidati alle elezioni europee. “La violenza razzista persiste in tutti i Paesi dell’Ue e ha effetti dannosi e duraturi per le vittime e le loro famiglie, la comunità e la società intera. Per dare vita a società realmente sicure abbiamo bisogno di una risposta efficace contro i discorsi e i crimini d’odio”. La richiesta ai parlamentari europei che saranno eletti tra il 23 e il 26 maggio è di “agire per prevenire e combattere la violenza razzista, attraverso la documentazione, l’indagine, l’azione penale e la sanzione di tutti i crimini d’odio e la protezione adeguata e l’accesso alla giustizia per le vittime di tali reati” e di “schierarsi contro i gruppi che promuovono il razzismo, il suprematismo bianco e il neofascismo, sfidando apertamente e denunciando l’uso di discorsi razzisti, xenofobi e discriminatori”.

Promuovere narrazioni positive sulle minoranze presenti in Europa. Enar sottolinea come l”Ue sia fondata su valori quali rispetto della dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza, stato di diritti e rispetto dei diritti umani, inclusi quelli delle persone che appartengono a comunità minoritarie. “I deputati hanno la responsabilità storica di promuovere la diversità, l’uguaglianza e l’inclusione delle minoranze etniche e religiose. Questo significa rivedere i discorsi relativi alla gestione delle migrazioni e condannare la rappresentazione delle minoranze come minaccia ai valori europei, alla sicurezza e alla vita pubblica”.

Adottare politiche forti e multilivello per combattere il razzismo strutturale. Per Enar servono piani di azione concreti e specifici per rafforzare la capacità dei governi di affrontare il razzismo in modo efficace e duraturo. “I deputati dovrebbero assicurarsi che i Paesi membri sviluppino piani di azione completi per combattere il razzismo, le discriminazioni e le disuguaglianze strutturali, con sistemi chiari e migliorati di denuncia, monitoraggio, implementazione e valutazione. Questi piani dovrebbero includere misure positive per porre rimedio alle disuguaglianze esistenti e completare il quadro legislativo esistente”.

Misurare progressi verso l’uguaglianza. Crimini razzisti, discriminazioni, e disuguaglianze strutturali nell’accesso al diritto all’abitare, all’educazione, ai servizi sanitari, all’occupazione e altri diritti socioeconomici sono ancora la realtà di molti cittadini appartenenti a minoranze, in particolare coloro che occupano i posti più marginalizzati all’interno di queste comunità e che la mancanza di dati precisi rende sempre più invisibili. Per questo il Network chiede ai candidati di “richiedere a tutti i Paesi membri di dotarsi di strumenti di misurazione costante delle disuguaglianze, delle discriminazioni e del razzismo, includendo dati su violenza e discorsi razzisti, discriminazione nella vita pubblica e la condizione socio-economica delle minoranze”.

Porre fine a discriminazione e violenza da parte dello Stato. Enar sottolinea che le politiche che discriminano non rendono i Paesi più sicuri, che le persone che appartengono a minoranze in Europa sono le più colpite da politiche e pratiche antiterrorismo e che questo mette a rischio la sicurezza di tutti. Per questo chiede ai futuri deputati di “esigere che si metta fine al profiling su base razzista, alla violenza da parte delle forze dell’ordine e a molte forme di discriminazione che si manifestano nei sistemi di giustizia criminale, sicurezza, antiterrorismo e immigrazione degli Stati membri”.

Porre fine alla discriminazione, criminalizzazione ed esclusione di migranti. Le politiche degli Stati membri che criminalizzano i migranti e i processi migratori permettono la discriminazione nei loro confronti. Molti governi discriminano i cittadini di Paesi terzi sulla base del loro status di residenza aumentando disuguaglianze ed esclusione di queste persone. “I deputati dovrebbero fare pressione sui governi perché mettano fine alla discriminazione istituzionale contro i migranti nei Paesi membri, con riferimento specifico alle politiche che criminalizzano chi chiede ospitalità e rifugio. Gli Stati membri dovrebbero allocare risorse all’inclusione economica e sociale dei migranti e assicurarsi che godano di pieno accesso a diritti e servizi”.

Promuovere la memoria e gli atti riparativi per la storia coloniale e schiavista. “Razzismo, discriminazione ed esclusione presenti in Europa sono legate a ingiustizie storiche, a crimini di guerra e contro l’umanità commessi in passato – scrive Enar – Dobbiamo riconoscere e affrontare queste storie per comprendere e sradicare le forme di razzismo contemporanee”. Ai futuri europarlamentari chiede di “promuovere attivamente il ricordo e immaginare schemi di risarcimento per le ingiustizie commesse nei confronti delle minoranze nel corso della storia”.

Assicurare una politica europea rappresentativa e attenta alle diversità. “Permettere alle minoranze di auto-rappresentarsi in politica migliorerebbe la capacità dell’Ue di creare politiche e leggi che riflettano i bisogni di una popolazione sempre più diversificata”. Per questo, gli europarlamentari “devono garantire che le istituzioni europee riflettano la diversità delle nostre società in termini di sesso, origine etnica, religione, credo, disabilità, età, identità di genere e orientamento sessuale” e “dovrebbero promuovere il miglioramento della rappresentanza politica a livello europeo e implementare misure positive che facilitino l’accesso per le minoranze alla burocrazia e alla politica europea” .

Sostenere la società civile nel contrasto a ingiustizie e disuguaglianze. Per Enar servono fondi specifici per la società civile per assicurare che i governi mettano in atto i loro impegni sui fronti della giustizia e dell’uguaglianza. “L’Ue deve garantire che l’associazionismo di base goda di un supporto efficace, puntuale e coerente per proteggere le comunità a rischio di discriminazione e violenza e assicurare fondi adeguati per sostenere il lavoro vitale degli attori in prima linea e dei difensori dei diritti umani”.

Ristabilire un forte inter-gruppo contro il razzismo e per la diversità nel Parlamento europeo. La richiesta del Network contro il razzismo è di “rinnovare il mandato all’inter-gruppo contro il razzismo e per la diversità (Ardi) e rafforzare le risorse a sua disposizione per far fronte al razzismo crescente, alle discriminazioni e al nazionalismo” e chiede di “creare un team di coordinamento che assicuri la permanenza dell’uguaglianza come priorità nel Parlamento europeo”. (lp)
Fonte Redattore Sociale

Stampa o condividi